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Beppe, rilassati, è solo una sbruncata.

29 Mag

Caro Beppe,

la batosta che il tuo (tuo, sì, lo so che l’espressione ti piace) movimento ha preso, dalle mie parti si potrebbe definire una sbruncata, hai presente quando da bambini capitava di cadere e sbattere il muso su qualcosa di duro? Ecco, in quel momento, su bruncu, il muso, sbruncava, si faceva male, e allora si piangeva, arrivava la mamma, che picchiava il qualcosa di duro e diceva, mentendo, “è colpa sua, brutto, cattivo, adesso ti faccio totò”, evitava, qualche volta, di dire che non avresti dovuto saltare dal quinto gradino della scala, solo per non infierire, però poi passava tutto, di nuovo in piedi verso altre avventure, sapendo di non poter ancora saltare dal quinto gradino. Ecco, Beppe, quello che  ti è successo in queste ultime elezioni è solo una sbruncata, nulla di più, però bisogna averne prese tante nella vita per capire come sono fatte, le sbruncate, e bisogna aver superato i cinque anni per non dare la colpa agli altri quando succedono, per fare mente locale e capire a quale altezza della scala si è deciso di fare un salto non proprio conveniente. Il tuo (tuo, solo tuo) movimento aveva dato una speranza a tante persone, e molti lo avevano scelto non per fascinazione del Capo, non per cieca fede nella religione grillina, ma per cambiare il modo di fare politica che ci ha portato al disastro, e invece si è rivelato incapace di gestire il ruolo che milioni di italiani gli hanno permesso di ottenere all’interno delle Istituzioni, ossia quello di promotori di un cambiamento che avrebbe migliorato il nostro Paese. Queste, caro Beppe, sono occasioni che, per un gruppo non organizzato come il movimento, capitano poche volte nella vita, ma il metodo del cambiamento si è rivelato essere solo un’ottusa chiusura a qualsiasi forma di alleanza o compromesso che avrebbe permesso di cambiare le cose dall’interno e, soprattutto, avrebbe evitato il mostro a due teste che abbiamo oggi. Ma per capire meglio, bisogna vedere il tuo (tuo) movimento dall’interno, bisogna partecipare agli incontri e così ho fatto, ho partecipato ad un meet up (a proposito, mi spieghi perché per creare un meet up si devono pagare 19 dollari al mese per la piattaforma? Perché le persone non possono incontrarsi in una normalissima sede dove ci si limita a pagare l’affitto e basta? Perchè non un blog gratuito?) ho guardato, ho ascoltato, forse mi sarebbe piaciuto impegnarmi personalmente per il cambiamento. Ma quello che ho visto e sentito non mi è piaciuto, neanche un po’, e ha spento anche il più piccolo barlume di entusiasmo: chiacchiere da Bar Sport, presunzione e supponenza, a fiumi, soprattutto da parte delle persone più vicine agli eletti,  anzi gli Eletti, giusto? Vedi, caro Beppe, solo con la protervia di un bambino si può scegliere di saltare dal quinto gradino della scala, non avendone le capacità, senza aiuto, senza ascoltare, senza guardare. Però, per amministrare una città non servono bambini capricciosi, servono adulti, che abbiano già preso qualche sbruncata. Ora, per piacere, rialzati e smettila di dare colpi al pavimento.

Perché Grillo.

1 Mar

pidocchi con valigiaAlla fine, sono andata oltre le sogliole (del precedente post) oltre qualsiasi dubbio e ho dato fiducia ai “grillini”, cioè al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, e sono soddisfatta della mia scelta.

Perché?

– Perché quella iniziata da Grillo è la cosa più simile ad una rivoluzione, sia pure civile, che io conosca, l’unica in grado di dare veramente inizio ad una riflessione seria da parte dei vecchi partiti sulla gestione della “cosa pubblica” nell’interesse dei cittadini e non del partito stesso. L’alternativa sarebbe molto cruenta e, avendola già provata in Italia, sappiamo quanto sia dolorosa e inefficace.

