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Vintage elettorale.

2 Giu

Quest’anno, voglio fare un esperimento, voglio catapultarmi nell’atmosfera degli anni ’40, quando gli uomini e le donne in quel lontano 2 giugno 1946 (finalmente le donne al voto!) hanno deciso del loro presente e del nostro futuro, regalandoci una forma di governo nuova di zecca, quella Repubblica nella quale la sovranità appartiene al popolo e non più ad un individuo e ai suoi eredi. Dovremmo ricordare ogni giorno l’enorme potere/dovere di cui siamo titolari, e dovremmo esercitarlo sempre, con determinazione, responsabilità, consapevolezza, nell’interesse della collettività, senza pigrizia. Ringraziando, ogni giorno, chi ci ha fatto questo dono.

Forse, mentre andavano a votare, nell’aria risuonavano queste note 😉

Lei impara fare attore può evitare far pagare biglietto?

26 Mar

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Noi questa donna la conosciamo da tempo, ci ha lasciato senza fiato con le sue indimenticabili uscite di altissimo livello istituzionale, politico, umano. Tanto per dire, è una che si è sentita “serena” dopo aver dichiarato ai magistrati di aver speso oltre 30mila euro in benzina, per andare su e giù per la Sardegna e illuminare il popolo sardo con le sue idee e i suoi progetti per la rinascita dell’Isola. Perciò, adesso non possiamo che essere orgogliosi di poterla condividere, in tutta la sua grandezza, con il resto d’Italia. Perdonatela se ancora non parla bene la vostra lingua, imparerà.

L’astensionismo è secondario.

25 Nov

Lo dice il nostro Presidente del Consiglio, e dobbiamo credergli perché ha ragione. Il numero dei cittadini che vanno a votare per eleggere chi li dovrà governare è completamente irrilevante ai fini della vittoria di un partito politico. Quindi, chi vince può dormire sonni tranquilli, ha fatto il proprio dovere, ossia portare a casa la vittoria, coppa e medaglia, ma guarda quanto è bravo, ma guarda quanto è intelligente. Tutto bello? Certo, nel Paese dell’orticello fiorito o nelle celesti dittature, questo è un sistema perfetto. Il politico che mira a vincere le elezioni come se fossero una partita di calcetto, infischiandosene della totale mancanza di pubblico, compagni di squadra, arbitro, avversari, è considerato, oggi, in Italia, il politico più intelligente della Nazione. Perché Kim Jong Renzi vince e tanto basta, a qualcuno. A me, e immagino a tutti i cittadini che nei giorni scorsi non sono andati a votare, non basta. Come cittadina, voglio essere governata da persone che hanno a cuore il bene della collettività, del popolo, non del partito o della propria immagine riflessa allo specchio. Voglio uno Stato forte, che garantisca la libertà, l’equità sociale, la sicurezza ad ogni singolo cittadino. Non me ne faccio proprio nulla di un gruppo di parolai che adora sentire il suono della propria voce e non perde nemmeno un secondo ad ascoltare le persone e i loro problemi, le loro esigenze. E allora, certo, l’astensionismo è secondario, la rabbia un po’ meno.

Com’è bello far la fame da Trieste in giù.

