L’ Economia non è la mia materia mentre sull’economia, quella di tutti giorni, mi sono fatta un po’ di esperienza sul campo, e siccome la necessità stimola la virtù e, nel mio caso, la virtù che voglio stimolare è quella di non far volatilizzare più del necessario le ghiande necessarie per gli scambi qui sul monte, ho deciso di applicare, seriamente, l’antico principio “il risparmio è la migliore forma di guadagno”. Ma, Giraffa, non vorrai parlare di vile danaro? Che volgare! Parla di brioches! Sì, voglio essere volgare, le brioches un altro giorno.
Dunque, come scrivevo prima che Maria Antonietta mi interrompesse, quest’anno ho deciso di sviluppare quella virtù, e di farlo in modo costante, scientifico, pratico e, allo stesso tempo, fantasioso e gratificante per l’umore. Il primo passo giusto da fare, mi è sembrato quello di mettere nero su bianco le mie spese, insomma mettermi davanti al fatto compiuto e, come sto constatando, davanti alle mie difficoltà di resistenza alle tentazioni. Perciò, da questo mese, ho iniziato a segnare su un quaderno, rosso, così non lo posso ignorare, tutte le spese, mese per mese, con indicazione precisa del motivo della spesa (se vado al supermercato, poi, segno tutti gli acquisti) e, ovviamente, le entrate. Chi fa quest’operazione da anni mi dirà “bella scoperta, è un banalissimo bilancio!”. D’accordo, sin qui si tratta di un banale bilancio, con la differenza che nel bilancio non segni se hai acquistato orzo, riso o sapone di marsiglia, invece in questo modo ti rendi veramente conto di quale sia la spesa superflua e quella veramente necessaria. Allo stesso tempo, però, siccome non posso solo bastonarmi, sapendo quanto l’animo umano sia sensibile alle gratificazioni, ho studiato un metodo che, dopo avermi responsabilizzato, mi dà soddisfazione e ho inserito nel piccolo bilancio, l’aggiunta gratificante, la carota che si accompagna al bastone, ossia un elenco di spese scongiurate, quelle che ho inserito alla voce desiderata interrotti, ossia gli acquisti che avrei voluto fare, o che, talvolta, il mercato mi ha tentato di fare, ma che non ho fatto, lasciandoli lì nello scaffale, nella vetrina, sul bancone, perché inutili o, al momento, non necessari o non possibili. Riguardando il piccolo bilancio, quindi, mi rendo conto che molti desiderata, alla fine, sono solo parole e non renderebbero, in ogni caso, la mia esistenza più libera e felice, di conseguenza mi sento soddisfatta per aver fatto la scelta giusta. Secondo le mie previsioni, il desiderio del superfluo, o dell’impossibile, dovrebbe diminuire nell’arco di qualche mese, qui lo dico e qui lo nego 😀
La fantasia non ha confini 🙂
Mi è venuto in mente un certo Marcovaldo…
La fantasia aiuta a sopravvivere, forse e qualche volta a fare pasticci, un po’ come Marcovaldo 😉
😉
tu l’hai detto con leggerezza, e meno male: che questa austerity forzata fa venire una piccola, strisciante depressione…
http://madrigopolis.blogspot.it/2012/12/litalia-delle-tre-r-la-quarta-e-la.html
fa anche un po’ girare le corna ad elica, perchè non l’abbiamo causata noi 😦
..di necessità virtù..e si chiama economia..
sì, credo si chiami economia..