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Vintage elettorale.

2 Giu

Quest’anno, voglio fare un esperimento, voglio catapultarmi nell’atmosfera degli anni ’40, quando gli uomini e le donne in quel lontano 2 giugno 1946 (finalmente le donne al voto!) hanno deciso del loro presente e del nostro futuro, regalandoci una forma di governo nuova di zecca, quella Repubblica nella quale la sovranità appartiene al popolo e non più ad un individuo e ai suoi eredi. Dovremmo ricordare ogni giorno l’enorme potere/dovere di cui siamo titolari, e dovremmo esercitarlo sempre, con determinazione, responsabilità, consapevolezza, nell’interesse della collettività, senza pigrizia. Ringraziando, ogni giorno, chi ci ha fatto questo dono.

Forse, mentre andavano a votare, nell’aria risuonavano queste note 😉

Se un magistrato è più morto degli altri morti.

13 Apr

In un momento di forte tensione sui magistrati e su tutta la giurisdizione, di fronte a quei morti non possiamo non fare una riflessione sulla solitudine in cui siamo stati lasciati, con gravi falle nella sicurezza (..) troppe tensioni si concentrano sulla giustizia in questa epoca di crisi: bisogna respingere ogni forma di discredito della giurisdizione, tema richiamato ieri dal Capo dello Statoparole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, nelle ore successive alla terribile sparatoria avvenuta al tribunale di Milano nei giorni scorsi. Allo stesso modo, il nostro Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in teoria rappresentante di tutti gli italiani, ha sentito il bisogno di affermare che “i magistrati sono sempre in prima linea e ciò li rende particolarmente esposti: anche per questo va respinta con chiarezza ogni forma di discredito nei loro confronti“. Ora, vogliamo ricordare che in quella che ormai viene chiamata “la strage del tribunale di Milano” sono morte tre persone, e una quarta è rimasta ferita, e si trattava di un giudice, di un avvocato, di due imprenditori? Qualcuno vuole farci capire perché invece la sparatoria è immediatamente diventata la strage dei magistrati? E qualcuno ci vuole spiegare perché della solitudine, della esposizione, della situazione di svantaggio nella quale si trovano gli avvocati e gli imprenditori non si sente il bisogno di parlare? Qualcuno, ancora, ci vuole illuminare sul perché sia considerato normale screditare e avvilire, ogni giorno, con leggi inique e totale assenza di tutele, avvocati e imprenditori? Qualcuno vuole prendersi la briga di guardare oltre il proprio orticello e rendersi conto che soltanto lavorando insieme sarà possibile uscire dalle sabbie mobili nelle quali stiamo sprofondando?

Non in nome mio.

8 Apr

imagesNei giorni scorsi, la Corte Europea dei diritti dell’uomo  ha condannato  l’Italia per i fatti della Diaz, avvenuti durante il G8 del 2001, quando la polizia italiana massacrò i manifestanti inermi all’interno della scuola Diaz di Genova.  Ce li ricordiamo bene quei fatti, no? Ce la ricordiamo la “macelleria messicana”, vero? Come raccontò il vice-questore aggiunto Michelangelo Fournier (udienza del 13 giugno 2007) “Arrivato al primo piano dell’istituto ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana. Sono rimasto terrorizzato e basito quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: ‘basta basta’ e cacciai via i poliziotti che picchiavano. Intorno alla ragazza per terra c’erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze“.

Per quei fatti, già nel 2012, la Cassazione con la sentenza  n. 38085 confermò le condanne della Corte d’Appello di Genova, per falso aggravato, nei confronti di alcuni alti funzionari della Polizia di Stato coinvolti nella vicenda (reclusione e pena accessoria dell’ interdizione dai pubblici uffici) riportando nella motivazione lo scempio fatto dagli uomini incaricati di tutelare la sicurezza nazionale. Una delle pagine più buie della nostra democrazia: 93 persone ingiustamente arrestate, e tra queste 87 subirono lesioni due furono dichiarate in pericolo di vita, a causa della furia degli agenti di Polizia, per un comportamento ben descritto dalla stessa Cassazione, come un “puro esercizio di violenza“, caratterizzato da un “massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia” , e ancora“l’assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta, in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che si era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime“.

