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La mia Maestra.

8 Nov

Tema del giorno:
Parla della tua maestra.

Svolgimento

La mia Maestra è molto bella, brava e gentile.
A volte, è anche un po’ stronza e lei lo sa, perché glielo dico, ma non si offende e quando mi vede in un angolo imbronciata ed offesa per qualche suo rimprovero severo, mi fissa negli occhi e mi dice «lo faccio per il tuo bene».
Quindi, la mia Maestra è la classica stronza paracula.
Però, in effetti è vero che quando è severa, o anche molto severa, io imparo di più, capisco le cose, come funzionano e come funziono io, capisco se sbaglio, perché sbaglio, e a volte capisco anche come devo correggere lo sbaglio.
Insomma, il Suo Metodo da stronza funziona.
La mia Maestra sa fare un sacco di cose: sa ballare il twist e il tango, sa cantare, sa far piangere, sa dipingere albe e tramonti, sa far ridere, a modo suo sa far di conto, sa far sognare, sa addirittura fare le magie.
La mia Maestra è misteriosa, a volte parla senza parole, e capita che non la capisca proprio, altre volte sta zitta e la capisco ancora meno, a volte urla e mi fa paura, a volte mi accarezza e mi stupisco, è fatta così, la prendo per quello che è.
La mia Maestra è un po’ pedante, e sa di esserlo ma non le importa nulla, non smette mai di insegnare le cose, è una sua fissa, se non insegna non sta bene.
Un mio compagno di scuola è riuscito a scoprire il suo nome, glielo ha detto suo cugino della quinta A, uno che sa tutto, pare si chiami Vita, Sig.ra Vita, ma ancora non siamo riusciti a scoprire il cognome. Non è che ce ne freghi molto di sapere anche il cognome, però magari può essere utile per il prossimo tema.

Un mese e forse più.

24 Set

Un mese e forse più che le mie dita dolenti non mi aiutano a picchiettare sui tasti del pc, lasciando i pensieri liquidi a navigare in testa, come pesciolini nell’acquario, e i neuroni a cantare “we are just two lost souls swimming in a fishbowl”, forse l’hanno sentita alla radio. Ci sono, con i pesciolini in testa, ma ci sono, e vi leggo sempre 🙂

Blogging in the wind.

2 Set

Qualche giorno fa, ho letto sul Corriere della Sera una notizia a dir poco illuminante: nella classifica dei lavori più ambiti dagli italiani, l’ultimo posto è occupato da una categoria particolare, assai particolare, molto più che assai particolare, si tratta di quella bizzarra figura nota come “blogger”. In questi anni, non avevo capito che questo incessante postare, farneticare, picchiettare sulla tastiera, fosse considerato un lavoro! Insomma, da quando l’ho scoperto sto valutando se trasferire i capitali accumulati con questa professione dalla banca del Lussemburgo, dove solitamente faccio i miei depositi, a quella delle Cayman dove, pare, gli impiegati sono più gentili e non fanno troppe storie per un bonifico. E così, mentre mi trovavo nella sala d’aspetto della mia banca lussemburghese, ho composto l’inno del blogger, perché non è ammissibile che dei grandi lavoratori come i bloggers non abbiano un motivetto da canticchiare mentre scendono in piazza, o si arrampicano sulla testata del loro blog, per rivendicare i loro sacrosanti diritti sindacali. Sono sicura che il grande Bob Dylan mi perdonerà e mi perdoneranno anche gli inglesi per le licenze poetiche (!!). Quante parole dobbiamo postare per essere considerati blogger? Quanti polpastrelli dobbiamo consumare prima di essere ascoltati? La risposta, amico mio, blogga nel vento.

 

How many words

Must a man

Post up

Before you call him

A blogger?

 

Yes, and how many finger-tips

Must a man

Consume

Before you listen to him?

 

The answer, my friend, is

blogging in the wind

The answer is

blogging in the wind

A room of one’s own.

8 Mag

Virginia Woolf mi perdonerà, se uso il titolo del suo libro per un mio post..d’altra parte, era una persona di grande sensibilità e di acuta intelligenza e, se fosse vissuta nel nostro tempo, avrebbe compreso perfettamente che anche un blog può essere considerato una stanza propria, “una donna deve avere danaro e una stanza tutta sua per scrivere romanzi”, è una regola fondamentale anche per vivere libere e indipendenti; avrebbe capito la sensazione di ebbrezza e l’entusiasmo che si provano a dedicarsi a qualcosa di proprio, una piccola stanza, una casetta, da arredare a proprio gusto, con la pensilina qui, o qui? O lì? O boh?, un posticino dove ospitare gli amici e dove essere, almeno un po’, padroni di scegliere e decidere, insomma, quel posticino che, materialmente, nella realtà fatta di cose e oggetti tangibili, non sempre si ha. Ecco, la mia casetta virtuale apre le porte, devo ancora svuotare alcuni scatoloni contenenti, soprattutto, pezzi di antiquariato che avevo sull’altro monte, e devo abituarmi ai nuovi vicini di casa (sembrano discreti e non fanno rumori molesti ma, all’inizio, sono tutti così) ma se verrete a trovarmi mi ambienterò velocementeJ

Benvenuti!

2 Mag

 

Nella vita, nel mondo, tutto può accadere. Può accadere di dover affrontare eventi imprevisti e imprevedibili, sgraditi o ben accetti, può accadere di portare a compimento un progetto nel quale si è creduto a dispetto di tutto, può materializzarsi l’incubo peggiore ma può anche realizzarsi un sogno. Può perfino accadere che una giraffa apra un blog, per condividere pensieri, emozioni, pezzetti di vita, con il resto del mondo, e voglia farlo con un briciolo di ironia, talvolta surreale, talvolta amara, e un pizzico di fantasia. Chissà cosa ne verrà fuori! In ogni caso, benvenutiJ