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L’equilibrio delle pietre.

16 Mag

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Sono sempre stata affascinata da quegli omini di pietra o piccoli totem in equilibrio instabile, posizionati lungo i sentieri di montagna, sulle sponde di un fiume o in riva al mare.
Mi sono sempre chiesta quale fosse il segreto del loro equilibrio, apparentemente fragilissimo, con quale misteriosa magia la mano di un essere umano riuscisse a far rimanere in piedi delle pietre di forme e dimensioni diverse e completamente irregolari.
Mistero.
Fino a qualche giorno fa quando, in un posto magico, a ridosso di una spettacolare cascata sul mare, ho visto degli omini di pietra e, semplicemente, mi son detta “provaci”, così ho scelto le pietre che mi sembravano più appropriate, le ho poggiate una sopra l’altra, aiutandole a trovare la posizione che maggiormente si adattasse alle altre nel modo più naturale possibile.
Miracolosamente, i miei omini sono rimasti in piedi, regalandomi una incredibile sensazione di gioia e pace.
Non so se siano ancora lì o se il Maestrale le abbia fatte tornare alla terra, ma le pietre sono rimaste in piedi per un tempo che mi è sembrato lunghissimo rispetto alla precarietà della mia piccola “opera”.
Mistero? Magia? No, solo ispirazione, calma, pazienza, mente libera, umiltà.
Tutto ciò si chiama “stone balance“, è una forma d’arte molto particolare e, a parte le schiappe come me ( 😀 ) nel mondo esistono dei “balancer” straordinari, che realizzano dei piccoli capolavori di equilibrismo, qui trovate il relativo manifesto.

To fly or not to fly?

28 Lug

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“The moment you doubt whether you can fly, you cease for ever to be able to do it.” J. M. Barrie, Peter Pan

Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (XVI Puntata – La Cascata della Luce nel Solstizio d’estate)

21 Giu

imagesIl mattino seguente, al mio risveglio, alcuni viandanti dormivano profondamente, altri sonnecchiavano e altri ancora erano già pronti per il loro viaggio. Scambiai qualche parola con loro ma ero impaziente di riprendere il mio viaggio e mi diressi subito verso l’ingresso della Grotta, per vedere lo stato del temporale. In cuor mio, speravo fosse finito ma avrei ripreso il viaggio in qualsiasi condizione. Man mano che mi avvicinavo all’ingresso, la luce aumentava, allungai il collo per annusare l’aria e sentii il forte odore della terra bagnata,  sbucai fuori e vidi che le nuvole erano sparite, per lasciare il cielo limpido, con le stelle brillanti e tremolanti.

Poiché il sentiero era stato in parte cancellato dall’acqua, furono proprio le stelle del mattino ad indicarmi la strada per proseguire alla volta della Cascata della Luce, e così ripresi il mio cammino verso est.

Il cielo, nel frattempo, iniziava a schiarire, il Bosco si animava grazie al canto degli uccelli e il rumore dei torrenti, riempiti dalla pioggia della notte precedente, accompagnava il mio trotto. E poi, finalmente, la grande palla rossa e infuocata.

Con grande stupore, mi resi conto che ero giunta in una parte del Bosco non particolarmente umida, nella quale l’antico sentiero dei padri fondatori, era di nuovo visibile. Iniziai a percorrerlo al galoppo, stando ben attenta a ricordare tutti i segni e le tracce del percorso. Il sentiero, dopo aver attraversato la parte interna della montagna, riprendeva il costone, con una bellissima vista sulla vallata tra i due monti, dove nasceva il sole.

Nel mio galoppo, però, non vidi davanti a me, proprio nel bel mezzo del vecchio sentiero, la piccola roccia che spuntava con le sue punte aguzze e così, improvvisamente, inciampai, persi l’equilibrio e, in un attimo, senza nemmeno avere il tempo di capire cosa mi stesse capitando, mi ritrovai a scivolare lungo il costone della montagna, fino a cadere nel dirupo che portava alla valle.