17 Giu

due briciole di civraxiuDa qualche anno, sono iscritta alla rete di LinkedIn, una sorta di social network dedicato al lavoro, per “lo sviluppo di contatti professionali”, pare sia utile. Al momento, non conosco nessuno che abbia trovato lavoro o incrementato la propria attività tramite quel sito e mi pare simile ai vecchio ufficio di collocamento, al quale ti iscrivevi inutilmente, poiché le assunzioni avvenivano sempre e comunque tramite conoscenza, diretta o indiretta, del datore di lavoro (non voglio scrivere dell’Agenzia del lavoro, ho una salute da tutelare). Però, diciamo che sono tutte delle belle invenzioni che, oltre a dare lavoro a chi le gestisce, alimentano l’illusione di un miracolo lavorativo/professionale e danno, comunque, la sensazione, a chi si iscrive, di non perdere tempo, anzi, di fare marketing di sé stessi etc.. Be’, anche l’autoconsolazione è importante. LinkedIn, tra la varie cose, ti avvisa se qualcuno, appartenente alla tua rete, aggiorna il proprio profilo, se aggiunge delle competenze, se instaura nuovi contatti. E così, qualche giorno fa, sono stata informata del fatto che una mia conoscente, che non vive in Sardegna, dove la penuria di lavoro ce la mangiamo a colazione, a pranzo, a cena e pure a merenda, ma in una regione della lussureggiante Padania, ha aggiunto una nuova, recentissima competenza. E va be’, questa vive in Padania, è laureata, con master e titoli, quasi quasi neanche leggo la nuova competenza, lo so già, sarà qualche attività fighissima, qualche incarico mitico, che leggo a fare? E invece, sono curiosa, leggo: la mia “amica” ha trovato un lavoro, retribuito e sicuramente più remunerativo del mio, e pure del suo precedente. Che lavoro? Cameriera, in un ristorante. Mi sono commossa. Perché? Perché una cameriera, attualmente, porta a casa uno stipendio che un professionista, giovane, sogna solo nelle notti migliori, quelle in cui ha preso il gastroprotettore. Eh già, perché nella nostra bella Italia, sempre più Paese delle ingiustizie sociali, si parla, giustamente, di operai, cassintegrati, disoccupati, licenziati, si pensa a tutelarli nel miglior modo possibile, per farli “arrivare alla fine del mese”, ma non si parla mai, mai, mai dei professionisti, soprattutto giovani ma non solo, che alla fine del mese non ci arrivano, non hanno tutele previdenziali (e per averle devono dare il sangue agli enti previdenziali privati) non hanno indennità di malattia, tantomeno ferie retribuite, troppo spesso non ricevono alcun compenso per il lavoro svolto, non posso svolgere altre attività e, preferibilmente, non devono lamentarsi, ne andrebbe del decoro dell’intera categoria alla quale appartengono. La situazione viene spiegata, in parte, in un approfondimento pubblicato sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, rende un po’ l’idea della situazione ma, c’è da scommetterci, sarà stato ignorato da chi ha potere decisionale in questo Paese e, nemmeno spreco i soldi della scommessa, sarà stato letto con una certa soddisfazione dalla vera casta. W l’Italia.

Corriere della Sera 14 giugno 2013

(la vignetta è di Tullio Boi  o Brulliotoi)

Un minuto di silenzio.

20 Apr

Un minuto di silenzio per la scomparsa della dignità dell’Italia.

AUGURI-ITALIA(l’immagine l’ho presa da qui)

Il dolce tepore dell’anarchia.

4 Mar

metto la testa a posto e divento anarchicaIl papa si è dimesso, il trono di Pietro è momentaneamente libero, e che fanno gli italiani? Si disperano? Urlano? Piangono? No, gli italiani sorridono, sentono un brivido di libertà che li attraversa sottopelle, ringraziano il papa, si complimentano con lui, e vanno avanti come prima, meglio di prima.

Il governo attuale sta per andare in pensione, le elezioni non ci hanno detto bene chi dovrà sostituirlo, si preannuncia un periodo di vacanza (vacanza!!) forse chiameranno un supplente preso dagli elenchi di chi ha fatto il concorsone, o forse ci manderanno in gita, e noi che facciamo? Attraversati dal solito brivido sottopelle, con il ghigno degli scolari che preparano il rospo per il supplente, sorridiamo, incassiamo e andiamo avanti, come prima, meglio di prima.

In fondo, siamo solo degli anarchici?

Perché Grillo.

1 Mar

pidocchi con valigiaAlla fine, sono andata oltre le sogliole (del precedente post) oltre qualsiasi dubbio e ho dato fiducia ai “grillini”, cioè al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, e sono soddisfatta della mia scelta.

Perché?

– Perché quella iniziata da Grillo è la cosa più simile ad una rivoluzione, sia pure civile, che io conosca, l’unica in grado di dare veramente inizio ad una riflessione seria da parte dei vecchi partiti sulla gestione della “cosa pubblica” nell’interesse dei cittadini e non del partito stesso. L’alternativa sarebbe molto cruenta e, avendola già provata in Italia, sappiamo quanto sia dolorosa e inefficace.

