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Piccoli eroi.

2 Apr

_MG_8493Ognuno ha una lista di eroi nel cassetto, con personaggi dai quali trarre ispirazione ed esempio. La mia è piuttosto variegata, contiene esseri umani ed animali, qualche nome famoso e parecchi sconosciuti, tutti accomunati dalla resistenza, dalla tenacia e dal coraggio, nelle avversità così come nella gioia (sì, anche nei momenti di gioia serve coraggio, tenacia e resistenza).  In questi giorni, alla lista si è aggiunto un personaggio: si chiama dendroica striata ed è un piccolo eroe della resistenza. Letteralmente piccolo, visto che pesa circa dodici grammi, piume comprese, e può stare su due dita della mano. Ebbene, questo piccolo essere piumato è in grado di percorrere oltre duemila chilometri, senza soste, nell’arco di 2-3 giorni, per andare dal Nord al Sud America, passando per l’Atlantico, guidato esclusivamente dall’istinto. Dendroica non poteva che entrare di diritto nella lista di eroi, tra quelli più misteriosi ed affascinanti, quelli che vivono guidati dall’intelligenza dell’istinto, e hanno capito qual è il proprio ruolo nel mondo senza farsi troppe domande.

 

Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (VIII Puntata)

6 Dic

giraffaProsegue la favola a puntate … Prendete posto accanto al fuoco scoppiettante, scaldatevi pure con l’infuso di pioggia del monte e assaggiate i biscotti con essenza di fruscio notturno, e dimenticate la realtà per qualche minuto 🙂

***

«Isadora?».
«Sì?».
«Voglio vedere le Cascate».
«Le vedrai, Giraffa, le vedrai».
«Ma le voglio vedere subito, ho un desiderio molto grande da realizzare».
«Lo so, Giraffa, lo so ma dovrai portare pazienza e farai ogni cosa quando sarà il tempo giusto».
«E come si sa quando è il tempo giusto?».
«Si sente in fondo al cuore, lo sanno le tue zampe, il tuo cervello, i tuoi muscoli, e sono pronti per partire».
«Ma io sono pronta per partire! Il mio cuore sente di voler partire, i miei muscoli, le mie zampe e il mio cervello sono proprio pronti, veramente!».
«No, Giraffa, il tuo cuore adesso è in tumulto, i tuoi muscoli fremono, le tue zampe sono stanche e il tuo cervello è pieno di pensieri. Non è ancora il tempo giusto per visitare le altre Cascate. Ne hai appena vista una molto bella e molto importante, e hai incontrato una creatura assai saggia e speciale come la grande Quercia».
«…».
«La vita, nel Bosco, è fatta di corse, di voli, di silenzi, di incontri, di lavoro. Ognuno di quei momenti è importante e bisogna viverlo con il cuore grato e la mente sveglia, poiché sono i milioni di modi in cui la vita ci mostra la sua bellezza e bisogna riconoscerli, sempre. La vita nel Bosco non è fatta solo di grandi desideri, piccola Giraffa, ricordalo sempre, è fatta di piccole, meravigliose, realtà e se le vivrai con gioia, anche i grandi desideri si avvereranno, senza che tu te ne accorga e senza troppo affanno. Stai tranquilla, ogni cosa accadrà, nel tempo giusto. E ora, sbrighiamoci, devi conoscere la tua nuova famiglia» e Isadora volò in alto a giocare con il vento.
«Isadora?».
«Sì?».
«Posso dirti una cosa?».
«Certo».
«Sei più forte di mille leoni della savana».
L’amica aquila mi guardò divertita, «ah sì? E allora, corri, o potei sbranarti in un solo boccone!».

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Tornammo a casa il mattino seguente, dopo esserci fermate a dormire al Rifugio del Viandante e aver ascoltato i racconti dei pipistrelli e degli altri viaggiatori, di ritorno dalle loro visite alle Cascate.

Al nostro arrivo, trovammo ad attenderci Cirisbonzia e Cristobalbo, i miei genitori adottivi, emozionati per quella grande novità dotata di zampe e collo lunghissimi.

Erano due tipetti simpatici e giovali, stavano in giro tutto il giorno, tra le radure o tra i cespugli, lavoravano tanto ma si godevano la vita nel Bosco, ed erano molto protettivi con i loro figli, ossia Tarcisio detto Nando, che era poco più grande di me , e i due piccoli Sirbo e Neddu.

Mi accolsero con amore e badarono a me con grande generosità.

