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Obama a colazione.

8 Nov

Sveglia sempre all’alba, pastiglietta, esercizi, doccia, colazione con fette ai 250 cereali (mah!) con sopra mezzo chilo di miele di acacia, latte e orzo, e…oggi, ho voluto esagerare, insieme al miele ho spalmato sulla colazione pezzi di Obama, Barack  Hussein Obama II, 44° Presidente degli Stati Uniti, così, tanto per ispirarmi un pochino. E devo ammettere che mi ha dato delle soddisfazioni: ho buttato giù parole come “amore”, “uguaglianza”, “solidarietà”; ho digerito frasi articolate, riflessioni serie, esortazioni al lavoro e al senso di responsabilità per il raggiungimento di obiettivi comuni; rispetto per l’avversario; gratitudine. Poi, sono arrivati i commentatori nostrani, gli angelinialfano, i teatrini delle primarie, la politica dei vaffa, la magia si è interrotta ma l’ispirazione è rimasta.

Questo è il discorso (la versione integrale l’ho trovata senza traduzione)

Qui alcune traduzioni parziali:

http://video.repubblica.it/dossier/presidenziali-usa-2012-obama-romney/tutto-il-discorso-di-obama-in-inglese/109993/108377;

http://www.polisblog.it/post/28847/elezioni-usa-2012-il-discorso-di-obama-video.

Please, Mister Obama.

27 Mag

Psssssttt, Mister Obama, scusiii, Mister Obama, sono qui! Mister Obama! Senta, Mister Obama, posso chiamarla Bary, vero? Senta, io avrei un problema, o meglio, l’Italia ha un grosso problema, anzi ha diversi grossi problemi: innanzitutto, le impiegate delle Poste Italiane sono tutte antipatiche e scortesi, non se ne può più di andare a ritirare le raccomandate e dover litigare ogni volta, ma sa quanto tempo devo rimanere in fila? Ma, guardi, detto in confidenza, fosse solo quello il problema! Lei ha mai provato ad andare all’Inps? No? Davvero? Allora, è giusto che lei sappia, caro Bary, anzi, posso darti del tu tanto ormai ci stiamo raccontando i fatti nostri? Ti dicevo, Bary, è giusto che tu sappia quanto sono scortesi e inefficienti certe impiegate dell’Inps,un vero danno per la democrazia, non è che puoi fare qualcosa?

Senti, darling, poi, ci sarebbe un signore, che fa l’imprenditore, il politico, il simpatico, che dà segni di sofferenza profonda, come dicono i suoi amici, ecco, voi, che fate dimettere i vostri Presidenti per un innocente blow job, che a volte mandate a friggere le persone sulla sedia elettrica anche quando sono innocenti, che appena sentite odore di scandalo sessuale spedite a casa i vostri politici, ecco, voi che siete così democratici e generosi, potete venire a prenderlo? Noi, nel frattempo, ne cercheremo uno più autorevole, più rispettoso del proprio Paese e meno sofferente. Thanks.

Obama Peace&Love.

6 Mag


Ricordo che quando i saggi di Stoccolma decisero di assegnare il Nobel per la pace a Barack Obama manifestai il mio disappunto, perché a mio modestissimo avviso il premio Nobel, in qualunque settore, dovrebbe essere assegnato per meriti conseguiti, per obiettivi raggiunti o perlomeno, per l’impegno a raggiungerli a prescindere dai risultati, e nel caso di Obama, appena proclamato presidente degli Stati Uniti, quel premio mi era sembrato un po’ prematuro. I tizi di Stoccolma non mi ascoltarono, e non so perché. Oggi, a distanza di qualche giorno dall’eliminazione del nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti d’America, dalla sua disintegrazione, dalla grande prova di civiltà data dagli Stati Uniti d’America che uccidono il nemico e lo buttano in mare, a qualche giorno da quella che sembra una colossale presa per i fondelli ma potrebbe essere realtà, capisco che i tizi di Stoccolma avevano ragione, Obama è l’uomo giusto per infondere fiducia nei cuori e far sperare nella pace.  La pace su Marte.

Le altre foto ritoccate della Situation room le trovate su wired.com

La pace su Marte.

6 Dic
C'è vita su marte?

C'è vita su marte?

