Ho un minuto tutto per me, e in questo periodo è decisamente un lusso.
Prendersi cura di un familiare con demenza di Alzheimer (Mr Alzhy, come lo chiamo io) richiede un impegno costante, continuo, pressoché ininterrotto durante l’intero arco della giornata. Sono richiesti pazienza e nervi saldi, strumenti che se non previsti in dotazione nel nostro personale “pacchetto nascita” bisogna procurarsi in qualche modo.
Io, paziente un po’ lo nacqui e un po’ no, i nervi li saldo strada facendo e, in mezzo al caos che Mr Alzhy crea, imparo, imparo tanto sugli altri e su me stessa.
Paradossalmente, cercando di soddisfare anche il più piccolo bisogno altrui, capisco e accetto di avere anch’io delle necessità, degne di essere accolte e appagate.
Ecco perché sono qui, di nuovo dopo tanto tempo, su questo monte virtuale e surreale, che mi manca tanto, perché qui ritrovo una parte di me, quella più leggera, e Dio sa quanto abbia bisogno di leggerezza.
E allora salgo lemme lemme verso la Radura Tranquilla, lungo il Sentiero delle Foglie croccanti, circondata dal giallo delle ginestre, che mi dà una grande energia, dal viola della lavanda, dal verde intenso del leccio, e dal chiasso dei pennuti che lavorano tra i rami.
Cammino, senza pensare a nulla, senza essere nulla se non una parte insignificante di questo piccolo, semplice mondo perfetto, un nulla che ha un minuto per sé e non vuole sprecarlo. Cammino, la temperatura è perfetta, qualche raggio di sole filtra dalle fronde degli alberi, mi scalda, e sopratutto si prende cura di me senza saperlo. Cammino, cammino e cammino ancora, ma non sento stanchezza, solo una strana e inspiegabile euforia.
Finalmente, giungo al cospetto della Grande Quercia, alta, possente, rassicurante, è circondata da timidi e vezzosi ciclamini. Mi accolgono con discrezione ma credo che, in fondo, anche loro siano felici di vedermi.
Beviamo insieme un bicchiere di rugiada fresca, non parliamo, non ne abbiamo bisogno. Una leggera brezza porta gli odori della macchia, l’aria sa di cisto, di asfodelo, di lavanda, di terra bagnata, di tempo sospeso.
Ci godiamo il nostro minuto, il nostro pensiero felice. Niente di più, niente di meno.
Un minuto tutto per me.
16 AprLove&Tango.
10 Ago
Leggero e delicato, questo piccolo gioiello di animazione ci ricorda che l’amore è spesso circondato da cactus, spine, strettoie ma ballando in due un tango appassionato, forse, si possono superare 😉
The Simple Interview- by Jack N John (“Non so chi è un down ma posso raccontare chi è Giovanni”).
5 AprAnche questa è poesia. E io non ho altre parole da aggiungere.
Open.
16 Mar“Però al mondo c’è un sacco di gente che non sta bene nella sua pelle, a disagio nei matrimoni, nell’adolescenza, con se stessa. Sarò presuntuoso, ma volevo dire che si può arrivare a capirsi. Se l’ho fatto io, ci possono riuscire anche gli altri. Il libro si fonda su questa speranza: si è persi, ma ci si può ritrovare. Non è sul tennis, ma su come sia difficile confrontarsi con la propria identità. L’ho scritto: amo e riverisco tutti quelli che hanno sofferto“. Probabilmente, la migliore recensione di un libro, fatta da chi lo ha scritto. Il libro in questione è uscito qualche anno fa, e si tratta di Open – La mia storia di Andre Agassi, uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, che ha voluto raccontare la propria vita piuttosto tribolata, sopratutto psicologicamente. Come quasi sempre mi accade, non l’ho letto alla sua prima uscita, ma l’ho fatto, casualmente, quando è arrivato il momento giusto, perché, a mio modestissimo parere, anche i libri, come le persone, non arrivano per caso. È un libro che consiglio a tutti ma sono sicura che arriverà nelle vostre librerie soltanto quando sarà il momento giusto. Se poi il momento è questo, buona lettura 😉
Carolina e le fregature dell’amore.
1 DicCarolina Kostner stava con Alex Schwazer quando lui assumeva sostanze dopanti, nella affannosa ricerca della vittoria “costi quel che costi”. Non lo ha denunciato, non ha voluto vedere o non ha voluto capire, non lo sappiamo e sinceramente nemmeno ce ne importa granché. Per lei, la Procura antidoping ha chiesto la squalifica per quattro anni, senza scusanti, come se si fosse dopata, mentre Alex Schwazer è stato condannato a tre anni e sei mesi di squalifica. Certo, l’amore, l’affetto, il bene per una persona cara, non sono previsti come attenuanti da alcun codice ma siamo proprio sicuri che, in una situazione del genere, ci saremmo comportati diversamente? Chissà.
In ogni caso, Carolina Kostner rimane quello che è sempre stata, una grande sportiva.
