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Tag di Pasqua.

30 Mar

Snoopy+Gag.pngImpegno – studio – consapevolezza – Paolo Fox, voglio un indennizzo – qui ed ora – forza – determinazione – vita – lavoro – tenacia – sacrifici – essenza – promemoria – risorgere non è uno scherzo – ma bisogna farlo – domani. Buona Pasqua.

Giraffa economista.

21 Gen

zio paperone albero di dollariL’ Economia non è la mia materia mentre sull’economia, quella di tutti giorni, mi sono fatta un po’ di esperienza sul campo, e siccome la necessità stimola la virtù e, nel mio caso, la virtù che voglio stimolare è quella di non far volatilizzare più del necessario le ghiande necessarie per gli scambi qui sul monte, ho deciso di applicare, seriamente, l’antico principio “il risparmio è la migliore forma di guadagno”. Ma, Giraffa, non vorrai parlare di vile danaro? Che volgare! Parla di brioches! Sì, voglio essere volgare, le brioches un altro giorno.
Dunque, come scrivevo prima che Maria Antonietta mi interrompesse, quest’anno ho deciso di sviluppare quella virtù, e di farlo in modo costante, scientifico, pratico e, allo stesso tempo, fantasioso e gratificante per l’umore. Il primo passo giusto da fare, mi è sembrato quello di mettere nero su bianco le mie spese, insomma mettermi davanti al fatto compiuto e, come sto constatando, davanti alle mie difficoltà di resistenza alle tentazioni. Perciò, da questo mese, ho iniziato a segnare su un quaderno, rosso, così non lo posso ignorare, tutte le spese, mese per mese, con indicazione precisa del motivo della spesa (se vado al supermercato, poi, segno tutti gli acquisti) e, ovviamente, le entrate. Chi fa quest’operazione da anni mi dirà “bella scoperta, è un banalissimo bilancio!”. D’accordo, sin qui si tratta di un banale bilancio, con la differenza che nel bilancio non segni se hai acquistato orzo, riso o sapone di marsiglia, invece in questo modo ti rendi veramente conto di quale sia la spesa superflua e quella veramente necessaria. Allo stesso tempo, però, siccome non posso solo bastonarmi, sapendo quanto l’animo umano sia sensibile alle gratificazioni, ho studiato un metodo che, dopo avermi responsabilizzato, mi dà soddisfazione e ho inserito nel piccolo bilancio, l’aggiunta gratificante, la carota che si accompagna al bastone, ossia un elenco di spese scongiurate, quelle che ho inserito alla voce desiderata interrotti, ossia gli acquisti che avrei voluto fare, o che, talvolta, il mercato mi ha tentato di fare, ma che non ho fatto, lasciandoli lì nello scaffale, nella vetrina, sul bancone, perché inutili o, al momento, non necessari o non possibili. Riguardando il piccolo bilancio, quindi, mi rendo conto che molti desiderata, alla fine, sono solo parole e non renderebbero, in ogni caso, la mia esistenza più libera e felice, di conseguenza mi sento soddisfatta per aver fatto la scelta giusta. Secondo le mie previsioni, il desiderio del superfluo, o dell’impossibile, dovrebbe diminuire nell’arco di qualche mese, qui lo dico e qui lo nego 😀

Il mio voto generoso.

10 Gen

Sarà il freddo, sarà l’inverno, sarà il Natale appena passato, sarà sarà quel che sarà del nostro amore che sarà, però mi sento generosa, molto, e siccome mi sento anche molto ispirata, credo di avere le idee chiare riguardo alle prossime imminenti elezioni politiche. Ispirandomi a Kennedy, mi sono detta “Giraffa, non chiederti cosa può fare il politico per te, chiediti cosa TU puoi fare per il politico”, me lo sono chiesto e mi sono data la seguente risposta: non posso che votarlo. Anzi, non posso che votarli, tutti. Non sono una qualunquista, e non dirò né scriverò che “tanto sono tutti uguali” perché, in realtà, i nostri politici non lo sono, ognuno di loro ha quel nonsochè personalissimo, quella particolare attitudine nel prendere per i quarti posteriori la gente, nel descrivere la realtà a piacimento, nel giustificare la propria corsa alla poltrona nei modi più fantasiosi, che lo rende speciale, unico e caro al mio cuoricino di giraffa buona. Perciò, medito una bella crocettina per tutti. Siccome sono molto ispirata, ho preso in prestito anche Mogol – Battisti (da Kennedy a Mogol-Battisti, ci vuole proprio taaanta ispirazione) per creare il mio inno al senso civico e all’amore per il politico italiano:

Ho visto un uomo che piangeva per Veltroni,

ne ho visto un altro che più lacrime non ha,

nessun coltello mai ti può ferire di più

di uno statista che non ha elettoooor

Dieci statisti così, voglio votare

Dieci statisti così, li voglio miracolare,

Fini e Casini da rilucidare,

E Berlusconi da ritinteggiare,

Dieci statisti così, li voto subito sìììì.