Ce le ricordiamo anche le parole di De Gennaro (all’epoca dei fatti capo della Polizia (assolto) e poi Sottosegretario del Governo Monti) che, in seguito alla sentenza, espress“un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata“, senza nemmeno una parola per le vittime dei soprusi, le quali, di sicuro, non erano né terroristi né appartenenti alla criminalità organizzata.

E oggi, arriva la sentenza della Corte europea nei confronti dell’Italia, perché quei fatti possono essere qualificati come “tortura” e perché la mancata punizione dei colpevoli è dovuta alla mancanza di leggi al riguardo, che agevola la commissione di soprusi da parte delle forze dell’ordine.

Sentenza doverosa, dura, dolorosa, giusta e, allo stesso tempo, ingiusta. Ingiusta per tutti gli italiani onesti, perché gli autori di quello scempio della dignità umana e della democrazia hanno un nome e un cognome, un volto, e hanno scatenato la propria ferocia non in nome degli italiani, non per la sicurezza nazionale, ma in nome dei propri istinti, delle proprie frustrazioni e sarebbe bastato un briciolo di cervello (se non di umanità, probabilmente sentimento troppo evoluto) per evitare l’umiliazione di quelle povere vittime e di tutti gli italiani. Non l’avete fatto in nome mio.

La mamma è l’assassina? Evviva.

12 Dic

Quando un bambino, qualsiasi bambino ovunque nel mondo, muore, le uniche parole adatte sono quelle che non si dicono. Perché davanti alle cose inspiegabili e giganti della vita, si può solo tacere. Quando un bambino viene ucciso, invece, ci sentiamo tutti autorizzati a parlare, ad accusare con ferocia, a condannare velocemente e senza un processo, la prima persona con quella faccia un po’ così, con quell’espressione da assassino che finge di non esserlo, con quell’atteggiamento finto disperato, come quello di una madre che “non può non essere l’assassina del piccolo Loris”.  E tutti a festeggiare per una madre indagata per omicidio, festeggiare per aver avuto ragione, perché “l’avevamo detto noi giornalisti che quella fingeva di essere una santarellina”, con un assurdo e spietato compiacimento che stona terribilmente con la gravità di un’accusa devastante, sia che alla fine risulti fondata o meno. E per l’ennesima volta, i processi vengono fatti dalla stampa, giudice supremo del bene e del male, incapace di autolimitarsi. Viva l’Italia.

Com’è bello far la fame da Trieste in giù.

