In questi giorni, alle pendici del monte, fervono i preparativi per l’arrivo del circo “con gli animali dalla Russia”, i cartelloni sono affissi dappertutto, accanto alle facce dei politici del nostro circo permanente, alcuni uomini hanno già iniziato a distribuire i volantini. E così, stasera, mentre finivo il mio giro della buonanotte su e giù per il monte, per salutare trichechi, barbagianni pimpanti, cinghiali assonnati, proprio sulla via del ritorno alla grotta delle giraffe, mi sono imbattuta all’improvviso nell’accampamento della grande famiglia circense animalie, dopo qualche secondo di stupore, ho messo a fuoco l’immagine davanti ai miei occhi e l’ho vista..era lì, sdraiata, dentro il piccolo recinto, ricavato per lei sul prato morbido, vicinissima alla rete di metallo, alle roulottes, agli esseri umani, illuminata da una luce fioca, che mostrava la sua bellezza e che, ai miei occhi, rendeva l’immagine di una tristezza infinita: una leonessa nata libera, bella, feroce, selvaggia, elegante, animale sociale, messa in gabbia. Il sommo predatore, in cima a tutte le catene alimentari del mondo, ancora una volta, si rivela il più sciocco con i suoi attentati all’equilibrio della natura. Sono tornata alla grotta e ho sentito qualcosa di caldo che scorreva sulla guancia, forse era solo la pipì di un barbagianni.
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