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Ridete, ridete, la giraffa ha fatto gli gnocchi.

11 Set

La domenica, sul monte, si organizza il pranzo dell’amicizia, si celebra l’amicizia con il mondo, con la natura,con il cibo, con sé stessi, si dimenticano le inimicizie accumulate durante la settimana trascorsa e si fa spazio nella mente per  le emozioni e le avventure dei giorni che verranno. Insomma, è un pranzo terapeutico. Tutti sono invitati ma nessuno è obbligato a partecipare, il luogo cambia di volta in volta, così come il menu e gli intrattenimenti. Un giorno si pranza nel giardino delle more, circondati da bacche rosse e succose, che si possono usare anche per ottimi dolci, un altro giorno si organizza lo spignattamento nella sala del grande lago, un altro ancora vicino alla cascata, ma solo quando le marmotte sono in letargo, perché a loro dà fastidio il rumore dell’acqua, dicono che turba il loro equilibrio psico-fisico; qualche volta, si organizza anche nella piccola saletta del grande Leccio, ma solo quando siamo in pochi perchè il Leccio è molto vecchio e vuole stare tranquillo. Chiaramente, tutti partecipano alla preparazione del pranzo, qualcuno pensa al primo (o ai primi) altri ai secondi, ai dolci, qualcuno pensa alle bevande, altri alla musica, a seconda dell’umore e della fantasia del momento. Oggi, io preparo gli gnocchi, ho sperimentato la ricetta solo qualche settimana fa però ho visto che la lepre e la marmotta si sono leccate i baffi, perciò spero che anche stavolta tutti li gradiscano. La ricetta è molto semplice, l’unico inconveniente è che bisogna  svegliarsi all’alba per andare a cogliere le patate con una bella cesta, ma se uno le ha già pronte nella dispensa si guadagna tempo: bisogna lessare le patate con un po’ di sale, sbucciarle e passarle, in modo che si crei un impasto morbido, poi, secondo la ricetta tradizionale delle giraffe, si aggiunge il parmigiano grattugiato (per quattro patate grosse, circa 8 cucchiai) e la farina, oltre ad un pizzico di sale. Le dosi sono ad “occhiometro” e a “tattometro”, nel senso che l’impasto deve essere consistente quanto basta per reggere la cottura, diciamo che al tatto si deve sentire morbido ma non troppo molliccio. Dall’impasto si ricava un serpentone che si taglia a rettangolini, a forma di gnocco (!) della grandezza preferita, insomma possono essere piccoli gnocchi da un centimentro o da tre, dipende pure da quanto è grande la bocca che li mangerà! Si fa bollire l’acqua e si buttano i rettangolini che, tra l’altro, sono molto efficienti perché appena sono cotti saltano su e non bisogna nemmeno assaggiarli per capire se vanno bene, come invece si fa con la pasta. Si scolano e si condiscono a piacere, con un rosso sugo al pomodoro, con sugo più delicato ai gamberetti, o con il classico condimento burro&parmigiano e, se l’avete, salvia, sono molto intriganti anche con il gorgonzola. Oggi, scelgo il condimento con la salvia, ho delle belle piantine profumte che mi dicono “prendimi, prendimi” e così le accontento. Siete tutti inviati! E, mi raccomando, portate qualcosa, un dolce, o un vino, o un frutto, o una canzone, o un sorriso, va bene tutto.