– Perché chi ha governato, in modo fallimentare, questo Paese negli ultimi vent’anni, in un’alternanza quasi invisibile tra destra e sinistra, capisca che non esistono dogmi in politica e chi fa male va a casa. Se siamo in queste condizioni di miseria economica e sociale, dobbiamo ringraziare solo quelle facce, riciclate in mille modi, in mille partiti, in mille sindacati, che con le loro azioni ed omissioni hanno permesso che i lavoratori diventassero carne da macello, i pensionati polli da spennare, i lavoratori autonomi e gli imprenditori vacche da mungere, i giovani una palla al piede, le donne un elemento decorativo.

– Perché il M5S, pur senza troppe disquisizioni sulle quote rosa e senza troppi paroloni sul ricambio generazionale, ma con i fatti, in un solo colpo, ha infilato in Parlamento più donne e giovani di quanto abbiano mai fatto gli altri partiti.

– Perché sul tavolo delle “trattative” con le istituzioni, ora ci sono temi che interessano milioni di persone e né la sinistra né la destra possono ignorarli.

– Perché ha permesso a migliaia di cittadini di avvicinarsi alla politica, e ha concretizzato il concetto di “partecipazione” tanto caro, solo a parole, alla sinistra, ormai ridotta ad un manipolo di pidocchi lucidati* spocchiosi che si limitano a parlarsi addosso.

Naturalmente, siccome il principio “chi fa bene va avanti, chi fa male va a casa” si applica a tutti i politici, diamo tempo e fiducia al M5S e poi si vedrà.

 

P.S. Tanto per dimostrare che nel PD hanno capito tutto, negli ultimi giorni hanno tolto dal sarcofago e rispolverato Massimo D’Alema per fare grandi discorsi alla nazione. Continuate così, fatevi del male.

 

* Traduzione di un’espressione sarda che mi piace molto “priogu allivingiu”, ossia “pidocchio ripulito o lucidato”.

Le sogliole sono la chiave di tutto.

15 Feb

sogliola«E se diventasse senatrice?» «Farò da portavoce ai miei elettori: se mi chiederanno di proporre una legge per rendere le sogliole meno piatte, lo farò».

Ok, per ora lasciamo in pace le sogliole e la loro ingrassatrice, veniamo al dunque, alle imminenti elezioni di fine febbraio. Posto che, ormai, non mi sento rappresentata da nessun partito e da nessun candidato, e che neanche con una maschera antigas potrei votarli, a questo punto, il mio problema non è più il “voto utile” ma la “protesta utile”. La mia unica arma di protesta da elettrice è la scheda bianca, significa che vado a votare, non me ne frego, non vado al mare, non vado a sciare, non mi faccio la ceretta, no, vado al seggio, mi costringo talvolta a vedere i sorrisi dei candidati, entro in cabina e comunico, lasciando la scheda in bianco, “siete invotabili, andate a casa tutti”. È chiaro che un gesto del genere, una protesta solitaria o di pochi ha ben poco valore o meglio ha ben poca influenza sui giochi elettorali e sulla politica ma se fossimo in milioni a farlo, be’, allora, si potrebbe iniziare una bella rivoluzione pacifica. Ma i tempi della rivoluzione pacifica a colpi di scheda bianca sono piuttosto lunghi, me ne rendo conto (:-D ) perciò il primo passo è quello di capire quale protesta elettorale possa essere più utile per l’inizio di un cambiamento positivo nella nostra politica, che ci permetta di liberarci da partiti sempre più simili a club esclusivi dove si entra per successione ereditaria, per cooptazione, per simpatia del capo, e che continuano a fare, sempre e soltanto, i propri interessi. E, secondo il mio ragionamento, questo l’unica alternativa alla scheda bianca, dovrebbe essere quello di votare un partito che rompa con i vecchi schemi politici, che abbia un programma nel quale, anche un pochino, mi rispecchio, portato avanti da persone oneste, in buona fede e che sappiano (almeno un pochino!) di cosa stanno parlando. Bene, quindi, il passo successivo è lo sguardo ai nuovi partiti e movimenti, alle facce nuove, di quelli che ancora non sanno cosa vuol dire scaldare la poltroncina, e le uniche novità significative sono Rivoluzione civile (il partito che fa capo ad Antonio Ingroia) e Movimento 5 Stelle (Beppe Grillo).