Cirisbonzia si premurava sempre che avessi da mangiare e da bere in abbondanza, «tu sei una che cresce ancora, te lo dico io, arriverai fino alla chioma della grande Quercia!», mentre Cristobalbo mi dava lezioni di vita nel Bosco, con le sue frasi che somigliavano a quelle di mio padre, ma ancora più brevi e, talvolta, misteriose, del genere «eh, qui, la vita…», oppure «eh, nel Bosco non si può mai sapere», o ancora «umpf!».

Anche Nando era un buon cinghiale, e si rivelò un fratello altruista e un amico sincero. Dopo il nostro primo incontro, non proprio pacifico, lui ed io diventammo inseparabili compagni di giochi e di avventure.

«Ehi, Giraffa, da oggi, noi due diventiamo una specie nuova di fratello e sorella, lo sai?».
«Be’, sì».
«Bene, sei strana ma sei anche una tipa sveglia! Senti, allora, d’ora in poi, ti chiamerò sore’, che mi piace molto».
«Va bene, frate’».
Quello fu il nostro primo dialogo da fratello e sorella di una nuova specie.

D’altra parte, pur avendo dimensioni molto, molto, molto diverse, eravamo quasi coetanei e ci piacevano le stesse cose: correre tra cespugli e grandi alberi; sguazzare nelle acque fresche e limpide dei laghetti, insieme ai pesci, ai rospi,  alle raganelle, ai gamberetti; fare scherzi a Cirisbonzia e a Cristobalbo; tirare la coda ai piccoli Sirbo e Neddu; fare visita alla grande Quercia, ascoltare i suoi racconti, farla ridere per farle perdere il filo del discorso; giocare a nascondino con i cervi (Nando vinceva sempre, io mai, eppure mi nascondevo benissimo); organizzare il torneo di salto del lombrico; partecipare alla sagra del vento al contrario; giocare a “prendi il corbezzolo più in alto” (l’avevo inventato io e, chissà perché, vincevo sempre).

Nel Bosco c’erano tante cose da fare, luoghi segreti da scoprire, nuovi amici da conoscere, nuovi frutti da assaggiare. Insomma, non c’era proprio da annoiarsi. I miei momenti preferiti, però, erano quelli trascorsi insieme a tutti gli abitanti, in occasione del pranzo del Bosco , o nelle lunghe sere d’estate e nei pomeriggi invernali.

Il pranzo del Bosco si teneva ogni mese, nella Radura degli Agrifogli oppure, in caso di piogge molto forti, nella Grotta del Temporale, e dava modo ad ognuno di noi di realizzare fantasie culinarie di ogni tipo: alcuni portavano insalate di radici e rugiada; altri, zuppe di mistero con germogli di risate; altri ancora, biscottini ai raggi di sole, ricoperti di sorrisi al velo. Un sacco di cose buone! Come dite? Volete sapere quale prelibatezza preparavo io? Ah, be’, è semplice, il mio piatto forte era, ed è tutt’ora, l’insalata di fantasia con gocce di sole e brezza soffiata, appena verrete a trovarmi ve la farò assaggiare e mi direte! I nostri pranzi non erano come tutti gli altri: non c’erano posti assegnati a tavola, non c’era proprio la tavola, e ognuno era libero di spostarsi da un luogo all’altro, per scambiare quattro chiacchiere con tutti, per scherzare, per cantare, per stare bene, insomma!

I pomeriggi invernali alla Caverna della Neve, e le sere d’estate vicino al Lago della Luna, invece, erano dedicai ai racconti di storie reali o di fantasia. I più bravi a raccontarle erano sempre la Grande Quercia e il Vecchio Cervo dorato, rimanevo affascinata dalle loro parole.

A me piace, soprattutto, ascoltare ma, qualche volta, mi diletto nel racconto, come quella volta in cui, in una sera d’estate, Inut, l’amico cervo, disse «su, Giraffa, perché non ci racconti qualcosa della grande famiglia delle giraffe? Mi incuriosisce sapere come mai avete quel collo così lungo! Ma credo che anche gli altri amici siano curiosi», «fì, fì, noi fiamo curiofi, perché hai quel collo, Giraffa?» dissero in coro i lombrichi, e la grande Quercia «coraggio, Giraffa, raccontaci una storia». E così, decisi di svelare ai miei amici del Bosco, il segreto del lungo collo delle giraffe, la leggenda di Cercalù, la mia antenata. (continua)

I veri ribelli.

16 Dic

I veri ribelli, sono questi simpatici signori vestiti di viola e giallo (e poi, ditemi voi se non hanno gusto nell’accostamento dei colori!) che sfidano le basse temperature e i pregiudizi sui tempi e i modi delle fioriture:

iris selvaticoQuesti tipetti sono gli iris selvatici, che nascono quando hanno voglia. Come non ammirarli?

