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Corpo del reato: un ovetto Kinder (il lato folle della Giustizia).

30 Set

Il corpo del reato è un ovetto Kinder ma, considerato che il reato è stato commesso nel 2009, molto probabilmente si è deteriorato, a meno che, considerata la gravità del fatto, sia stato custodito in una teca a temperatura costante e possa, quindi, essere mostrato come simbolo della follia della nostra giustizia.

Ma, procediamo per gradi, poiché la questione è seria, sono state svolte delle indagini, c’è stato un rinvio a giudizio,  insomma, merita di essere approfondita: un giorno del 2009, a Taranto, il giovane Donato, di anni 18, sostava con un amico nei pressi dell’Ape poker che esponeva la merce in vendita del signor venditore ambulante (il nome della parte offesa non è stato fornito, per tutelarne la privacy, data la delicatezza del caso). In una frazione di secondi, il prezioso ovetto,  del valore di € 1,04, si trovava nelle mani di Donato e, a quel punto, le versioni sono contrastanti: il venditore afferma che il giovanotto intendeva rubare l’ovetto, Donato dichiara che, invece, teneva in mano la merce per mostrarla al venditore e acquistarla. Il venditore non crede alla versione del giovane, lo insulta e, per fare giustizia, chiama i carabinieri, i quali redigono un verbale e interrogano Donato in caserma, ma il venditore è irremovibile, neanche il padre del ragazzo riesce a fermarlo, nemmeno i tentativi successivi di trovare un accordo (arrivati addirittura all’offerta di € 1.600,00 per l’ovetto). Niente, il venditore non si piega e, per sua fortuna, trova un grande appoggio nella giustizia, in un p.m. solerte e assetato di giustizia anche lui, particolarmente sensibile al problema “furto di ovetti kinder” che semina il terrore nelle nostre città. Ebbene, il p.m. decide di rinviare a giudizio Donato per furto e l’anno prossimo si terrà la seconda udienza di questo fondamentale processo penale. Migliaia di euro spesi tra mobilitazione di carabinieri, giudici, cancellieri, spese per le notifiche, avvocati. D’altra parte, la giustizia è giustizia, anche nelle piccole cose. D’altra parte, cose del genere fanno pensare che qualche volta Silvio I non abbia torto. Houston, abbiamo un problema.

Acqua, nucleare, giustizia – Sì!

6 Giu

Il 12 e il 13 giugno si vota per il referendum. Solo in un Paese governato dal proprietario dei più importanti mezzi di comunicazione, i telegiornali nazionali (compresi quelli delle reti pubbliche) e i quotidiani non informano adeguatamente i cittadini sui quesiti referendari e sull’importanza del voto. Si può capire che il governo non voglia ascoltare le ragioni dei cittadini sulle proprie scelte, perciò si può capire che non pubblicizzi il referendum però il giornalismo è altra cosa dal governo, un’informazione libera non dovrebbe avere interessi coincidenti con quelli di chi governa e dovrebbe informare e basta ma, viste le condizioni di asservimento al grande capo delle tv, possiamo capire, ma non giustificare, anche il silenzio stampa o gli errori (orrori) di stampa di questi giorni. Il referendum è il più importante strumento di democrazia diretta che abbiamo in Italia, è uno dei pochi momenti in cui il potere, quello vero, decisionale, sulle questioni che riguardano la nostra vita, è in mano al popolo, in mano ad ogni singolo cittadino, dai diciotto anni in su, senza distinzioni di sesso, di condizioni economiche, di religione, di appartenenza politica, di gambe lunghe, di addominali piatti, di tacco 12, accidenti, è la democrazia pura, è l’art. 1 della Costituzione che diventa concreto e reale. “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” ecco, il referendum è una di quelle forme, la più importante, e il popolo deve muovere i piedini e andare ad esercitarla quella benedetta sovranità, per decidere del proprio futuro, per far capire che quel potere sovrano lo merita e nessuno può decidere al suo posto. Per raggiungere l’obiettivo, e decidere del nostro presente e del futuro nostro e di chi verrà dopo di noi, è necessario che vadano a votare la metà più uno degli aventi diritto al voto, perciò facciamo in modo che tutte le persone che conosciamo, e non conosciamo, siano informate e vadano a votare!

Questi sono i quesiti:

Primo quesito (scheda rossa) Privatizzazione dell’acqua e servizi pubblici di rilevanza economica

Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione

Si chiede l’abrogazione delle norme che attualmente prevedono l’obbligo di gara per affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori privati o a società miste dove il capitale privato non è inferiore al 40%.

Votando Sì chiediamo che la gestione del servizio rimanga pubblica.

Secondo quesito (scheda gialla) Profitti sull’acqua

Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito

Si propone l’abrogazione dell’articolo 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006, limitatamente a quella parte che dispone che la tariffa per il servizio idrico sia determinata tenendo conto dell’«adeguatezza della remunerazione del capitale investito». Ciò consentirebbe al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria si impedisce di fare profitti con l’acqua.

