Caro Beppe,
la batosta che il tuo (tuo, sì, lo so che l’espressione ti piace) movimento ha preso, dalle mie parti si potrebbe definire una sbruncata, hai presente quando da bambini capitava di cadere e sbattere il muso su qualcosa di duro? Ecco, in quel momento, su bruncu, il muso, sbruncava, si faceva male, e allora si piangeva, arrivava la mamma, che picchiava il qualcosa di duro e diceva, mentendo, “è colpa sua, brutto, cattivo, adesso ti faccio totò”, evitava, qualche volta, di dire che non avresti dovuto saltare dal quinto gradino della scala, solo per non infierire, però poi passava tutto, di nuovo in piedi verso altre avventure, sapendo di non poter ancora saltare dal quinto gradino. Ecco, Beppe, quello che ti è successo in queste ultime elezioni è solo una sbruncata, nulla di più, però bisogna averne prese tante nella vita per capire come sono fatte, le sbruncate, e bisogna aver superato i cinque anni per non dare la colpa agli altri quando succedono, per fare mente locale e capire a quale altezza della scala si è deciso di fare un salto non proprio conveniente. Il tuo (tuo, solo tuo) movimento aveva dato una speranza a tante persone, e molti lo avevano scelto non per fascinazione del Capo, non per cieca fede nella religione grillina, ma per cambiare il modo di fare politica che ci ha portato al disastro, e invece si è rivelato incapace di gestire il ruolo che milioni di italiani gli hanno permesso di ottenere all’interno delle Istituzioni, ossia quello di promotori di un cambiamento che avrebbe migliorato il nostro Paese. Queste, caro Beppe, sono occasioni che, per un gruppo non organizzato come il movimento, capitano poche volte nella vita, ma il metodo del cambiamento si è rivelato essere solo un’ottusa chiusura a qualsiasi forma di alleanza o compromesso che avrebbe permesso di cambiare le cose dall’interno e, soprattutto, avrebbe evitato il mostro a due teste che abbiamo oggi. Ma per capire meglio, bisogna vedere il tuo (tuo) movimento dall’interno, bisogna partecipare agli incontri e così ho fatto, ho partecipato ad un meet up (a proposito, mi spieghi perché per creare un meet up si devono pagare 19 dollari al mese per la piattaforma? Perché le persone non possono incontrarsi in una normalissima sede dove ci si limita a pagare l’affitto e basta? Perchè non un blog gratuito?) ho guardato, ho ascoltato, forse mi sarebbe piaciuto impegnarmi personalmente per il cambiamento. Ma quello che ho visto e sentito non mi è piaciuto, neanche un po’, e ha spento anche il più piccolo barlume di entusiasmo: chiacchiere da Bar Sport, presunzione e supponenza, a fiumi, soprattutto da parte delle persone più vicine agli eletti, anzi gli Eletti, giusto? Vedi, caro Beppe, solo con la protervia di un bambino si può scegliere di saltare dal quinto gradino della scala, non avendone le capacità, senza aiuto, senza ascoltare, senza guardare. Però, per amministrare una città non servono bambini capricciosi, servono adulti, che abbiano già preso qualche sbruncata. Ora, per piacere, rialzati e smettila di dare colpi al pavimento.
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