17 Giu

due briciole di civraxiuDa qualche anno, sono iscritta alla rete di LinkedIn, una sorta di social network dedicato al lavoro, per “lo sviluppo di contatti professionali”, pare sia utile. Al momento, non conosco nessuno che abbia trovato lavoro o incrementato la propria attività tramite quel sito e mi pare simile ai vecchio ufficio di collocamento, al quale ti iscrivevi inutilmente, poiché le assunzioni avvenivano sempre e comunque tramite conoscenza, diretta o indiretta, del datore di lavoro (non voglio scrivere dell’Agenzia del lavoro, ho una salute da tutelare). Però, diciamo che sono tutte delle belle invenzioni che, oltre a dare lavoro a chi le gestisce, alimentano l’illusione di un miracolo lavorativo/professionale e danno, comunque, la sensazione, a chi si iscrive, di non perdere tempo, anzi, di fare marketing di sé stessi etc.. Be’, anche l’autoconsolazione è importante. LinkedIn, tra la varie cose, ti avvisa se qualcuno, appartenente alla tua rete, aggiorna il proprio profilo, se aggiunge delle competenze, se instaura nuovi contatti. E così, qualche giorno fa, sono stata informata del fatto che una mia conoscente, che non vive in Sardegna, dove la penuria di lavoro ce la mangiamo a colazione, a pranzo, a cena e pure a merenda, ma in una regione della lussureggiante Padania, ha aggiunto una nuova, recentissima competenza. E va be’, questa vive in Padania, è laureata, con master e titoli, quasi quasi neanche leggo la nuova competenza, lo so già, sarà qualche attività fighissima, qualche incarico mitico, che leggo a fare? E invece, sono curiosa, leggo: la mia “amica” ha trovato un lavoro, retribuito e sicuramente più remunerativo del mio, e pure del suo precedente. Che lavoro? Cameriera, in un ristorante. Mi sono commossa. Perché? Perché una cameriera, attualmente, porta a casa uno stipendio che un professionista, giovane, sogna solo nelle notti migliori, quelle in cui ha preso il gastroprotettore. Eh già, perché nella nostra bella Italia, sempre più Paese delle ingiustizie sociali, si parla, giustamente, di operai, cassintegrati, disoccupati, licenziati, si pensa a tutelarli nel miglior modo possibile, per farli “arrivare alla fine del mese”, ma non si parla mai, mai, mai dei professionisti, soprattutto giovani ma non solo, che alla fine del mese non ci arrivano, non hanno tutele previdenziali (e per averle devono dare il sangue agli enti previdenziali privati) non hanno indennità di malattia, tantomeno ferie retribuite, troppo spesso non ricevono alcun compenso per il lavoro svolto, non posso svolgere altre attività e, preferibilmente, non devono lamentarsi, ne andrebbe del decoro dell’intera categoria alla quale appartengono. La situazione viene spiegata, in parte, in un approfondimento pubblicato sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, rende un po’ l’idea della situazione ma, c’è da scommetterci, sarà stato ignorato da chi ha potere decisionale in questo Paese e, nemmeno spreco i soldi della scommessa, sarà stato letto con una certa soddisfazione dalla vera casta. W l’Italia.

Corriere della Sera 14 giugno 2013

(la vignetta è di Tullio Boi  o Brulliotoi)

Il dolce tepore dell’anarchia.

4 Mar

metto la testa a posto e divento anarchicaIl papa si è dimesso, il trono di Pietro è momentaneamente libero, e che fanno gli italiani? Si disperano? Urlano? Piangono? No, gli italiani sorridono, sentono un brivido di libertà che li attraversa sottopelle, ringraziano il papa, si complimentano con lui, e vanno avanti come prima, meglio di prima.

Il governo attuale sta per andare in pensione, le elezioni non ci hanno detto bene chi dovrà sostituirlo, si preannuncia un periodo di vacanza (vacanza!!) forse chiameranno un supplente preso dagli elenchi di chi ha fatto il concorsone, o forse ci manderanno in gita, e noi che facciamo? Attraversati dal solito brivido sottopelle, con il ghigno degli scolari che preparano il rospo per il supplente, sorridiamo, incassiamo e andiamo avanti, come prima, meglio di prima.

In fondo, siamo solo degli anarchici?

Perché Grillo.

1 Mar

pidocchi con valigiaAlla fine, sono andata oltre le sogliole (del precedente post) oltre qualsiasi dubbio e ho dato fiducia ai “grillini”, cioè al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, e sono soddisfatta della mia scelta.

Perché?

– Perché quella iniziata da Grillo è la cosa più simile ad una rivoluzione, sia pure civile, che io conosca, l’unica in grado di dare veramente inizio ad una riflessione seria da parte dei vecchi partiti sulla gestione della “cosa pubblica” nell’interesse dei cittadini e non del partito stesso. L’alternativa sarebbe molto cruenta e, avendola già provata in Italia, sappiamo quanto sia dolorosa e inefficace.