– Perché chi ha governato, in modo fallimentare, questo Paese negli ultimi vent’anni, in un’alternanza quasi invisibile tra destra e sinistra, capisca che non esistono dogmi in politica e chi fa male va a casa. Se siamo in queste condizioni di miseria economica e sociale, dobbiamo ringraziare solo quelle facce, riciclate in mille modi, in mille partiti, in mille sindacati, che con le loro azioni ed omissioni hanno permesso che i lavoratori diventassero carne da macello, i pensionati polli da spennare, i lavoratori autonomi e gli imprenditori vacche da mungere, i giovani una palla al piede, le donne un elemento decorativo.

– Perché il M5S, pur senza troppe disquisizioni sulle quote rosa e senza troppi paroloni sul ricambio generazionale, ma con i fatti, in un solo colpo, ha infilato in Parlamento più donne e giovani di quanto abbiano mai fatto gli altri partiti.

– Perché sul tavolo delle “trattative” con le istituzioni, ora ci sono temi che interessano milioni di persone e né la sinistra né la destra possono ignorarli.

– Perché ha permesso a migliaia di cittadini di avvicinarsi alla politica, e ha concretizzato il concetto di “partecipazione” tanto caro, solo a parole, alla sinistra, ormai ridotta ad un manipolo di pidocchi lucidati* spocchiosi che si limitano a parlarsi addosso.

Naturalmente, siccome il principio “chi fa bene va avanti, chi fa male va a casa” si applica a tutti i politici, diamo tempo e fiducia al M5S e poi si vedrà.

 

P.S. Tanto per dimostrare che nel PD hanno capito tutto, negli ultimi giorni hanno tolto dal sarcofago e rispolverato Massimo D’Alema per fare grandi discorsi alla nazione. Continuate così, fatevi del male.

 

* Traduzione di un’espressione sarda che mi piace molto “priogu allivingiu”, ossia “pidocchio ripulito o lucidato”.

Il mio voto generoso.

10 Gen

Sarà il freddo, sarà l’inverno, sarà il Natale appena passato, sarà sarà quel che sarà del nostro amore che sarà, però mi sento generosa, molto, e siccome mi sento anche molto ispirata, credo di avere le idee chiare riguardo alle prossime imminenti elezioni politiche. Ispirandomi a Kennedy, mi sono detta “Giraffa, non chiederti cosa può fare il politico per te, chiediti cosa TU puoi fare per il politico”, me lo sono chiesto e mi sono data la seguente risposta: non posso che votarlo. Anzi, non posso che votarli, tutti. Non sono una qualunquista, e non dirò né scriverò che “tanto sono tutti uguali” perché, in realtà, i nostri politici non lo sono, ognuno di loro ha quel nonsochè personalissimo, quella particolare attitudine nel prendere per i quarti posteriori la gente, nel descrivere la realtà a piacimento, nel giustificare la propria corsa alla poltrona nei modi più fantasiosi, che lo rende speciale, unico e caro al mio cuoricino di giraffa buona. Perciò, medito una bella crocettina per tutti. Siccome sono molto ispirata, ho preso in prestito anche Mogol – Battisti (da Kennedy a Mogol-Battisti, ci vuole proprio taaanta ispirazione) per creare il mio inno al senso civico e all’amore per il politico italiano:

Ho visto un uomo che piangeva per Veltroni,

ne ho visto un altro che più lacrime non ha,

nessun coltello mai ti può ferire di più

di uno statista che non ha elettoooor

Dieci statisti così, voglio votare

Dieci statisti così, li voglio miracolare,

Fini e Casini da rilucidare,

E Berlusconi da ritinteggiare,

Dieci statisti così, li voto subito sìììì.

Uno lo voto perché,

sa bene mentire,

uno lo voglio perché,

ancor non sa cosa vuol dir rubare,

uno soltanto perché,

ha fatto il posto ai figli e non a me,

dieci statisti così che dicon solo di sì.

Vorrei sapere chi ha detto

che sono tutti uguali ma noooo!

Matto, quello è proprio matto perché

forse non sa che chi ti mette l’IMU poi la toglie, e insieme alle mutande..

però quel magistrato candidato è proprio una delusione, eh eh eh.

Dieci statisti così, dieci statisti così, li voto subito sìììììì.

Qui l’originale: