Tag Archives: giraffa

Baciamo le mani.

21 Ago

“Vittorio hai conquistato Roma, ora conquista il Paradiso”: il povero Vittorio dentro la bara, passato a miglior vita con il compito di conquistare l’Altro Mondo, era un mafioso, e il funerale del filmato si è svolto a Roma, non in uno sperduto paesino siciliano in mano ai clan mafiosi, proprio nella nostra capitale. Il video parla da solo, e fa male, ma a mio modestissimo parere, deve essere visto. Un po’ come quando si ha a che fare con una brutta ferita o con una brutta verità, bisogna guardarla in faccia, per capire e, se possibile, per guarire e migliorare. Sopratutto, per capire che se una cosa del genere è potuta accadere a Roma, e quindi se la mafia è arrivata ad espandersi oltre il proprio orticello, la responsabilità non è soltanto della politica, dei “politici” che siedono su qualche comoda poltrona, ma è di tutti noi che, a volte, preferiamo farci rubare la dignità, voltandoci dall’altra parte. Viva l’Italia.

In vacanza con cavalieri, abati e lupi.

4 Ago

IMG_20150802_111900«I giuramenti non sono fatti per gli uomini d’onore», sospirò il maestro d’armi. «Li spingono a compiere follie».

E sono follie che si compiono nel tardo medioevo, tra Ferrara, l’Insula Pomposiana e Reims, riempiendo oltre trecento pagine, con antiche e preziose reliquie, intrighi, peste nera, onore e coraggio.

Per un’estate medioevale 😉

To fly or not to fly?

28 Lug

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“The moment you doubt whether you can fly, you cease for ever to be able to do it.” J. M. Barrie, Peter Pan

Citazione

Fresh and red.

26 Lug

20150131_120728 (1)In response to The Daily Post’s weekly photo challenge: “Close Up.”

Stella di natale, in una giornata d’inverno.

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E buon compleanno.

20 Lug

 

 

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Ho verificato, le rughe sono un po’ aumentate, la cellulite pure, la pazienza idem, la consapevolezza lo stesso, sulla saggezza ci sto lavorando, la modestia abbonda, infatti concordo  con questo bel manifesto:

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Perciò è confermato: sto invecchiando 😀  Happy birthday.

Blogging in the wind.

2 Mag

2epoxf8Il Signor WordPress mi ricorda che ho iniziato a volare con il suo staff ben sette anni fa. Sette anni??!! Sì, con gli inevitabili alti e bassi, le trasformazioni, le malinconie, i momenti di gioia, le belle persone che ho conosciuto e che ancora resistono, qualche amico blogger di cui non ho più notizie (ma non ho perso la speranza di ritrovarli) e i nuovi incontri virtuali che mi hanno portato a scoprire persone deliziose dall’altro capo del mondo. È la potenza di internet, delle connessioni virtuali che ci permettono, molto democraticamente, di accorciare le distanze, di conoscere il mondo,  di ampliare i nostri orizzonti, di trarre ispirazione, o consolazione, o motivazione.keep-calm-and-blog1

Perché ho iniziato? Perché continuo? Forse perché ho bisogno di condividere, di conoscere, di imparare, di migliorarmi o, forse, perché ho ancora bisogno di una stanza tutta per me. Non so dare una spiegazione. Semplicemente, lo faccio perché lo sento, e ho capito che quando sento di voler fare qualcosa è inutile che provi a resistere, la devo fare, la farò.

Zucca-ChinottoCosa è questo blog? Niente di speciale, forse solo un vassoio di pasticcini, rigorosamente misti, con il bignè alla crema, quello alla panna, il cannolo, la crostatina di frutta, la tortina al cioccolato, i profiteroles, serviti con l’immancabile chinotto, il succo d’uva, o l’acqua di sorgente, all’ombra della Grande Quercia. Grazie a chi resiste e condivide da anni i suoi pensieri con i miei, a chi ha la pazienza di leggere, a chi ha la delicatezza di lasciare una traccia del suo passaggio, ai lettori silenziosi. I pasticcini sono per voi, servitevi pure, poi iniziamo con le pizzette e i salatini, non preoccupatevi 😀 .