L’infanzia nel congelatore.
21 GiuQuando i nonni se ne vanno, portano via con sè un pezzo della nostra infanzia. Anche se, una volta diventati adulti, li abbiamo frequentati, ascoltati, abbracciati, coccolati, loro sono la nostra infanzia. Sono, e saranno sempre, in quella casa con le piastrelle colorate, in quella poltrona accanto al camino, dove a noi veniva riservato il posto più vicino al fuoco, perchè eravamo bimbi freddolosi, in quelle domande amorevolmente assillanti “vuoi qualcosa da mangiare?” “dai, mangia” “ti preparo qualcosa”, in quel corridoio dove ti accoglievano a braccia aperte. Sono lì, nel congelatore della vita, dove tutto esiste ancora, anche se non lo vediamo più. Ciao nonna.
Buona fortuna, Nicolas.
6 AgoNicolas è un bellissimo bambino di due mesi, pieno di capelli neri sulla sua microtesta, con la tutina a righe bianche e rosse e le calzette bianche con le scritte blu, e sta in braccio alla sua giovane mamma, bella pure lei e con lo sguardo un po’ timido. Sono seduti accanto ai gradini di una chiesa della città, sulla via dello shopping, chiedono l’elemosina, in un pomeriggio molto caldo ma, fortunatamente, ventilato e, considerando il fatto che siamo ai confini dell’impero, più vicini all’Africa che alla Padania, be’, quel venticello è una vera benedizione. Cammino sulla stessa via in salita ma nella parte opposta alla chiesa, insieme a mia madre, e notiamo subito il bambino perché piange e la mamma prova a tranquillizzarlo, è una scena come milioni di altre scene del genere, alle quali assistiamo ogni giorno, i bambini piangono e i genitori provano a calmarli ma la cosa turba particolarmente mia madre che accelera il passo e mi supera di parecchi metri. Io non accelero, penso solo che vorrei fare qualcosa, se ne avessi il potere darei una “aggiustatina” alla scena e quella ragazza e il suo bambino starebbero tranquillamente ai giardinetti, a mangiare un gelato su una panchina o comunque a fare quello che desiderano, vorrei abbracciarli entrambi ma non posso, le zampe da giraffa me lo impediscono e pure loro sarebbero impauriti da questo collo gigante che mi ritrovo. Ma qualcosa posso farla. Raggiungo mia madre, proseguiamo la nostra passeggiata tra vetrine tappezzate di manifesti o scritte “tutto al 70%” (rimanenze di magazzini cinesi degli anni ‘50) “tutto al 50%” (pezzi di tela con la vaga forma di giacche e pantaloni), “dal 50% al 70%” (scarpe che, solo a vederle, uccidono l’alluce e il tallone) ma non acquistiamo nulla, non ne avevamo nemmeno l’intenzione, e scendiamo nuovamente sulla via dello shopping. Loro, la giovane mamma e il bambino, sono sempre lì, ma lui ora dorme, mi avvicino, non tanto e non solo per contribuire alle loro finanze domestiche, ma per fare quello che le mie zampe, il mio collo, e il rispetto per gli altri mi impediscono di fare fisicamente, cioè abbracciarli virtualmente e umanamente. Parlo con la ragazza, che all’inizio è un po’ titubante, le chiedo del bambino, quanti mesi ha, come si chiama, e anche lei dialoga, l’italiano è un po’ incerto ma ha voglia di raccontare di suo figlio, di quanto sia buono “mangia e dorme, dorme e mangia”, come tutte le madri del mondo. Parlo con Nicolas, minuscolo e bellissimo con tutti quei capelli neri, «ma sai che sei proprio bello?», lui non mi ascolta ma io glielo dico lo stesso e la ragazza si illumina come se qualcuno avesse acceso un interruttore, auguro buona fortuna a Nicolas e alla sua mamma, e un po’ a me e a tutto noi, per ricordarmi e ricordarci sempre di rimanere umani.
Si quelqu’un aime une fleur.
2 FebQualche giorno fa, qui sul monte, è arrivata inaspettatamente un’aria dolce, calma, quasi primaverile e ci ha accompagnato fino alla sera, fino alla notte, quando è apparso un cielo limpido e pieno di stelle, così ho approfittato dell’occasione per cercare tra l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, una silhouette felina, sinuosa ed elegante. Non l’ho trovata. Poi, ho sentito tra le zampe un leggero solletico, ho abbassato gli occhi e una lunga coda di polvere di stelle giocava con me, sinuosa ed elegante.
La mia dolcissima gatta non c’è più ma forse non è andata via.
Si quelqu’un aime une fleur qui n’existe qu’à un exemplaire dans le millions et le millions d’étoiles, ça suffit pour qu’il soit hereux quand il les regarde. Ma fleur est là quelque part.
Se qualcuno ama un fiore di cui esiste un solo esemplare tra milioni e milioni di stelle, questo è sufficiente perché egli sia felice quando le guarda. Il mio fiore è là, da qualche parte.
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