– Perché chi ha governato, in modo fallimentare, questo Paese negli ultimi vent’anni, in un’alternanza quasi invisibile tra destra e sinistra, capisca che non esistono dogmi in politica e chi fa male va a casa. Se siamo in queste condizioni di miseria economica e sociale, dobbiamo ringraziare solo quelle facce, riciclate in mille modi, in mille partiti, in mille sindacati, che con le loro azioni ed omissioni hanno permesso che i lavoratori diventassero carne da macello, i pensionati polli da spennare, i lavoratori autonomi e gli imprenditori vacche da mungere, i giovani una palla al piede, le donne un elemento decorativo.

– Perché il M5S, pur senza troppe disquisizioni sulle quote rosa e senza troppi paroloni sul ricambio generazionale, ma con i fatti, in un solo colpo, ha infilato in Parlamento più donne e giovani di quanto abbiano mai fatto gli altri partiti.

– Perché sul tavolo delle “trattative” con le istituzioni, ora ci sono temi che interessano milioni di persone e né la sinistra né la destra possono ignorarli.

– Perché ha permesso a migliaia di cittadini di avvicinarsi alla politica, e ha concretizzato il concetto di “partecipazione” tanto caro, solo a parole, alla sinistra, ormai ridotta ad un manipolo di pidocchi lucidati* spocchiosi che si limitano a parlarsi addosso.

Naturalmente, siccome il principio “chi fa bene va avanti, chi fa male va a casa” si applica a tutti i politici, diamo tempo e fiducia al M5S e poi si vedrà.

 

P.S. Tanto per dimostrare che nel PD hanno capito tutto, negli ultimi giorni hanno tolto dal sarcofago e rispolverato Massimo D’Alema per fare grandi discorsi alla nazione. Continuate così, fatevi del male.

 

* Traduzione di un’espressione sarda che mi piace molto “priogu allivingiu”, ossia “pidocchio ripulito o lucidato”.

Le sogliole sono la chiave di tutto.

15 Feb

sogliola«E se diventasse senatrice?» «Farò da portavoce ai miei elettori: se mi chiederanno di proporre una legge per rendere le sogliole meno piatte, lo farò».

Ok, per ora lasciamo in pace le sogliole e la loro ingrassatrice, veniamo al dunque, alle imminenti elezioni di fine febbraio. Posto che, ormai, non mi sento rappresentata da nessun partito e da nessun candidato, e che neanche con una maschera antigas potrei votarli, a questo punto, il mio problema non è più il “voto utile” ma la “protesta utile”. La mia unica arma di protesta da elettrice è la scheda bianca, significa che vado a votare, non me ne frego, non vado al mare, non vado a sciare, non mi faccio la ceretta, no, vado al seggio, mi costringo talvolta a vedere i sorrisi dei candidati, entro in cabina e comunico, lasciando la scheda in bianco, “siete invotabili, andate a casa tutti”. È chiaro che un gesto del genere, una protesta solitaria o di pochi ha ben poco valore o meglio ha ben poca influenza sui giochi elettorali e sulla politica ma se fossimo in milioni a farlo, be’, allora, si potrebbe iniziare una bella rivoluzione pacifica. Ma i tempi della rivoluzione pacifica a colpi di scheda bianca sono piuttosto lunghi, me ne rendo conto (:-D ) perciò il primo passo è quello di capire quale protesta elettorale possa essere più utile per l’inizio di un cambiamento positivo nella nostra politica, che ci permetta di liberarci da partiti sempre più simili a club esclusivi dove si entra per successione ereditaria, per cooptazione, per simpatia del capo, e che continuano a fare, sempre e soltanto, i propri interessi. E, secondo il mio ragionamento, questo l’unica alternativa alla scheda bianca, dovrebbe essere quello di votare un partito che rompa con i vecchi schemi politici, che abbia un programma nel quale, anche un pochino, mi rispecchio, portato avanti da persone oneste, in buona fede e che sappiano (almeno un pochino!) di cosa stanno parlando. Bene, quindi, il passo successivo è lo sguardo ai nuovi partiti e movimenti, alle facce nuove, di quelli che ancora non sanno cosa vuol dire scaldare la poltroncina, e le uniche novità significative sono Rivoluzione civile (il partito che fa capo ad Antonio Ingroia) e Movimento 5 Stelle (Beppe Grillo).