Come un leone in gabbia.

21 Feb

leonessa da flikrIn questi giorni, alle pendici del monte, fervono i preparativi per l’arrivo del circo “con gli animali dalla Russia”, i cartelloni sono affissi dappertutto, accanto alle facce dei politici del nostro circo permanente,  alcuni uomini hanno già iniziato a distribuire i volantini. E così, stasera, mentre finivo il mio giro della buonanotte su e giù per il monte, per salutare trichechi, barbagianni pimpanti, cinghiali assonnati, proprio sulla via del ritorno alla grotta delle giraffe, mi sono imbattuta all’improvviso nell’accampamento della grande famiglia circense animalie, dopo qualche secondo di stupore, ho messo a fuoco l’immagine davanti ai miei occhi e l’ho vista..era lì, sdraiata, dentro il piccolo recinto, ricavato per lei sul prato morbido, vicinissima alla rete di metallo,  alle roulottes, agli esseri umani, illuminata da una luce fioca, che mostrava la sua bellezza e che, ai miei occhi, rendeva l’immagine di una tristezza infinita: una leonessa nata libera, bella, feroce, selvaggia, elegante, animale sociale, messa in gabbia. Il sommo predatore, in cima a tutte le catene alimentari del mondo, ancora una volta, si rivela il più sciocco con i suoi attentati all’equilibrio della natura. Sono tornata alla grotta e ho sentito qualcosa di caldo che scorreva sulla guancia, forse era solo la pipì di un barbagianni.

1 milione di firme contro la vivisezione: proviamo?

18 Gen

stop vivisectionSono contraria alla vivisezione, la ritengo una pratica inutile e crudele, l’ho scritto mille volte ma una in più non fa male, sopratutto ora che ci viene data la possibilità di contribuire all’abolizione della sperimentazione su animali sul territorio europeo, con la abrogazione della direttiva 2010/63/UE  “Sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici“. Lo scorso anno, infatti, è nata l’iniziativa STOP VIVISECTION, con l’obiettivo di abrogare la direttiva e garantire maggiore tutela agli animali e qualche sicurezza in più agli esseri umani. Vi riporto qualche informazione dal sito ufficiale dell’iniziativa, che vi consiglio di visitare per qualsiasi dubbio.

“L’iniziativa STOP VIVISECTION nasce a seguito delle numerose e vibranti proteste dei cittadini europei rispetto all’approvazione della direttiva 2010/63/UE (detta “per la protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici”). Tale direttiva non ha avviato il percorso di abolizione di ogni forma di sperimentazione animale come previsto dai trattati europei, secondo i quali le politiche dell’UE devono tenere pienamente conto delle esigenze e del benessere degli animali in quanto esseri senzienti. Inoltre la sperimentazione animale rappresenta un serio pericolo per la salute umana in quanto i test animali non hanno alcun valore predittivo per l’uomo e frenano lo sviluppo dei nuovi metodi di ricerca biomedica.

Per saperne di più:

Grazie all’iniziativa popolare, dal 1 aprile 2012, i cittadini europei possono, con un milione di firme, partecipare direttamente all’attività legislativa dell’Unione Europea.

Con questo nuovo strumento la Commissione Europea è obbligata ad analizzare le richieste dei cittadini entro tre mesi dal deposito delle firme necessarie, organizzando un’audizione pubblica del comitato organizzatore e predisponendo in seguito una comunicazione in cui spiega in che maniera intende intervenire.

Per essere ascoltati, quindi, è necessario raccogliere 1 milione di firme entro il 1 novembre 2013, il tempo non è tantissimo ma diffondendo il messaggio tra tutte le persone che conosciamo, ce la possiamo fare 😉

Il sito ufficiale: http://www.stopvivisection.eu/it;
Firma la petizione (tenete a portata di mano la carta d’identità, è il documento richiesto per la sottoscrizione):  https://ec.europa.eu/citizens-initiative/ECI-2012-000007/public/signup.do ;

Attivati (per scaricare banner, volantini, locandine, petizione cartacea): http://www.stopvivisection.eu/it/content/attivati .

STOP VIVISECTION.