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Mr WordPress reminds me it’s been seven years since I’ve started flying with them (blogging in the wind!). Seven years?! Yes. Seven years riding a rollercoaster, with highs and lows, pure joy and deep sadness, gentle irony and terrible anger, and many friends to share my thoughts and my feelings. Why did I start? Why do I go on blogging? I dont’ know. Maybe I just need to share my emotions, or to learn, or to grow up, or to become a better woman, ops a better giraffe (and I need to improve my english, too 😀 ) and I need to be inspired. What is this blog about? Nothing special, maybe it’s just like mixed pastries, and you can taste them with a good chinotto or grapes juice or fresh water, sitting under the Big Oak Tree. So thanks for reading, lovely bloggers, and don’t worry, we serve pizza and spicy food too 😉 .

Citazione

Traffic jam in the sand – Photo challenge “Intricate”

1 Mag

IMG_20140901_075328In response to The Daily Post’s weekly photo challenge: “Intricate.”

Orme sulla sabbia, in una mattina di settembre decisamente trafficata – foto scattata nel 2014 nel Sud della Sardegna.

Footprints and tracks in the sand, during the morning rush hours –  South Sardinia, Italy, September 2014.

Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (XI Puntata – La Cascata dell’Arcobaleno)

28 Mar

mistici-arcobaleno2E così, giunse anche il tempo di fare visita alla Cascata dell’Arcobaleno, la quinta in ordine di difficoltà, meraviglia delle meraviglie. Ci arrivai quasi per caso, senza aver programmato il viaggio con anticipo ma soltanto grazie a un sogno. Un sogno non mio. Una mattina, il mio fratello bis, Tarcisio detto Nando, si svegliò particolarmente euforico e, mentre ero impegnata nel quotidiano rito del ringraziamento, mi si avvicinò saltellante.

«Ehi, sore’, ho fatto un sogno».
«Scusa, Nando, puoi aspettare? Sto ringraziando».
«Uh, ma quanto sei lenta, io ho ringraziato quando le mammole erano ancora addormentate! Va be’, ora rimango seduto qua, ringrazio di nuovo insieme a te, poi ti racconto il sogno».

Dopo qualche minuto, finito il ringraziamento, ricominciò.

«Senti, sore’, ho fatto un sogno bellissimo, che non te lo puoi immaginare quanto era bello. Noi eravamo alla Cascata dell’Arcobaleno e lui, l’Arcobaleno in persona, giocava con noi! Dobbiamo andare, sbrigati, partiamo subito!».

«Veramente, per oggi avevo già in programma la pulizia del sentiero dei lombrichi, sai come sono fatti, sono pigri e li devo aiutare, altrimenti, quel sentiero rimarrà in disordine per giorni».

«Ma con quel sogno, l’Arcobaleno ci ha invitati ad andare da lui! Su, prendiamo con noi anche i lombrichi,  e domani ti aiuterò a pulire il sentiero».

«Ma il sogno è il tuo, mi sa che ha invitato solo te…».

«Uh, ma quante storie! Lui, l’Arcobaleno, lo sa che ti dico tutto, sa che sei mia sore’, ha mandato un invito unico soltanto per risparmiare, ma sulla busta del sogno c’era scritto espressamente “per Tarcisio detto Nando e per Giraffa”, è così, devi credermi! Ti ho mai detto bugie, io?».

«Be’, sì, quella volta…».

Mi interruppe, «ma stavolta è vero, veramente!».

«E va bene, avviso i lombrichi, li carico in spalla e partiamo».

Come avrete capito, non riesco mai a dire di no, quando si tratta di partire per qualche avventura. Continua a leggere

Buoni propositi non ne ho.