E così, continuo nella scelta della protesta utile, valutando le due proposte.
Prendo in considerazione il partito di Ingroia ma sorge subito un ostacolo: io ho un limite, e cioè non riesco ad accettare un magistrato in politica. A mio modestissimo parere, il fatto che un magistrato si candidi mette seriamente in discussione la base della nostra democrazia, ossia la separazione dei poteri dello Stato, quindi rappresenta un potenziale pericolo per la nostra convivenza civile, mi stupisco che si discuta di conflitto di interessi solo quando sono in ballo interessi di un privato, imprenditore o altro, e non quando sono coinvolti interessi pubblici di altissimo livello come la giustizia, l’indipendenza, la neutralità, l’autonomia dei magistrati, e, appunto, la separazione dei poteri. Niente da fare, Ingroia non fa al caso mio.

E allora, arrivo al Movimento 5 stelle: come ho scritto anche nel blog dell’amico Franz (tra i commenti a questo suo post)  il movimento è veramente nuovo rispetto a tutti i partiti, ed è l’unico per il quale potrei rinunciare al mio voto di protesta con scheda bianca, apprezzo il fatto che ci sia un’apertura a tutti i cittadini che hanno voglia di impegnarsi, sebbene pure il M5S mi lasci, per certi versi, perplessa. Per esempio, dalle mie parti, i candidati attuali quasi mai hanno preso posizione o comunque esternato le proprie opinioni su fatti locali molto rilevanti, non so se per paura di allontanarsi dalla linea del movimento o, semplicemente, per mancanza di idee al riguardo, ma questo non aiuta gli elettori che vorrebbero da un nuovo movimento un po’ di concretezza in più rispetto a tutti gli altri partiti. Però, anche in altre parti d’Italia si è talvolta presentato lo stesso problema, ho letto cose che voi italiani eravate abituati a sentire solo dalla bocca di Scajola e invece.. e invece, torniamo alla sogliola: «E se diventasse senatrice?» «Farò da portavoce ai miei elettori: se mi chiederanno di proporre una legge per rendere le sogliole meno piatte, lo farò», parola di Milena Bertagnin, la candidata del Movimento 5 Stelle a Rovereto*. Ora, posto che con le mie orecchie ho sentito lo stesso Grillo, in un’intervista a Radio MonteCarlo, ammettere che, in caso di vittoria sarebbero in difficoltà, e posto che il compito di un “eletto” non è quello di eseguire qualunque ordine arrivi dagli elettori, il voto al M5S, per ora, potrebbe essere, appunto, un voto di protesta o di opposizione, ma mi chiedo, molto sinceramente: ha senso una protesta del genere?

* la notizia è apparsa sul quotidiano Trentino domenica 10 FEBBRAIO 2013.

La iattura di nascere donna in Italia (ma meno male che c’è il PD).

31 Gen

In periodo di campagna elettorale, le donne italiane, come del resto i giovani italiani, i pensionati italiani, le famiglie italiane, i lavoratori italiani, i disoccupati italiani, si trasformano, nei discorsi della propaganda, in panda in via d’estinzione, da difendere con la promessa di abbondante bambù, di ameni luoghi dove riprodursi serenamente ed allevare la prole spensieratamente, di essere panda liberi, etc. etc. “perchè oggi, in Italia, per una donna non è mica facile” (sapessi com’era facile al tempo di mia nonna) come ci racconta lo spot del pd (dovete aspettare il minuto 0:32, dopo aver perso i sensi per eccesso di zuccheri causato dallo spot del bacio). Parole, parole, parole.

Peccato che la propaganda non sia seguita dal rispetto per le donne, per tutte le donne, qualunque attività svolgano, proprio da parte di una donna, parlamentare del pd, meglio nota per far proteggere il proprio carrello della spesa dagli uomini della scorta pagati con i soldi degli italiani, lusso (?) che una donna “normale” non potrebbe e nemmeno vorrebbe permettersi. Dovrebbe essere questo il valore aggiunto di un parlamentare?

