Tag Archives: storia

Soldatino non farti ammazzar …

14 Lug

Se domani si va all’assalto
Soldatino non farti ammazzar…
Ta-pum, ta-pum, ta-pum…
Ta-pum, ta-pum, ta-pum…

 

I soldatini italiani ammazzati, durante la Prima Guerra Mondiale, sono stati circa 651.000, quel “circa” ovviamente non è un dettaglio da poco ma purtroppo la cifra esatta non si potrà mai conoscere. Inutile la retorica sulla guerra, giusta, ingiusta, utile, inutile, quei soldatini sono andati a combattere perché, in quel preciso momento della loro vita, la guerra era ciò che si doveva fare, senza che la Storia lasciasse loro alcuna scelta. Le parole, veramente, servono poco. L’unico modo per avere un’idea di quello che è stato, ed anche un po’ il modo per rendere onore alla memoria e al coraggio di quei soldatini, è vedere con i propri occhi i luoghi nei quali si è combattuta la Grande Guerra, percorrere con le proprie gambe i sentieri da loro percorsi cento anni fa (non sono poi così tanti) scendere nelle trincee strette e anguste dove trascorrevano ore, giorni, settimane, mesi interminabili, ascoltare in silenzio il fruscio degli alberi, il vento, gli animali. E non sarà sufficiente nemmeno quello, perché la guerra non si può immaginare.

Quota 85 - Monfalcone

Quota 85 – Monfalcone

La trincea Quota 85 Enrico Toti, chiamata così in onore dell’eroe della Prima Guerra Mondiale. Leggete la storia di Enrico Toti, è un esempio di grande forza e tenacia, anche al di fuori della guerra.

Quota 85 - Monfalcone

Quota 85 – Monfalcone

Se siete interessati, visitate il sito Itinerari della Grande Guerra, troverete tantissime informazioni, documenti, foto e video dell’epoca.

Non dimentichiamo. Non dimentichiamoli.

Citazione

Please come in.

5 Lug
????

Strassoldo

In response to The Daily Post’s weekly photo challenge: “Door.”

The medieval Castle of Strassoldo, Friuli Venezia Giulia, Italy.

 

Maybe life is an open door.

Vintage elettorale.

2 Giu

Quest’anno, voglio fare un esperimento, voglio catapultarmi nell’atmosfera degli anni ’40, quando gli uomini e le donne in quel lontano 2 giugno 1946 (finalmente le donne al voto!) hanno deciso del loro presente e del nostro futuro, regalandoci una forma di governo nuova di zecca, quella Repubblica nella quale la sovranità appartiene al popolo e non più ad un individuo e ai suoi eredi. Dovremmo ricordare ogni giorno l’enorme potere/dovere di cui siamo titolari, e dovremmo esercitarlo sempre, con determinazione, responsabilità, consapevolezza, nell’interesse della collettività, senza pigrizia. Ringraziando, ogni giorno, chi ci ha fatto questo dono.

Forse, mentre andavano a votare, nell’aria risuonavano queste note 😉

Citazione

Pieces of history.

23 Mag

IMG_20141028_071339In response to The Daily Post’s weekly photo challenge: “Broken.”

How to fix a small broken amphora … Ancient necropolis of Montessu, Sardinia, Italy.

Come ricomporre una piccola anfora rotta, proveniente dalla necropoli di Montessu, Sardegna.

Dalla mia finestra.

4 Apr

20150101_111540Dalla mia finestra, scruto l’orizzonte, osservo ogni increspatura del mare, studio ogni sfumatura di colore, per avvistare il nemico. Ma mi appare soltanto la grazia del mattino. Forse anche durante le battaglie si può apprezzare la bellezza.

Ecce homo.

12 Feb

Affascinata dalle imprevedibili conseguenze del libero arbitrio.

Obama a colazione.

8 Nov

Sveglia sempre all’alba, pastiglietta, esercizi, doccia, colazione con fette ai 250 cereali (mah!) con sopra mezzo chilo di miele di acacia, latte e orzo, e…oggi, ho voluto esagerare, insieme al miele ho spalmato sulla colazione pezzi di Obama, Barack  Hussein Obama II, 44° Presidente degli Stati Uniti, così, tanto per ispirarmi un pochino. E devo ammettere che mi ha dato delle soddisfazioni: ho buttato giù parole come “amore”, “uguaglianza”, “solidarietà”; ho digerito frasi articolate, riflessioni serie, esortazioni al lavoro e al senso di responsabilità per il raggiungimento di obiettivi comuni; rispetto per l’avversario; gratitudine. Poi, sono arrivati i commentatori nostrani, gli angelinialfano, i teatrini delle primarie, la politica dei vaffa, la magia si è interrotta ma l’ispirazione è rimasta.