E così, continuo nella scelta della protesta utile, valutando le due proposte.
Prendo in considerazione il partito di Ingroia ma sorge subito un ostacolo: io ho un limite, e cioè non riesco ad accettare un magistrato in politica. A mio modestissimo parere, il fatto che un magistrato si candidi mette seriamente in discussione la base della nostra democrazia, ossia la separazione dei poteri dello Stato, quindi rappresenta un potenziale pericolo per la nostra convivenza civile, mi stupisco che si discuta di conflitto di interessi solo quando sono in ballo interessi di un privato, imprenditore o altro, e non quando sono coinvolti interessi pubblici di altissimo livello come la giustizia, l’indipendenza, la neutralità, l’autonomia dei magistrati, e, appunto, la separazione dei poteri. Niente da fare, Ingroia non fa al caso mio.

E allora, arrivo al Movimento 5 stelle: come ho scritto anche nel blog dell’amico Franz (tra i commenti a questo suo post)  il movimento è veramente nuovo rispetto a tutti i partiti, ed è l’unico per il quale potrei rinunciare al mio voto di protesta con scheda bianca, apprezzo il fatto che ci sia un’apertura a tutti i cittadini che hanno voglia di impegnarsi, sebbene pure il M5S mi lasci, per certi versi, perplessa. Per esempio, dalle mie parti, i candidati attuali quasi mai hanno preso posizione o comunque esternato le proprie opinioni su fatti locali molto rilevanti, non so se per paura di allontanarsi dalla linea del movimento o, semplicemente, per mancanza di idee al riguardo, ma questo non aiuta gli elettori che vorrebbero da un nuovo movimento un po’ di concretezza in più rispetto a tutti gli altri partiti. Però, anche in altre parti d’Italia si è talvolta presentato lo stesso problema, ho letto cose che voi italiani eravate abituati a sentire solo dalla bocca di Scajola e invece.. e invece, torniamo alla sogliola: «E se diventasse senatrice?» «Farò da portavoce ai miei elettori: se mi chiederanno di proporre una legge per rendere le sogliole meno piatte, lo farò», parola di Milena Bertagnin, la candidata del Movimento 5 Stelle a Rovereto*. Ora, posto che con le mie orecchie ho sentito lo stesso Grillo, in un’intervista a Radio MonteCarlo, ammettere che, in caso di vittoria sarebbero in difficoltà, e posto che il compito di un “eletto” non è quello di eseguire qualunque ordine arrivi dagli elettori, il voto al M5S, per ora, potrebbe essere, appunto, un voto di protesta o di opposizione, ma mi chiedo, molto sinceramente: ha senso una protesta del genere?

* la notizia è apparsa sul quotidiano Trentino domenica 10 FEBBRAIO 2013.

La iattura di nascere donna in Italia (ma meno male che c’è il PD).

31 Gen

In periodo di campagna elettorale, le donne italiane, come del resto i giovani italiani, i pensionati italiani, le famiglie italiane, i lavoratori italiani, i disoccupati italiani, si trasformano, nei discorsi della propaganda, in panda in via d’estinzione, da difendere con la promessa di abbondante bambù, di ameni luoghi dove riprodursi serenamente ed allevare la prole spensieratamente, di essere panda liberi, etc. etc. “perchè oggi, in Italia, per una donna non è mica facile” (sapessi com’era facile al tempo di mia nonna) come ci racconta lo spot del pd (dovete aspettare il minuto 0:32, dopo aver perso i sensi per eccesso di zuccheri causato dallo spot del bacio). Parole, parole, parole.

Peccato che la propaganda non sia seguita dal rispetto per le donne, per tutte le donne, qualunque attività svolgano, proprio da parte di una donna, parlamentare del pd, meglio nota per far proteggere il proprio carrello della spesa dagli uomini della scorta pagati con i soldi degli italiani, lusso (?) che una donna “normale” non potrebbe e nemmeno vorrebbe permettersi. Dovrebbe essere questo il valore aggiunto di un parlamentare?