Uno lo voto perché,

sa bene mentire,

uno lo voglio perché,

ancor non sa cosa vuol dir rubare,

uno soltanto perché,

ha fatto il posto ai figli e non a me,

dieci statisti così che dicon solo di sì.

Vorrei sapere chi ha detto

che sono tutti uguali ma noooo!

Matto, quello è proprio matto perché

forse non sa che chi ti mette l’IMU poi la toglie, e insieme alle mutande..

però quel magistrato candidato è proprio una delusione, eh eh eh.

Dieci statisti così, dieci statisti così, li voto subito sìììììì.

Qui l’originale:

Un mese e forse più.

24 Set

Un mese e forse più che le mie dita dolenti non mi aiutano a picchiettare sui tasti del pc, lasciando i pensieri liquidi a navigare in testa, come pesciolini nell’acquario, e i neuroni a cantare “we are just two lost souls swimming in a fishbowl”, forse l’hanno sentita alla radio. Ci sono, con i pesciolini in testa, ma ci sono, e vi leggo sempre 🙂

Orgoglio mancino.

13 Ago

Oggi si festeggia la Giornata mondiale dei mancini. Non vi sembri una celebrazione obsoleta o fuori luogo, poiché i mancini, negli anni, hanno subito discriminazioni assurde, originate esclusivamente dalla stupidità unita all’ignoranza (un matrimonio sempre nefasto). Perciò, questa giornata è dedicata a tutti coloro che, ancora oggi, quando usano le forbici devono fare acrobazie più ardite di quelle fatte da Yuri Chechi, sembrando però dei perfetti imbranati (o managhi, come si dice dalle mie parti); a quelli che, quando seguono lezioni, convegni, conferenze, si ritrovano seduti su meravigliose sedie con il tavolino a destra e hanno due possibilità: fare le solite acrobazie o “rubare” il tavolino della sedia a sinistra, sempre che non sia già occupata; a chi non sa che farsene del coltello da pesce, dal momento che la lama è al contrario; a chi apre porte e portoni creati per la parte più numerosa della popolazione;  a chi mette il foglio di traverso, in modo da non macchiarlo mentre scrive o mette di traverso direttamente la mano, per lo stesso motivo; a chi ha modificato la propria chitarra, per poterla suonare; a chi usa l’apriscatole con le suddette acrobazie o con la mano destra, pur essendo mancino; a tutte le persone che, da bambine, hanno subito dei veri e propri soprusi, violenze fisiche e psicologiche, affinché non utilizzassero la “mano del diavolo” e facessero, invece, scarabocchi con la mano giusta (chi ha mai visto scrivere Dio o Lucifero, per poter affermare una cosa simile?). A tutti i fratelli e le sorelle mancini come me, ricordate che la vostra mano è quella giusta! Left is right 😉

Per saperne di più:

http://www.lefthandersday.com/

http://it.wikipedia.org/wiki/Mancinismo

http://www.mondomancino.com/

http://mancinismo.info/

(la mano l’ho presa qui )

Rocco Papaleo, i sardi e il cromosoma pp.