6 Ago

Come ho scritto altre volte, sono contraria alla vivisezione, infatti, qui sul monte l’abbiamo bandita da tempo, poichè la riteniamo una pratica inutile e crudele. D’altra parte, gli esseri umani continuano ad usare farmaci strettamente studiati per loro e gli animali fanno altrettanto, solo in alcuni casi eccezionali è possibile un utilizzo dei farmaci destinati agli umani anche per la cura degli animali, l’ho potuto verificare personalmente, ma si tratta, appunto, di casi eccezionali.  Purtroppo, ancora nessun rappresentante del Monte è entrato a far parte delle Istituzioni europee, perciò non abbiamo potuto direttamente impedire che l’Unione Europea, nel 2010, emanasse la direttiva 2010/63/UE  “Sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici“. Si tratta di una direttiva che non elimina la vivisezione ma si limita a prevedere dei metodi tendenti a “migliorare il benessere degli animali utilizzati nelle procedure scientifiche rafforzando le norme minime per la loro tutela in linea con i più recenti studi scientifici“. Nelle considerazioni preliminari contenute nella direttiva, si legge, tra le altre cose: “oltre agli animali vertebrati, che comprendono i ciclostomi, è opportuno includere anche i cefalopodi nell’ambito di applicazione della presente direttiva, poiché è scientificamente dimostrato che possono provare dolore, sofferenza, angoscia e danno prolungato“, “la scelta dei metodi e delle specie da utilizzare ha conseguenze dirette sul numero di animali utilizzati e sul loro benessere. È opportuno pertanto che la scelta dei metodi assicuri la selezione del metodo in grado di fornire i risultati più soddisfacenti causando il minor dolore, sofferenza o angoscia possibile. I metodi selezionati dovrebbero usare il minor numero possibile di animali per fornire risultati affidabili e ricorrere all’uso di specie con la minore capacità di provare dolore, angoscia, sofferenza o danno prolungato, che siano ottimali per l’estrapolazione nelle specie bersaglio. I metodi scelti dovrebbero, per quanto possibile, evitare come punto finale la morte dovuta alle gravi sofferenze provate durante la fase precedente alla morte. Laddove possibile, dovrebbero essere sostituiti da punti finali più umanitari che usano i sintomi clinici per determinare la morte imminente e consentono di uccidere l’animale senza ulteriori sofferenze”.

In considerazione dello stato attuale delle conoscenze scientifiche, l’uso di primati non umani nelle procedure scientifiche è ancora necessario nella ricerca biomedica. Vista la loro prossimità genetica con l’essere umano e le loro competenze sociali altamente sviluppate, l’uso di primati non umani nelle procedure scientifiche solleva specifici problemi etici e pratici in termini di soddisfacimento delle loro esigenze comportamentali, ambientali e sociali in ambiente di laboratorio. Inoltre, l’uso di primati non umani è un tema molto sentito dall’opinione pubblica. Pertanto, l’uso di primati non umani dovrebbe essere autorizzato unicamente in settori biomedici fondamentali per gli esseri umani per i quali non sono ancoradisponibili altri metodi alternativi di sostituzione. Il loro uso dovrebbe essere autorizzato solo ai fini della ricerca di base, della conservazione delle rispettive specie di primati non umani o quando i lavori, compreso lo xenotrapianto, sono svolti in relazione ad affezioni umane potenzialmente letali o in relazione a casi che abbiano un sensibile impatto sulla vita quotidiana della persona, ossia affezioni debilitanti.

“Poiché gli antecedenti di animali randagi e selvatici delle specie domestiche non sono noti e la loro cattura e detenzione negli stabilimenti ne accresce l’angoscia, essi non dovrebbero di norma essere usati nelle procedure”.

Diciamo che la sola lettura della direttiva mette i brividi, dal momento che fa intuire a quali sofferenze siano sottoposti gli animali durante gli esperimenti ma anche nelle fasi precedenti e successive, fino alla morte. Sinceramente, mi pare ci siano ben pochi margini di miglioramento della qualità della vita di animali sezionati da vivi per i quali, addirittura, la stessa anestesia potrebbe essere dolorosa o avere conseguenze dannose, come afferma la stessa direttiva.

Pare, comunque, che la filosofia del Monte sia condivisa anche da altri abitanti europei, infatti è nata l’iniziativa STOP VIVISECTION con l’obiettivo di abrogare la direttiva 2010/63/UE: è necessario raggiungere 1 milione di firme entro il 21 giugno 2010. Se siete interessati, qua sotto vi lascio tutti i riferimenti per sapere come attivarvi, sia come cittadini sia come comitato.

Il sito STOP VIVISECTION: http://www.stopvivisection.eu/it;

Direttiva 2010 vivisezione .

Frate Sole, sora Luna.