«Per tutti i leoni della savana! Ma è possibile che una piccola roccia appuntita possa far saltare una giraffa grande e grossa come me?» esclamai, mentre cercavo di capire dove fossi finita. Mi sentivo ammaccata, dolorante, frastornata e mi resi conto di avere una profonda ferita alla zampa anteriore destra.

«Sì, è possibile», mi voltai e vidi una volpe dal pelo rosso brillante, intenta a lucidarsi la coda. Continua a leggere

Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (XV Puntata – La Cascata della Luce)

25 Mag

imagesUna mattina, alla fine della primavera, iniziai il mio viaggio verso la Cascata della Luce.

Tutti sapevano della mia partenza, perciò, quel giorno, al mio risveglio, prima del sorgere del sole, mi ritrovai circondata da tutti gli amici, un po’ come accadde il giorno in cui arrivai al Bosco, tanti anni prima. Ma stavolta, l’atmosfera era completamente diversa, sembrava quasi una festa: Nando, Cirisbonzia e Cristobaldo, insieme ai giovani Sirbo e Neddu, avevano lucidato i loro peli ispidi ed ora brillavano alla luce delle stelle; Gianni mostrava la sua chioma argentata; i lombrichi saltellavano felici; Isadora era ferma, accanto alla Grande Quercia; il palco del Vecchio Cervo dorato scintillava; Gina Volpetta mi guardava con gli occhi vispi, insieme a tutti gli altri abitanti del Bosco. Erano emozionati, come me, d’altra parte.

Ognuno aveva una raccomandazione diversa, un consiglio, un suggerimento dettati  dalle diverse esperienze che avevano vissuto con la Cascata più difficile da  raggiungere.

Il viaggio sarebbe stato lungo, come mi spiegò Isadora, «a partire da oggi, per tre volte vedrai il sole sorgere e per due volte saluterai la luna crescente».

Sarei dovuta arrivare a destinazione nel giorno più lungo dell’anno, quando il sole sorge prima che in tutti gli altri momenti dell’anno e tramonta più tardi, ossia nel  giorno del solstizio d’estate.

Avrei affrontato il viaggio in solitudine. Nel percorso avrei incontrato altre creature  del Bosco ma nessuno dei miei amici sarebbe partito insieme a me, avrei dovuto  contare solo sulle mie forze.

«Ricorda – disse Isadora – fidati solo del tuo istinto».

«Lo farò».

Ero pronta.

Salutai gli amici, la nuova famiglia e partii verso la mia meta. Non conoscevo il  percorso, sapevo soltanto che mi sarei dovuta dirigere verso est, seguendo il vecchio  sentiero, detto il Sentiero della Luce, tracciato nei tempi antichi dai padri fondatori,  i quali scoprirono la Cascata della Luce per caso, durante il loro viaggio alla scoperta  della culla del sole, «vogliamo vedere dove nasce il sole» dissero alla Grande Quercia e partirono verso l’est.

Il sentiero si stagliava lungo il costone del Monte del Sole, una delle montagne più  grandi del Bosco, e permetteva di avere una visuale sull’intera vallata incantata ma, a  quell’ora del mattino, con le stelle e con una sottile luna crescente, ancora non  riuscivo a vedere né la valle né l’orizzonte, ma soltanto le loro sagome. L’aria era fresca e ciò mi permetteva di correre lungo il sentiero, in modo da accelerare i tempi,in previsione del lungo percorso che mi aspettava e degli imprevisti che, come capita  in ogni viaggio, avrei dovuto affrontare. Galoppai fino a quando il sole iniziò ad  illuminare il cielo, donandogli i colori del rosa e del celeste, in un miscuglio sempre  affascinante. Mi resi subito conto, però, che in lontananza un fitto gruppo di nuvole  nere occupava il cielo e avanzava verso la mia direzione. Non ci feci caso più di tanto, poiché in quel momento il mio pensiero era rivolto esclusivamente al Sentiero della  Luce il quale, in alcuni punti, era solcato dal passo dei milioni di abitanti del Bosco che  lo avevano attraversato nel corso dei millenni, in altri, al contrario, appariva quasi  cancellato, forse dal vento o da altri eventi. Continua a leggere

Un’altra cosa.

19 Mag

IMG_20150519_080022La Sardegna è un’altra cosa.. Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa.

David Herbert LawrenceMare e Sardegna1921

 

This land resembles no other place. Sardinia is something else. Enchanting spaces and distances to travel-nothing finished, nothing definitive. It is like freedom itself.

David Herbert Lawrence, Sea and Sardinia, 1921

Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (XIV Puntata – La Cascata Silenziosa)

8 Mag

langhe2.jpg_2008729104445_langhe2«Sai qual è il problema con la Silenziosa, sore’?».
«No, non lo so, non l’ho mai vista…».
«Il problema è che se non vedi quella, non riesci ad andare alla Cascata della Luce, quella che realizza i desideri più grandi. Però per vedere la Silenziosa, bisogna stare tranquilli e concentrarsi, mentre noi siamo abituati a muoverci, ad andare avanti e indietro per il Bosco, a fare delle cose, a percorrere sentieri, radure, arrampicarci, scivolare negli avvallamenti, tuffarci nei torrenti. Per arrivare alle altre Cascate, il movimento va bene ma con la Silenziosa è tutta un’altra storia».
«Frate’, me la stai facendo complicata…».
«Ma lo è! Io ho impiegato tanto tempo prima di vedere la Cascata Silenziosa e realizzare il mio desiderio più grande».
«Io non posso aspettare troppi tempo per andare alla Cascata della Luce, voglio realizzare il mio grande desiderio».
«Ti confesso una cosa, sore’, una cosa che non ho mai detto a nessuno. Però non voglio che ci sentano, ti va di andare al Giardino delle Nuvole?».
«Certo che mi va, andiamo».
Il Giardino delle Nuvole è un piccolo promontorio, posto quasi ai confini del Bosco, molto particolare, poiché in quel punto, in alcune giornate, alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera, le nuvole scendono fino a toccare la terra e avvolgono ogni cosa, come una soffice ragnatela impalpabile.
«Qui va meglio», disse Nando.
Non l’avevo mai visto così triste.
«Sai perché, per me è stato così difficile vedere la Cascata Silenziosa?».
«No, forse perché è lontana?».
«No, non è quello il motivo. Ti ricordi cosa dice la Grande Quercia, a proposito delle Cascate e dei desideri?». Continua a leggere

Citazione

Traffic jam in the sand – Photo challenge “Intricate”

1 Mag

IMG_20140901_075328In response to The Daily Post’s weekly photo challenge: “Intricate.”

Orme sulla sabbia, in una mattina di settembre decisamente trafficata – foto scattata nel 2014 nel Sud della Sardegna.

Footprints and tracks in the sand, during the morning rush hours –  South Sardinia, Italy, September 2014.

Orchidea selvaggia.

27 Apr

Più selvaggia dell’orchidea di Mickey Rourke e Carré Otis, di sicuro meno torbida, ma indubbiamente più affascinante, vi presento una timida orchidea selvatica. Timida ma discretamente vanitosa, infatti, ha lucidato ogni singolo petalo, ravvivato la chioma, ha chiesto anche la luce giusta e si è messa in posa per la foto.20150426_101209

Si tratta di una delle oltre sessanta varietà di orchidee che crescono spontaneamente in Sardegna. Lei è nata sull’altopiano della Giara ma sono ben distribuite su tutta l’Isola. Se avete voglia di vederle (ma non coglierle, sono protette) non dovete fare altro che prenotare il vostro biglietto 🙂 E ricordate, sono timide ma vanitose, perciò se le saprete lusingare con le parole giuste, vi faranno il loro sorriso migliore.

Malintesi bestiali.