Sardegna, pattumiera elettorale dell’Impero.

19 Gen

pattumieraIn Sardegna, la raccolta differenziata funziona, magari non riusciamo ancora a raggiungere gli obiettivi stellari del 100% ma, tutto sommato, va bene. Probabilmente, ciò è dovuto al fatto che, con grande senso pratico e un po’ di fantasia, negli anni, abbiamo affinato la tecnica di differenziazione e creato un sistema basato su diverse frazioni merceologiche, che agevolano notevolmente il cittadino nella scelta del bidoncino giusto dove buttare il vasetto dello yogurt o il cellophane o il vicino di casa antipatico. Per esempio, ultimamente, a periodi alterni, ci siamo resi conto che per aumentare la percentuale di raccolta differenziata, alle frazioni merceologiche tradizionali, cioè: la sostanza organica (umido, ossicini di pollo e tovaglioli di carta usati) i rifiuti di imballaggio (vetro, carta, plastica, metallo, utilizzati per gli imballaggi) i RAEE (le apparecchiature elettriche ed elettroniche) i rifiuti urbani pericolosi (per esempio, pile, batterie, farmaci, etc.) altri materiali (legno, ferro, tessili, etc.) è sufficiente aggiungere la frazione elettorale mista, ossia il rifiuto composto in parte da scarti di precedenti elezioni in parte da scarti umani di varia origine, provenienti anche dal resto dell’impero. In questo modo, abbiamo raggiunto picchi ragguardevoli, concludendo affari d’oro anche con il continente, altro che ecomafia, altro che traffico illecito di rifiuti, a noi tutte quelle cose non servono, noi abbiamo la frazione elettorale mista ! Il nostro slogan è “non sai più dove buttare un giornalista compiacente, un imprenditore becero, un politico bollito? Dallo a noi, ai confini dell’impero si ricicla tutto!”.

Per esempio, silvio I, nella sua immensa generosità e grazie al suo pallino per gli affari, ha colto subito l’occasione, già nel 2008 ci regalò Barbareschi da riciclare, oggi invece vorrebbe regalarci tale Flavio Briatore, un signore che apre e chiude locali notturni con soci portatori di materia prima (cioè Euro) e a noi va bene pure lui, con la sua molte potremmo raggiungere vette altissime, figuriamoci se lo rifiutiamo.

Anche quel genio del professor Monti ha deciso di aiutare la causa della raccolta differenziata in Sardegna e così ci ha donato tale Mario Sechi, giornalista grande (non grande giornalista, così, tanto per chiarire) e abile nel servire il padrone di turno, perfetto per il bidone grigio, raccolta differenziata alle stelle, altro che ecomafia!

Il PD, in uno slancio di generosità, ha deciso di spedirci tanto, tanto materiale da destinare alla frazione elettorale mista, per esempio tale Luigi Manconi (meglio noto come compagno di Bianca Berlinguer, figlia di amatissimo, sull’Isola e non solo, padre) e tale Francesco Sanna (gettato via come un imballaggio qualunque anche nelle primarie) nonostante la resistenza dei referenti locali che, per qualche terribile momento, ha fatto vacillare il privilegio di buttare tanto materiale nel cassonetto grigio, chissà, forse ognuno di loro avrebbe voluto contribuire alla causa della differenziata ma purtroppo il bidoncino non è così capiente.

Infine,  la lista di Ingroia avrebbe voluto aiutarci a far salire la percentuale,  cedendo per la causa tale Antonello Zappadu, fotografo noto al popolo per il suo grande impegno civile, grazie ai suoi scatti dentro casa di Berlusconi. Peccato, ha rinunciato perchè pare stia meglio in Colombia, dove vive abitualmente, e non abbia intenzione di essere riciclato in politica. Ce ne faremo una ragione. In ogni caso, quest’anno,  grazie alla frazione elettorale mista, il 90% di raccolta differenziata non ce lo toglie nessuno. Fino alle prossime elezioni.