27 Lug

I sardi sono permalosi, è nel nostro dna. Se, apparentemente, il sardo che conoscete sembra non essere permaloso, le spiegazioni possono essere soltanto due: o non è completamente sardo, quindi ha un genitore orginario di terre straniere ( che so, tipo l’Italia, la Francia, il Canada etc.) e nel suo dna sono presenti anche cromosomi non permalosi oppure è un sardo che ha fatto pace con i suddetti cromosomi pp (permalosipermalosi). Comunque, in quantità più o meno abbondanti, siamo tutti permalosi, soprattutto quando è coinvolta la nostra provenienza o la nostra lingua. Il sardo, per esempio, soffre terribilmente quando sente un continentale (abitante del Continente, ossia un italiano) che lo imita, ride ma soffre dentro, soffre profondamente, il cromosoma pp che è in lui si rintana in un angolo e soffre e, prima o poi, tirerà fuori la pattadese che porta sempre con se e la userà per lavare l’onta. In genere è una pattadese solo simbolica, si tratta di stilettate per lo più innocue ma sferzanti. D’altra parte, è pure vero che tra i continentali ci sono tante persone diversamente intelligenti che sarebbero riuscite a far mettere mano alla pattadese pure a Gandhi, come le quelle che chiedono «ma da voi, i telefonini prendono?» (cosa vuoi che prenda un telefonino? Non ha le mani) o quelle che davanti ad una bella ragazza esclamano «ma io pensavo che le sarde fossero basse e con i baffi» (le sarde a quattro zampe, effettivamente, sono basse e hanno i baffi, come Puncia) o ancora «ma voi, come le fate le torte?» (e come vuoi che le facciamo? Con la farina e lo zucchero, preferibilmente utilizzando le mani e non i piedi) e via dicendo. In questi casi, il sardo che ha fatto pace con il cromosoma pp, in genere, dopo un attimo di meraviglia, comprende chi ha davanti, ci ride su e prende un po’ in giro l’interlocutore, il sardo che, invece, ancora combatte con il pp, si mette nell’angolo, imbronciato, e poi tira fuori la pattadese e fa a pezzi lo sfortunato personaggio diversamente intelligente. E, fin qui, tutto nella norma, ad una provocazione segue una reazione. Però, purtroppo, la presenza del cromosoma pp si fa sentire in tutta la sua potenza anche quando non è provocato, cioè anche quando nessuno mette in dubbio la straordinaria intelligenza del popolo sardo, le sue magnifiche sorti e progressive, la sua bellezza, l’orgoglio etc. etc., quando, cioè, va in tilt. Uno degli ultimi casi di cromosoma pp andato in tilt riguarda l’incredibile e assurda polemica alimentata da L’Unione Sarda, il quotidiano più letto dai sardi, sull’ultimo film di Rocco Papaleo, ambientato in parte in Sardegna. Ebbene, l’attore cerca comparse sarde che, però, siano in grado di recitare senza inflessioni dialettali, cioè garantiscano il minimo sindacale che un attore decente dovrebbe offrire al pubblico: fare un corso di dizione per evitare di sentire insopportabili accenti quando non sono richiesti dal copione.  Ma ecco che il cromosoma pp, appena letta la frase su L’Unione “Cercansi attori ma senza accento sardo”, inizia ad imbronciarsi, si mette nell’angolo e, pian pianino, infila la mano in tasca, tocca la pattadese, la tira fuori e..zac, fa pubblicità a Papaleo e alla propria genialità.

Il gallo nichilista.

17 Lug

Da tantissimi anni, qui sul monte, vive una tribù di galli e galline, hanno uno stile di vita piuttosto libero, alcuni mormorano “libertino”, praticano l’amore libero, ogni gallo ha il proprio harem e dimorano tutti insieme in una gigantesca comune, sono un po’ i figli dei fiori del monte. Però, io non li vedo molto “peace&love”, le galline, infatti, hanno un temperamento bellicoso, sono pronte battibeccare per nulla, hanno un tono di voce piuttosto alto e, pur appartenendo alla medesima specie volatile delle aquile e dei falchi, non hanno la loro stessa vivacità mentale, sono galline. Ammetto di avere qualche difficoltà a relazionarmi con loro però, se capita, una chiacchierata da panificio, la faccio volentieri, anche perché, tutto sommato, sono creature buone, bellicose ma buone. Qualche giorno fa, una gallina particolarmente loquace, si lamentava del fatto che i giovani galli sono, oramai, vittime di una società che non li sa coinvolgere, non si entusiasmano più, sono depressi e non vanno nemmeno in giro a cercar pollastre! Addirittura, uno dei galletti dell’ultima generazione, in piena crisi adolescenziale, ha iniziato a manifestare segni di ribellione nei confronti della sua grande famiglia, e se ne sta sempre in un cantuccio al buio, non fa bagni di terra e nemmeno di sole, dice di essere lì a “riflettere sul destino delle nostre piume”. Pensavo che la gallina esagerasse, però, proprio ieri, mentre sistemavo uno dei sentieri del monte squassato dal forte maestrale, ho trovato questa scritta:

Anche i galli sentono la crisi?

Intervista con la giraffa.

21 Giu

Intervista pubblicata sull’edizione odierna de “L’Eco del Monte”, il quotidiano più letto dai montesi, gli abitanti del Monte.

L’Eco del Monte – 21 giugno 2012
Esclusiva intervista a Giraffa Dal Monte!
Giraffa, rintanata in una località segreta, anzi segretissima, alle pendici del Monte, ci svela i motivi del suo silenzio.

A cura di Camelo Pardalis

D.: buongiorno Giraffa, come sta?

G.: sto bene, grazie, starò meglio quando continuerai a darmi del “tu”, dal momento che ci conosciamo da una vita.

D.: ho capito, sei nervosetta.