Sardegna, pattumiera elettorale dell’Impero.

19 Gen

pattumieraIn Sardegna, la raccolta differenziata funziona, magari non riusciamo ancora a raggiungere gli obiettivi stellari del 100% ma, tutto sommato, va bene. Probabilmente, ciò è dovuto al fatto che, con grande senso pratico e un po’ di fantasia, negli anni, abbiamo affinato la tecnica di differenziazione e creato un sistema basato su diverse frazioni merceologiche, che agevolano notevolmente il cittadino nella scelta del bidoncino giusto dove buttare il vasetto dello yogurt o il cellophane o il vicino di casa antipatico. Per esempio, ultimamente, a periodi alterni, ci siamo resi conto che per aumentare la percentuale di raccolta differenziata, alle frazioni merceologiche tradizionali, cioè: la sostanza organica (umido, ossicini di pollo e tovaglioli di carta usati) i rifiuti di imballaggio (vetro, carta, plastica, metallo, utilizzati per gli imballaggi) i RAEE (le apparecchiature elettriche ed elettroniche) i rifiuti urbani pericolosi (per esempio, pile, batterie, farmaci, etc.) altri materiali (legno, ferro, tessili, etc.) è sufficiente aggiungere la frazione elettorale mista, ossia il rifiuto composto in parte da scarti di precedenti elezioni in parte da scarti umani di varia origine, provenienti anche dal resto dell’impero. In questo modo, abbiamo raggiunto picchi ragguardevoli, concludendo affari d’oro anche con il continente, altro che ecomafia, altro che traffico illecito di rifiuti, a noi tutte quelle cose non servono, noi abbiamo la frazione elettorale mista ! Il nostro slogan è “non sai più dove buttare un giornalista compiacente, un imprenditore becero, un politico bollito? Dallo a noi, ai confini dell’impero si ricicla tutto!”.

Per esempio, silvio I, nella sua immensa generosità e grazie al suo pallino per gli affari, ha colto subito l’occasione, già nel 2008 ci regalò Barbareschi da riciclare, oggi invece vorrebbe regalarci tale Flavio Briatore, un signore che apre e chiude locali notturni con soci portatori di materia prima (cioè Euro) e a noi va bene pure lui, con la sua molte potremmo raggiungere vette altissime, figuriamoci se lo rifiutiamo.

Anche quel genio del professor Monti ha deciso di aiutare la causa della raccolta differenziata in Sardegna e così ci ha donato tale Mario Sechi, giornalista grande (non grande giornalista, così, tanto per chiarire) e abile nel servire il padrone di turno, perfetto per il bidone grigio, raccolta differenziata alle stelle, altro che ecomafia!

Il PD, in uno slancio di generosità, ha deciso di spedirci tanto, tanto materiale da destinare alla frazione elettorale mista, per esempio tale Luigi Manconi (meglio noto come compagno di Bianca Berlinguer, figlia di amatissimo, sull’Isola e non solo, padre) e tale Francesco Sanna (gettato via come un imballaggio qualunque anche nelle primarie) nonostante la resistenza dei referenti locali che, per qualche terribile momento, ha fatto vacillare il privilegio di buttare tanto materiale nel cassonetto grigio, chissà, forse ognuno di loro avrebbe voluto contribuire alla causa della differenziata ma purtroppo il bidoncino non è così capiente.

Infine,  la lista di Ingroia avrebbe voluto aiutarci a far salire la percentuale,  cedendo per la causa tale Antonello Zappadu, fotografo noto al popolo per il suo grande impegno civile, grazie ai suoi scatti dentro casa di Berlusconi. Peccato, ha rinunciato perchè pare stia meglio in Colombia, dove vive abitualmente, e non abbia intenzione di essere riciclato in politica. Ce ne faremo una ragione. In ogni caso, quest’anno,  grazie alla frazione elettorale mista, il 90% di raccolta differenziata non ce lo toglie nessuno. Fino alle prossime elezioni.