22 Apr

Ogni giorno è il giorno della Terra, che ci ospita, ci accudisce e ci punisce, ci nutre, ci disseta, ci accompagna con la sua bellezza, trattiamola bene e facciamo in modo che sia una casa comoda e accogliente anche per chi verrà dopo di noi. Oggi si festeggia la Giornata mondiale della Terra, e vi lascio le parole di Francesco, san Francesco, un uomo che molto tempo prima di noi, celebrava le meraviglie della Terra:

Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.

Laudato si’, mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.

Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato s’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

Delfini, uomini, e solidarietà tra esseri viventi.

9 Mar

Qualche giorno fa, in una spiaggia del Brasile, a 170 chilometri da Rio de Janeiro, un gruppo di mammiferi a due zampe dotati di costume salva un gruppo di trenta mammiferi dotati di pinna, spiaggiati per cause ancora sconosciute. Il video racconta tutto e non c’è bisogno che aggiunga troppe parole. Applauso e standing ovation!

Grazie, bellissimo colibrì.

27 Set

Wangari Maathai era una persona straordinaria, nel vero senso della parola, una di quelle persone di cui si butta via lo stampo appena vengono al mondo e che al mondo regalano generosamente il proprio cuore e le proprie energie. Era bella dentro  e fuori, con il suo sorriso solare e i suoi abiti sgargianti che, solo a vederli, mettevano subito il buonumore. Nel 2004 riceve il Nobel per la pace, per aver contribuito alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace, grazie al suo impegno contro la deforestazione e alla lotta per i diritti civili e in particolare delle donne. E che impegno: con l’associazione no profit da lei fondata nel ’77, Green Belt Movement, è riuscita a piantare trenta milioni di alberi nel continente africano, ma la sua vita, finita due giorni fa, è stata così ricca da non poter essere riassunta in poche parole (sotto trovate diversi siti che ne parlano).

Forse la favola che lei stessa racconta nel video, fa capire chi era Wangari Maathai, un piccolo, grande colibrì:

È la storia di un colibrì e di un’immensa foresta divorata dal fuoco. Tutti gli animali escono dalla foresta e rimangono  paralizzati, mentre guardano la foresta bruciare e sentono di essere impacciati, impotenti, tranne un piccolo colibrì. Lui dice “devo fare qualcosa per questo fuoco” e così vola fino al torrente più vicino prende un po’ d’acqua e la butta sul fuoco, e va su e giù, su e giù più veloce che può. Nel frattempo, tutti gli altri animali, alcuni di loro molto grossi, come gli elefanti, con una grande proboscide, che potrebbero portare molta più acqua, stanno lì, impotenti, inermi, e dicono al colibrì: ma cosa pensi di fare? Sei troppo piccolo! Questo incendio è troppo grande, le tue ali sono piccole, il tuo becco è così piccolo, puoi portare solo un po’ d’ acqua alla volta. Ma mentre loro continuano a scoraggiarlo, lui torna da loro, senza perdere tempo, e dice: “io faccio del mio meglio e questo, secondo me, è quello che ognuno di noi dovrebbe fare”. Tutti noi dovremmo sempre fare come il colibrì. Io posso sentirmi insignificante, ma di sicuro non voglio essere come gli altri animali della foresta, che guardano mentre il pianeta va in fumo. Io sarò un colibrì e farò del mio meglio.

http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2011/09/26/visualizza_new.html_698431185.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Wangari_Maathai

http://www.greenbeltmovement.org/

La caccia, se la conosci…

19 Set

…la vieti! Prendo ispirazione dal messaggio a pagamento pubblicato oggi a pagina 42 del Corriere della Sera, dal Comitato Naturale Caccia e Natura (lo slogan è ovviamente diverso: “La caccia, se la conosci…la rispetti!”) per complimentarmi con il Sindaco di Calasetta Antonio Vigo che, conoscendo la caccia, ed essendo consapevole dei pericoli legati alla presenza di persone armate di fucile tra le abitazioni, in seguito alle numerose segnalazioni dei cittadini minacciati da uomini esaltati e armati, ha vietato la caccia nelle campagne del suo paese, con un’ordinanza che ha fatto infuriare i cacciatori della zona. Sicuramente, è una decisione che farà discutere e può essere un buon inizio per liberarci della caccia, o almeno per limitarne la pratica scriteriata. Durante la stagione venatoria 2010-2011, oltre alla strage di animali, sono morte 35 persone (34 cacciatori e 1 non cacciatore) 74 persone sono rimaste ferite, tra queste 13 erano persone comuni: non è proprio normale che uno “sport” abbia queste conseguenze, è ora di abolirlo.