G. no, non sono nervosetta, però se lo dici un’altra volta, può darsi che mi parta il collo, sulla tua testa.

D. sei sempre deliziosa. Allora, Giraffa, tutto il mondo si interroga sul tuo silenzio, cosa è accaduto?

G. mah, non è successo nulla, ho semplicemente difficoltà a finire i venti post che ho già iniziato, con tutte le cose che volevo raccontare ai miei amici del monte.

D. e perchè mai?

G. e che ne so. Inizio a scrivere, sono piena di entusiasmo, voglio condividere le cose che stanno accadendo, e ne stanno succedendo parecchie, terremoti, terreMonti, caldo, progetti, dubbi che iniziano ad andare via, IMU, consiglieri regionali che usano i risultati del referendum come carta igienica, il terremoto a 150km dalla Sardegna che, secondo gli esperti, è l’unica regione non a rischio sismico di tutta l’Italia, pensa le altre! Insomma, io scrivo, inizio a scrivere, poi mi accorgo che mi sto inca..ando molto, che non riesco a vedere il lato ironico e smetto, e m’inca..o ancora di più, e mi blocco. Capito?

D. sì, capito. Più o meno. Senti, e quando pensi di farti passare questo blocco?

G. boh, spero presto.

D. forse ti serve una vacanza da te stessa, come scrive la tua amica, quella che di mestiere fa la regina?

G. forse mi serve una vacanza vera, basta vedere questa faccia da esaurita per capirlo.

Buona rinascita.

8 Apr

Oggi, sul monte tira un vento di maestrale così forte che costringe i merli, le cornacchie, le tortore, i giaguari, i pescecani e i pesci rossi a stare tutti insieme nella grande grotta, quella che, di solito, usiamo per le grandi celebrazioni montane (per esempio, la nascita di un piccolo ornitorinco o di un’idea, l’unione dell’ape col fiore, l’unione degli opposti, la dipartita di una grande quercia, l’arrivo di amici che tornano dalla migrazione insomma, cose così, alle quali partecipano volontariamente tutti gli abitanti del monte). Quindi, grazie a questo maestrale, potremmo condividere tutti insieme la nostre piccole rinascite, ho già intravisto una tortora tirar fuori qualche nuova piumetta dopo aver trascorso anni a leccarsi vecchie ferite causate da chissà chi, che l’avevano lasciata quasi implume; ho pure visto un pesce rosso uscire dalla piccola tana nella quale si era rifugiato, dopo che chissà cosa aveva distrutto la sua abituale dimora, tra l’altro, il pesciolino mi ha confessato di non aver più paura e di essere intenzionato a costruirsi una nuova abitazione ancora più bella; ho visto un pescecane limarsi i denti, dice di aver scoperto la sua vera natura e di voler iniziare una nuova vita che rispecchi ciò che sente; ho perfino visto una giraffa farsi spuntare un artiglio, uno solo per ora, perchè dice che può esserle utile nella sua nuova vita. Insomma, qui sul monte si vede di tutto, tranquilli, si vedono anche abitanti che invece vogliono continuare a fare la vita di sempre, dal momento che li soddisfa pienamente. Perciò, cari amici che passate di qua, se avete un motivo per risorgere, in qualsiasi campo della vostra vita, vi auguro di risorgere, se siete già risorti, non posso che augurarvi di continuare così! Naturalmente, siete tutti invitati nella grande grotta, un ovetto per voi c’è di sicuro!

Aggiornamento del cavolo.

5 Apr

Ebbene, cari amici che ogni tanto venite a fare una passeggiata sul monte, ricordate che a gennaio vi avevo mostrato le immagini della mia cavolosa (sì, sì, proprio cavolosa) scoperta floreale? Ricordate quel bel cavoletto con le foglie verdi e viola, tutto tondo, tutto cespuglioso? Non lo ricordate? Eccolo:

E qui insieme a Puncia, quando ancora poteva guardarlo e annusarlo dall’alto in basso:Appena arrivato, il virgulto è stato posizionato in un punto un po’ ombreggiato, con il sole al pomeriggio, l’acqua (“non troppa!” come si era raccomandata la signora che me l’ha venduto) il sottovaso, e presentato agli altri abitanti del monte, perchè si sentisse a suo agio nella nuova dimora, povero cavolo. Acqua qui, acqua lì, togli le foglie secche, gira il vaso quando è troppo esposto, il giovanotto resisteva nella nuova dimora, con mio grande stupore e, lo ammetto, con soddisfazione,  cresceva, cresceva, cresceva. Fino a quando, l’altro giorno c’è stato il colpo di scena: Continua a leggere