Questo è il discorso (la versione integrale l’ho trovata senza traduzione)

Qui alcune traduzioni parziali:

http://video.repubblica.it/dossier/presidenziali-usa-2012-obama-romney/tutto-il-discorso-di-obama-in-inglese/109993/108377;

http://www.polisblog.it/post/28847/elezioni-usa-2012-il-discorso-di-obama-video.

Un cercatore di pietre ai confini dell’impero.

21 Feb

Il padre, che lo voleva notaio, avvocato, medico, lo definiva ciccadori de perdasa, cioè cercatore di pietre in lingua sarda ma, probabilmente, sarà stato comunque orgoglioso di quel figlio tanto appassionato di pietre e teulas, tegole, di storia, di Sardegna. Quel mancato notaio si chiamava Giovanni Lilliu e ha restituito ai Sardi (con la “S” maiuscola come usava lui) e al mondo intero un pezzo di storia della civiltà umana: Su Nuraxi, il Nuraghe di Barumini, con la sua reggia e il villaggio circostante, inserito nel 1997 dall’UNESCO tra i beni Patrimonio dell’umanità, simbolo dell’ingegno degli uomini vissuti in Sardegna alla fine del II secolo a.C. . Il professor Lilliu è morto ieri, all’età di 97 anni, anni di passione e di  impegno civile, in gran parte dedicati ad aiutare il popolo sardo a ritrovare l’orgoglio e la fierezza, per la discendenza da padri tanto ingegnosi e capaci. Grazie professore.

 

Auguri Italia!

17 Mar


Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, auguri!

Deu seu italiana.

11 Feb

Deu seu italiana” tradotto, per chi non appartiene al popolo discendente del Regno di Sardegna, significa “io sono italiana”, è un miscuglio di sardo (nella variante sulcitana e campidanese, perché mica esiste una sola lingua sarda, eh!) e di italiano, e in quel miscuglio linguistico c’è anche una mescolanza di storia e tradizioni, c’è un po’ di sangue nuragico, fenicio, punico, romano, aragonese, savoiardo, anche se non sempre quel miscuglio è stato il risultato di scelte del popolo ma di scambi, meri scambi commerciali o politici, o di conquiste legate alla posizione dell’Isola. Siamo stati terra di conquista e merce di scambio, dopo l’unità d’Italia siamo stati semplicemente italiani, parte di uno Stato, padroni e liberi (salvo, naturalmente, aggiustamenti) in casa nostra, titolari di diritti e di doveri da rispettare, da far rispettare, da rivendicare, cittadini con peculiarità da valorizzare. Ecco perché non sento nostalgia del Regno di Sardegna, o del Regno Sardo-Piemontese o come lo vogliamo chiamare, ecco perché oggi, nel 2011, ma così come dieci anni fa, o vent’anni fa, mi sento italiana e mi sento vicina agli italiani che vivono dall’altra parte del mare, nord, sud, centro. Se, in questo blog, non parlassi della mia provenienza, probabilmente, nessuno riuscirebbe ad individuarla, perché parliamo la stessa lingua, spesso affrontiamo problemi simili e abbiamo opinioni simili ma quando sono diversi questo non è certo dovuto alla diversa provenienza geografica, mi sembra un concetto abbastanza ovvio. Proprio questa ovvietà mi fa sorgere il dubbio che la ridicola polemica sui festeggiamenti per l’anniversario dell’Unità d’Italia (sì, festeggiamo/no, non festeggiamo) sia in alcuni casi, un pretesto per barattare condizioni ancora più vantaggiose per una parte del Paese, e quindi il classico esempio di opportunismo, in altri solo un modo per farsi notare, e in generale un modo per seminare discordia, metterci, ancora una volta, gli uni contro gli altri, facendo leva sul nostro malcontento e sull’attuale insoddisfazione. E invece, proprio l’anniversario dell’Unità potrebbe essere l’occasione per ritrovare i punti che ci accomunano, per parlare di libertà, di crescita comune, di impegno, di liberazione da una classe dirigente al di sotto delle nostre esigenze e delle nostre aspettative. Questa è la nostra festa, per una volta non lasciamogli mangiare la torta. Nostra.

Continua a leggere