31 Dic

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Non ho una lista di buoni propositi che poi non seguirò, ho però un augurio per tutti i viaggiatori che passano di qua: un fiume di felicità, il tempo per navigarlo e l’umiltà per ringraziarlo. Buon 2015 a tutti!

Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (VIII Puntata)

6 Dic

giraffaProsegue la favola a puntate … Prendete posto accanto al fuoco scoppiettante, scaldatevi pure con l’infuso di pioggia del monte e assaggiate i biscotti con essenza di fruscio notturno, e dimenticate la realtà per qualche minuto 🙂

***

«Isadora?».
«Sì?».
«Voglio vedere le Cascate».
«Le vedrai, Giraffa, le vedrai».
«Ma le voglio vedere subito, ho un desiderio molto grande da realizzare».
«Lo so, Giraffa, lo so ma dovrai portare pazienza e farai ogni cosa quando sarà il tempo giusto».
«E come si sa quando è il tempo giusto?».
«Si sente in fondo al cuore, lo sanno le tue zampe, il tuo cervello, i tuoi muscoli, e sono pronti per partire».
«Ma io sono pronta per partire! Il mio cuore sente di voler partire, i miei muscoli, le mie zampe e il mio cervello sono proprio pronti, veramente!».
«No, Giraffa, il tuo cuore adesso è in tumulto, i tuoi muscoli fremono, le tue zampe sono stanche e il tuo cervello è pieno di pensieri. Non è ancora il tempo giusto per visitare le altre Cascate. Ne hai appena vista una molto bella e molto importante, e hai incontrato una creatura assai saggia e speciale come la grande Quercia».
«…».
«La vita, nel Bosco, è fatta di corse, di voli, di silenzi, di incontri, di lavoro. Ognuno di quei momenti è importante e bisogna viverlo con il cuore grato e la mente sveglia, poiché sono i milioni di modi in cui la vita ci mostra la sua bellezza e bisogna riconoscerli, sempre. La vita nel Bosco non è fatta solo di grandi desideri, piccola Giraffa, ricordalo sempre, è fatta di piccole, meravigliose, realtà e se le vivrai con gioia, anche i grandi desideri si avvereranno, senza che tu te ne accorga e senza troppo affanno. Stai tranquilla, ogni cosa accadrà, nel tempo giusto. E ora, sbrighiamoci, devi conoscere la tua nuova famiglia» e Isadora volò in alto a giocare con il vento.
«Isadora?».
«Sì?».
«Posso dirti una cosa?».
«Certo».
«Sei più forte di mille leoni della savana».
L’amica aquila mi guardò divertita, «ah sì? E allora, corri, o potei sbranarti in un solo boccone!».

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Tornammo a casa il mattino seguente, dopo esserci fermate a dormire al Rifugio del Viandante e aver ascoltato i racconti dei pipistrelli e degli altri viaggiatori, di ritorno dalle loro visite alle Cascate.

Al nostro arrivo, trovammo ad attenderci Cirisbonzia e Cristobalbo, i miei genitori adottivi, emozionati per quella grande novità dotata di zampe e collo lunghissimi.

Erano due tipetti simpatici e giovali, stavano in giro tutto il giorno, tra le radure o tra i cespugli, lavoravano tanto ma si godevano la vita nel Bosco, ed erano molto protettivi con i loro figli, ossia Tarcisio detto Nando, che era poco più grande di me , e i due piccoli Sirbo e Neddu.

Mi accolsero con amore e badarono a me con grande generosità.

Cirisbonzia si premurava sempre che avessi da mangiare e da bere in abbondanza, «tu sei una che cresce ancora, te lo dico io, arriverai fino alla chioma della grande Quercia!», mentre Cristobalbo mi dava lezioni di vita nel Bosco, con le sue frasi che somigliavano a quelle di mio padre, ma ancora più brevi e, talvolta, misteriose, del genere «eh, qui, la vita…», oppure «eh, nel Bosco non si può mai sapere», o ancora «umpf!».