14 Apr

20150411_122252Fino a qualche settimana fa, il simpatico felino della foto era noto come “il fratello smorfioso” di una cucciolata di quattro gatti, venuti al mondo nel giardino di casa, quindi tecnicamente venuti al giardino, dove la loro madre, ovviamente senza chiedere il permesso, ha ritenuto di aver trovato una clinica adeguata all’evento, con infermieri/badanti/schiavi al servizio della famigliola. Naturalmente, la clinica è diventata anche ostello/residenza estiva/residenza invernale, con i soliti badanti/schiavi/paggi. Ebbene, il felino smorfioso, che ha otto mesi, a differenza dei fratelli completamente neri (ma i gatti neri sono tutta un’altra storia) non si è mai lasciato avvicinare, è un domestico selvatico, o aresti come si dice dalle mie parti, smorfioso. Il suddetto felino è sempre, sempre, sempre stato considerato maschio, MASCHIO, MASCHIO, anche perché è stato impossibile verificare cosa ci fosse in zona “sottocoda”. Sempre. Fino a quando è apparsa quella pancia. E lui è diventato lei, ribattezzato Barè, in onore della prima donna che ha circumnavigato il mondo, fingendosi uomo. Il felino si limita a circumnavigare il giardino. E mi ha fregato.

 

Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (XII Puntata – La Cascata dei Segnali Segreti)

12 Apr

10659144_818646828156208_937351179205534077_n-660x480Per arrivare alle Cascate dei desideri, non sempre bisogna seguire un sentiero già battuto. Talvolta, infatti, ciò che conta non sono solo le forze nelle nostre zampe o il fiato nei nostri polmoni. Per esempio, ciò che serve per giungere alla Cascata dei Segnali Segreti è, soprattutto, la forza della nostra mente, unita a tutta la nostra fantasia, poiché il tragitto si scopre solo strada facendo, dopo aver risolto i tre indovinelli, creati appositamente per ogni viandante dalla vecchia scimmia del Bosco, Calandra dall’Ago.

Calandra ha una storia piuttosto tribolata e triste, che lei non ama raccontare. Vi posso soltanto dire che anni e anni fa, venne salvata dagli umani del Fronte di salvezza delle cavie da laboratorio, mentre si trovava in un luogo dove alcuni uomini la usavano, insieme ad altri animali, come un oggetto da studiare, procurandole tanta sofferenza. Ora vive felice ed è parte della famiglia del Bosco, si diverte a fare scherzi e ad inventare indovinelli per tutti noi ma è anche molto saggia.

Quando decisi di visitare la Cascata dei Segnali segreti, la quarta per difficoltà, vivevo nel Bosco da quattro anni, l’autunno stava per partire e, durante la sua permanenza nel Bosco aveva riempito fiumi, laghi e torrenti, quindi anche le nostre Cascate erano più vivaci che mai e, come mi suggerì Isadora, l’amica aquila, quello sarebbe stato il periodo giusto per visitare la Cascata dei Segnali «vedrai, sarà un’avventura molto stimolante e divertente». Avrei mai potuto rinunciare ad un’avventura molto divertente? Giammai! Decisi, quindi, di far sapere a Calandra, tramite gli amici lombrichi, che sarei partita per la Cascata. «Ragazzi, potete dire a Calandra che vorrei visitare la Cascata dei Segnali?», «va beniffimo, Giraffa, andiamo fubito da Calandra!», «però, ragazzi, non ho ancora capito una cosa: perché non ci posso andare io?»,  «ah, già, non lo fai…dunque, la ftoria è quefta: Calandra è convinta che neffun abitante del Bofco fappia che fia lei a creare gli indizi per la Cafcata dei Fegnali, e la cofa la diverte moltiffimo, perciò, tutti noi, pur di non deluderla, ftiamo al gioco, è un gioco innocente».

E così, una mattina, mentre il cielo era ancora scuro e le stelle facevano festa tra di loro, sentii un fruscio accanto al mio giaciglio, mi alzai e trovai il primo indizio.

Se la cascata tu vuoi trovare, 
il cuore puro dovrai avere, 
cara Giraffa, 
con fantasia cercar dovrai, 
tutti gli indizi che preparai”.

Così esordiva il primo indovinello scritto con delle piccole foglie, cadute dal vecchio leccio, posate sul terriccio morbido, e proseguiva.

Il tuo sentiero proseguirà lungo la rotta del per di là, 
cerca il giaciglio più grande che c’è, 
con verde coperta e riflessi del tè, 
dove Rugiada riposa, stai certa, 
fresca e contenta di esser trovata”.  Continua a leggere