Votando Sì, si impedisce di fare profitti con l’acqua

Terzo quesito (scheda grigia) Nucleare

Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare

Il quesito propone l’abrogazione delle norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare.

Votando Sì, si dice no al nucleare.

Quarto quesito (scheda verde) Legittimo impedimento

Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

Il quesito propone l’abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale.

Votando Sì, diciamo no al legittimo impedimento e ricordiamo a tutti che i cittadini sono uguali davanti alla legge.

Per saperne di più:

http://www.criticamente.it/primo-piano/20568-referendum-del-12-e-13-giugno-ecco-perche-andare-a-votare-

http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2011_in_Italia

http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/

http://www.fermiamoilnucleare.it/

Caro Presidente Silvio I.

29 Mar

Caro Presidente Silvio I,

ho appreso con grande costernazione dei suoi problemi con la macchina della giustizia italiana e mi sento in dovere di consolarla: pensi che nel Paese da lei governato, l’Italia (le ricordo il nome, nel caso l’avesse dimenticato, sa, troppe cose per la testa) ci sono migliaia di persone nella sua stessa condizione, alcune centinaia di cittadini si ritrovano, per esempio, davanti al giudice del lavoro, a chiedere indietro il lavoro che avevano un tempo, con la retribuzione che avevano un tempo ma, probabilmente, lo vedranno solo nei sogni. Sempre nell’Italia da lei governata, caro Presidente, ci sono dei cittadini che, non avendo più un lavoro sufficientemente redditizio, non hanno più la possibilità di pagare gli interessi moratori al limite dell’usura imposti dalle banche e, per tale motivo, sono costretti a muoversi, proprio come lei, tra gli ingranaggi perversi della macchina della giustizia. In quello stesso Paese, glielo dico per consolarla della sua triste situazione, in una piccola isola sperduta nel mare, pare ci sia un’emergenza “fame-salute-sicurezza” dovuta agli sbarchi di migliaia di clandestini, profughi e non, dovuti in gran parte ad una situazione incresciosa a qualche chilometro di distanza dal suddetto Paese, situazione che alcuni si ostinano a chiamare guerra, nella quale siamo coinvolti direttamente. Se la cosa può esserle di consolazione, anche gli abitanti dell’isoletta in mezzo al mare rischiano di avere a che fare con i p.m., nel caso iniziassero a reagire in modo inopportuno alla situazione di emergenza, così come, per esempio, rischiano lo stesso inconveniente i terremotati, sa quelli che amano vivere negli alberghi e nelle casette prefabbricate piuttosto che a casa propria? Proprio quelli. Qualche problemino similare ce l’hanno, poi, alcuni consigli comunali dell’Italia da lei governata, sciolti per mafia. I pessimisti dicono che tutti questi rapporti con la giustizia siano legati ad un fenomeno chiamato crisi economica, o qualcosa del genere ma, caro Presidente, non la voglio angustiare con questi tristi pensieri, non pensi a governare un Paese così indisciplinato e sfigato, si distragga e si consoli come può, magari sognando di raddoppiare il suo reddito nel giro di un anno, da venti milioni di euro a oltre 40milioni, ed avere così i soldi per pagare avvocati e bungabunguers a vita, non è facile, lo so, ma vedrà che quei venti milioni di euro prima o poi si trasformeranno in realtà.

Cordialmente

Giraffa

P.S. Presidente, poi, mi raccomando, non pensi nemmeno al plutonio giapponese, all’acqua e all’aria radioattive, al nucleo che si fonde, alla gente che ha paura, non si preoccupi, sogni il raddoppio e tutto svanirà.


Tutto qui:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/03/26/visualizza_new.html_1531179074.html;

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/03/28/visualizza_new.html_1530344926.html

Muhammar e i ratti.

24 Feb

Probabilmente, le ragioni della straordinaria ondata rivoluzionaria che sta attraversando molti Paesi musulmani ce le spiegheranno bene solo fra qualche anno, a mente lucida, dopo aver visto chi ha preso il potere dopo le rivolte e come l’ha gestito. Sicuramente, già da oggi si può capire che il popolo non può tollerare ingiustizie e fame per sempre, prima o poi la rabbia, il malessere e la frustrazione esplodono e travolgono tutto, come una colata di lava, e si spera che lascino lo spazio per la creazione di un sistema di governo democratico, che garantisca condizioni di vita dignitose per tutta la popolazione. O, perlomeno, questo è quello che auguro ai nostri vicini di casa. E, in particolare, quello che auguro ai nostri vicini di casa libici, è di conservare al più presto solo il ricordo di uno dei più sanguinari dittatori della storia, Muhammar Gheddafi, dentro un mausoleo, l’unico posto dove non possa nuocere un essere umano che, dalla sua tana/bunker (come i ratti che lui tanto disprezza) ordina di sterminare il proprio popolo, il popolo che osa chiedere, contestare, mettere in dubbio la sovranità del colonnello arrivato al potere con un colpo di Stato, senza elezioni democratiche. E auguro a tutti noi, convinti di vivere in regimi democratici, di avere politici in grado di comprendere che diecimila morti ammazzati dal proprio Stato rappresentano una intollerabile carneficina di innocenti, da condannare con forza, e che assecondare le follie di un tiranno potrebbe portare un po’ di follia anche dalle nostre parti, con conseguenze imprevedibili.