Anche Nando era un buon cinghiale, e si rivelò un fratello altruista e un amico sincero. Dopo il nostro primo incontro, non proprio pacifico, lui ed io diventammo inseparabili compagni di giochi e di avventure.

«Ehi, Giraffa, da oggi, noi due diventiamo una specie nuova di fratello e sorella, lo sai?».
«Be’, sì».
«Bene, sei strana ma sei anche una tipa sveglia! Senti, allora, d’ora in poi, ti chiamerò sore’, che mi piace molto».
«Va bene, frate’».
Quello fu il nostro primo dialogo da fratello e sorella di una nuova specie.

D’altra parte, pur avendo dimensioni molto, molto, molto diverse, eravamo quasi coetanei e ci piacevano le stesse cose: correre tra cespugli e grandi alberi; sguazzare nelle acque fresche e limpide dei laghetti, insieme ai pesci, ai rospi,  alle raganelle, ai gamberetti; fare scherzi a Cirisbonzia e a Cristobalbo; tirare la coda ai piccoli Sirbo e Neddu; fare visita alla grande Quercia, ascoltare i suoi racconti, farla ridere per farle perdere il filo del discorso; giocare a nascondino con i cervi (Nando vinceva sempre, io mai, eppure mi nascondevo benissimo); organizzare il torneo di salto del lombrico; partecipare alla sagra del vento al contrario; giocare a “prendi il corbezzolo più in alto” (l’avevo inventato io e, chissà perché, vincevo sempre).

Nel Bosco c’erano tante cose da fare, luoghi segreti da scoprire, nuovi amici da conoscere, nuovi frutti da assaggiare. Insomma, non c’era proprio da annoiarsi. I miei momenti preferiti, però, erano quelli trascorsi insieme a tutti gli abitanti, in occasione del pranzo del Bosco , o nelle lunghe sere d’estate e nei pomeriggi invernali.

Il pranzo del Bosco si teneva ogni mese, nella Radura degli Agrifogli oppure, in caso di piogge molto forti, nella Grotta del Temporale, e dava modo ad ognuno di noi di realizzare fantasie culinarie di ogni tipo: alcuni portavano insalate di radici e rugiada; altri, zuppe di mistero con germogli di risate; altri ancora, biscottini ai raggi di sole, ricoperti di sorrisi al velo. Un sacco di cose buone! Come dite? Volete sapere quale prelibatezza preparavo io? Ah, be’, è semplice, il mio piatto forte era, ed è tutt’ora, l’insalata di fantasia con gocce di sole e brezza soffiata, appena verrete a trovarmi ve la farò assaggiare e mi direte! I nostri pranzi non erano come tutti gli altri: non c’erano posti assegnati a tavola, non c’era proprio la tavola, e ognuno era libero di spostarsi da un luogo all’altro, per scambiare quattro chiacchiere con tutti, per scherzare, per cantare, per stare bene, insomma!

I pomeriggi invernali alla Caverna della Neve, e le sere d’estate vicino al Lago della Luna, invece, erano dedicai ai racconti di storie reali o di fantasia. I più bravi a raccontarle erano sempre la Grande Quercia e il Vecchio Cervo dorato, rimanevo affascinata dalle loro parole.

A me piace, soprattutto, ascoltare ma, qualche volta, mi diletto nel racconto, come quella volta in cui, in una sera d’estate, Inut, l’amico cervo, disse «su, Giraffa, perché non ci racconti qualcosa della grande famiglia delle giraffe? Mi incuriosisce sapere come mai avete quel collo così lungo! Ma credo che anche gli altri amici siano curiosi», «fì, fì, noi fiamo curiofi, perché hai quel collo, Giraffa?» dissero in coro i lombrichi, e la grande Quercia «coraggio, Giraffa, raccontaci una storia». E così, decisi di svelare ai miei amici del Bosco, il segreto del lungo collo delle giraffe, la leggenda di Cercalù, la mia antenata. (continua)