Se non tenessi così tanto alle mie scarpe, confesso che potrei lanciare un paio di infradito a Obama, magari in occasione della consegna del Nobel per la pace, prendendo esempio dal giornalista iracheno che l’anno scorso lanciò le sue scarpe a Bush (il mio dubbio all’epoca fu semplicemente come avrebbe fatto a recuperarle, non si scherza con le scarpe, perdincibacco!) mentre ai nostri amministratori pubblici nazionali potrei serenamente lanciare un calzino usato, molto usato, molto pulp. Barack Obama, dunque, per onorare il premio Nobel preventivo per la pace, ha deciso di spedire altri 30.000 (trentamila) soldati americani in Afghanistan, per la pace? Sì, per la pace, anche se non si sa se sia per la pace su Marte o su Saturno, comunque è per la pace. La giustificazione è stata questa: “Come comandante in campo, ho deciso di inviare altri 30mila soldati in Afghanistan nel vitale interesse della nostra nazione. (…) Sono convinto che la nostra sicurezza è a rischio in Afghanistan e Pakistan. Quello è l’epicentro dell’estremismo violento praticato da Al Qaeda. E’ da laggiù che noi siamo stati attaccati l’11 settembre ed da laggiù che, mentre parlo, nuovi attacchi vengono pianificati. Questo non è un pericolo immaginario, una minaccia ipotetica: nei mesi scorsi abbiamo catturato all’interno dei nostri confini dei terroristi inviati dalla regione di confine tra Afghanistan e Pakistan per compiere atti terroristici. (…) Gli americani sono stati vittime di attentati abominevoli provenienti dall’Afghanistan e sono tuttora il bersaglio di questi stessi estremisti che stanno complottando lungo il confine afgano. Abbandonare quell’area adesso significherebbe creare un rischio inaccettabile di nuovi attacchi contro il nostro paese e i nostri alleati”. Come giustamente fa notare Enrico Piovesana sul sito di PeaceReporter (vi consiglio di leggere tutto l’articolo) Obama ha usato le stesse argomentazioni che avrebbe usato Bush, la stessa propaganda, gli stessi concetti, nonostante nessuno abbia ancora dimostrato il collegamento tra gli attentati dell’11 settembre e l’Afghanistan. D’altra parte anche la pace su Marte ha le sue insondabili ragioni che noi terrestri non possiamo comprendere, è probabile che spedire 30mila soldati in una terra dove non esiste nemmeno il minimo rispetto del principio di uguaglianza tra i cittadini e il rispetto delle persone, sia utile alla pace dei marziani perché, diciamoci la verità, alla pace nel nostro mondo non fa molto bene. Anche noi italiani teniamo molto alla pace su Marte, quindi, abbiamo (hanno) deciso di spedire in Afghanistan altri mille soldati entro l’anno prossimo, in aggiunta ai 2.800 già presenti sul territorio, spendendo un bel po’ di soldi, considerato il fatto che nel 2009 si sono spesi oltre 500milioni di euro per la missione, in aggiunta ai 2,5 miliardi già usati dall’inizio dell’operazione di pace su Marte. Chissà se i marziani sanno che stiamo lavorando per loro?

(la foto di Marte l’ho presa da qui)

Il Nobel all’intenzione.

9 Ott

Il premio Nobel per la pace, è stato assegnato a Barack Obama «per i suoi sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli (…) la visione e gli sforzi di Obama per un mondo senza armi nucleari» inoltre «è stato riconosciuto soprattutto il valore delle sue dichiarazioni e degli impegni che ha assunto nei confronti della riduzione degli armamenti, della ripresa del negoziati in Medio Oriente e la volontà degli Stati Uniti di lavorare con gli organismi internazionali. Molto di rado una persona è stata capace di dare speranza in un mondo migliore e di catturare l’attenzione del mondo quanto è riuscito a Obama». In pratica, dal momento che, da quando Obama è stato eletto Presidente degli Stati Uniti, nel mondo ancora non è scoppiata la pace, e non si è nemmeno deciso cosa fare in Afghanistan, si tratta di un Nobel alle buone intenzioni e alle bellissime parole pronunciate quotidianamente dal Presidente. A me sembra un riconoscimento un po’ prematuro, comunque, contenti loro, contenti tutti, un Nobel non si nega a nessuno.

D’altra parte, anche recentemente Obama si è prodigato in favore della pace, rifiutandosi di ricevere il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, per evitare di irritare la Cina, ufficialmente, in previsione di un accordo per limitare la minaccia nucleare proveniente dalla Corea del nord e dall’Iran, presumibilmente, anche per ragioni economiche (basta rileggere la dichiarazione di Hillary Clinton durante la sua visita in Cina). Nei processi di pace, si sa, le minoranze sono destinate a soccombere e a subire la pace altrui. Mi pare giusto ricordare che nel 2007 il Dalai Lama è stato ricevuto dal Presidente Bush.

Ho visto Obama.

23 Set

Ho visto l’intervista di David Letterman a Barack Obama, il Presidente degli Stati Uniti, l’ho anche ascoltata tutta perchè ero, e sono, curiosa di capire se “l’uomo più potente del mondo” è solo un buon oratore o anche un uomo ragionevole. Barack Obama è entrambe le cose, un ottimo oratore, anche un po’ attore (ma quale politico non lo è?) e, soprattutto, una persona ragionevole, è un uomo che non vende la mondo la sua Verità, non è seduto su un cumulo di ideologie dal quale far discendere leggi e decisioni ineluttabili, Obama non ha la Verità in tasca ma ha dubbi e perplessità che intende affrontare e risolvere: alla domanda sulla missione in Afghanistan non ha liquidato il giornalista con un semplice “la missione non si mette in discussione” senza dare spiegazioni e senza affrontare il problema, come se la missione fosse un dogma, come hanno fatto il nostro Presidente della Repubblica, molti ministri e praticamente tutti gli esponenti della sinistra. No, Obama, che è a capo della Nazione che ha organizzato la missione e sta subendo le perdite maggiori in fatto di uomini, ha chiaramente fatto sapere al mondo che le scelte fatte in passato non sono dogmi e bisogna valutare bene la situazione per capire come procedere, dando spiegazioni a tutti i cittadini, perchè, in pratica, si deve pur spiegare che se si richiede un sacrificio alle famiglie americane lo si fa per uno scopo ben preciso e con tutte le garanzie possibili. Obama dà spiegazioni al suo popolo, dimostra di considerarlo intelligente e degno di rispetto, dimostra di lavorare per il bene comune, intende stravolgere il sistema sanitario ( e a questo punto non ho potuto fare altro che ringraziare il Cielo per essere nata in uno Stato che garantisce le cure mediche a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche) e spiega perché vuole farlo, non insulta chi è contrario ma prova a fargli capire che è “la cosa giusta”. Insomma, mi è sembrato un uomo ragionevole, e Letterman non mi è sembrato un servo del re, ho fatto qualche confronto con alcuni connazionali che vediamo sempre in tv ma, prima di sentire i miei succhi gastrici fare un ammutinamento, ho preferito lasciar perdere il confronto e sedare la rivolta interna. Yes, we can