Vignetta di Giannelli

Vignetta di Giannelli

Esame di avvocato 2009 – Modifiche urgenti.

13 Nov

200410271143050bilanciaSiccome qui sul monte ogni tanto ci preoccupiamo di dare informazioni di pubblica utilità, mi sembra corretto dare notizia alla collettività (mi è scappata pure la rima) dell’ultimo decreto del ministro della giustizia, emanato nottetempo mentre voi bravi angioletti italiani incontravate Morfeo, recante “Modifiche urgenti all’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense – Sessione 2009” pubblicato in G.U. n. 0010 del 12/13 novembre 2009 h. 00.01:

IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

Visto l’approvando d.d.l. in materia di prescrizione (ops, scusate, “processo breve”);

Visto l’inutile sterminio di alberi finalizzato alla produzione del materiale usato per la fabbricazione di manuali e codici che, in seguito all’approvazione dell’approvando d.d.l., verrebbero utilizzati alla stregua dei Rotoloni Regina (e nessuno osi dire che il Ministro fa pubblicità ai Rotoloni, chè altrimenti rischia vent’anni di carcere);

Ritenuta la necessità di indire una sessione di esami di abilitazione forense presso le sedi scelte dai candidati a seconda delle proprie esigenze personali (perché siamo in democrazia e siamo liberali)

DECRETA

Art. 1

1) L’esame ha carattere teorico-pratico ed è scritto ed orale. Il candidato dovrà dimostrare di saper contare fino al 2 e dovrà, inoltre, dare prova di conoscere lo stato di tutti i procedimenti penali degli imputati più potenti residenti sul territorio italiano.

2) Forza ragazzi, in fondo non è così difficile.

Il Ministro

L’irragionevole certezza.

28 Mar

La storia di Karol Racz è il classico “caso di scuola” che, con ogni probabilità, verrà usato nell’insegnamento del diritto penale e che, invece, dovrebbe essere oggetto di studio dell’argomento più generale “civiltà e giustizia” fin dalle scuole elementari. Quando all’università si affronta il concetto del “ragionevole dubbio” e si spiega per quale motivo, in un sistema civile e democratico, sia più grave e dannoso per la società mettere in galera un innocente piuttosto che lasciare per strada un delinquente, si fa fatica ad afferrare il concetto perché, inutile negarlo, le persone si immedesimano più facilmente nella vittima di un reato commesso da un delinquente che non nella vittima di un errore giudiziario commesso dallo Stato (che in teoria dovrebbe sempre tutelare le persone). Come ci diceva un professore “siete tutti bravi a fare i p.m.”, cioè a sostenere un’accusa, “ma non sempre le cose sono come sembrano”. Le cose, nel caso di Karol Racz, non erano come sembravano, quell’uomo piccolo, brutto, scuro, sembrava il ritratto dello stupratore, e la gente riusciva ad immaginarlo mentre violentava brutalmente una donna, era il carnefice perfetto, il colpevole perfetto. E invece no. Il colpevole perfetto, difeso da un bravo avvocato, era innocente, totalmente innocente, scagionato da prove scientifiche. E invece no. Racz, rumeno con quella faccia brutta, era e rimane colpevole. Quando una persona gli ha offerto un lavoro, camerieri e turisti sono “insorti” e una delle sue dipendenti gli ha detto apertamente che no, lei non avrebbe lavorato con un uomo accusato di stupro, e chi se ne frega se è innocente e quello stupro non l’ha mai nemmeno pensato. Straniero, con difficoltà a parlare la lingua del Paese ospitante, accusato di un delitto orribile, innocente per la legge ma colpevole per la società. Questa è la conseguenza dell’ errore commesso dallo Stato, la morte sociale o, nei casi migliori, l’emarginazione dal resto della comunità, per una “irragionevole certezza”. In un Paese che continua ad accogliere con grandi onori, e grandi voti, un politico condannato per favoreggiamento nei confronti di mafiosi (mafiosi che uccidono adulti e bambini e seminano terrore ovunque) o accoglie a braccia aperte un prete assolto dall’accusa di pedofilia soltanto per prescrizione ma condannato al risarcimento dei danni nei confronti della vittima (se non avesse commesso il fatto non avrebbe pagato il danno) e gli permette di continuare a predicare dal pulpito della sua chiesa. Se questa non è follia, le somiglia tanto.