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Non in nome mio.

8 Apr

imagesNei giorni scorsi, la Corte Europea dei diritti dell’uomo  ha condannato  l’Italia per i fatti della Diaz, avvenuti durante il G8 del 2001, quando la polizia italiana massacrò i manifestanti inermi all’interno della scuola Diaz di Genova.  Ce li ricordiamo bene quei fatti, no? Ce la ricordiamo la “macelleria messicana”, vero? Come raccontò il vice-questore aggiunto Michelangelo Fournier (udienza del 13 giugno 2007) “Arrivato al primo piano dell’istituto ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana. Sono rimasto terrorizzato e basito quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: ‘basta basta’ e cacciai via i poliziotti che picchiavano. Intorno alla ragazza per terra c’erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze“.

Per quei fatti, già nel 2012, la Cassazione con la sentenza  n. 38085 confermò le condanne della Corte d’Appello di Genova, per falso aggravato, nei confronti di alcuni alti funzionari della Polizia di Stato coinvolti nella vicenda (reclusione e pena accessoria dell’ interdizione dai pubblici uffici) riportando nella motivazione lo scempio fatto dagli uomini incaricati di tutelare la sicurezza nazionale. Una delle pagine più buie della nostra democrazia: 93 persone ingiustamente arrestate, e tra queste 87 subirono lesioni due furono dichiarate in pericolo di vita, a causa della furia degli agenti di Polizia, per un comportamento ben descritto dalla stessa Cassazione, come un “puro esercizio di violenza“, caratterizzato da un “massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia” , e ancora“l’assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta, in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che si era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime“.

Ce le ricordiamo anche le parole di De Gennaro (all’epoca dei fatti capo della Polizia (assolto) e poi Sottosegretario del Governo Monti) che, in seguito alla sentenza, espress“un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata“, senza nemmeno una parola per le vittime dei soprusi, le quali, di sicuro, non erano né terroristi né appartenenti alla criminalità organizzata.

E oggi, arriva la sentenza della Corte europea nei confronti dell’Italia, perché quei fatti possono essere qualificati come “tortura” e perché la mancata punizione dei colpevoli è dovuta alla mancanza di leggi al riguardo, che agevola la commissione di soprusi da parte delle forze dell’ordine.

Sentenza doverosa, dura, dolorosa, giusta e, allo stesso tempo, ingiusta. Ingiusta per tutti gli italiani onesti, perché gli autori di quello scempio della dignità umana e della democrazia hanno un nome e un cognome, un volto, e hanno scatenato la propria ferocia non in nome degli italiani, non per la sicurezza nazionale, ma in nome dei propri istinti, delle proprie frustrazioni e sarebbe bastato un briciolo di cervello (se non di umanità, probabilmente sentimento troppo evoluto) per evitare l’umiliazione di quelle povere vittime e di tutti gli italiani. Non l’avete fatto in nome mio.

La macelleria messicana in Italia, aperta senza autorizzazioni.

3 Ott

Giunsero alfin le motivazioni. Mi riferisco alle motivazioni della sentenza con la quale, lo scorso luglio, la Cassazione ha confermato le condanne di alcuni funzionari della polizia, per il massacro della scuola Diaz, durante il G8 di Genova. Ne avevo scritto qui, quando venne resa pubblica la sentenza, e le successive, imbarazzanti parole di solidarietà ai condannati da parte dell’ex capo della polizia all’epoca dei fatti, ossia De Gennaro, oggi Sottosegretario del Governo Monti. Quelle parole, alla luce di quanto scritto dalla Cassazione, suonano ancora più incredibili ed il ruolo di De Gennaro nell’attuale Governo, proprio dopo quelle effrmazioni, sembra ancora più inopportuno. La Cassazione, nella sentenza n. 38085, ricostruisce i fatti e descrive il comportamento degli uomini della polizia nei confronti delle persone che si trovavano all’interno della scuola Diaz, come un “puro esercizio di violenza“, caratterizzato da un “massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia” . “L’assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre gia’ in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta, in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che si era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime“.  Sembrerebbe la descrizione di una scena tratta da “Arancia meccanica”, se non fosse, invece, la descrizione del lavoro svolto dalla polizia italiana a tutela della sicurezza della città e dell’incolumità delle persone (dei “potenti della Terra” riuniti a Genova?!) che lì si trovavano per il G8.  Per questo, voglio ricordare le parole di De Gennaro, il quale aveva  espresso “un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata“. Neanche una parola per le vittime dei soprusi.
La Cassazione scrive che la violenza assurda ed ingiustificata della Diaz ha gettato”discredito sulla nazione agli occhi del mondo intero” ma, a mio parere, non dovremmo preoccuparci del discreto internazionale o, perlomeno, dovremmo preoccuparcene solo dopo esserci chiesti come sia stato possibile per un Paese civile, perchè l’Italia è ancora un Paese civile, perdere la dignità in quel modo, tornando allo stato primordiale, senza che nessuno ordinasse in tempo di chiudere la macelleria messicana. Viva l’Italia.

Aggiornamento del 4 ottobre – Per chi fosse interessato, ho recuperato la sentenza: DIAZ .

Onore ai macellai.

9 Lug

Quello che è accaduto alla scuola Diaz di Genova, in occasione del G8 del 2001 è stato definito da uno dei protagonisti, ossia il vice-questore aggiunto Michelangelo Fournier (udienza del 13 giugno 2007) in modo abbastanza semplice e chiaro: sembrava una “macelleria messicana“. Chiunque può farsi un’idea di quello che gli uomini della polizia hanno fatto ai ragazzi ospitati nella Diaz ma nel caso sia a corto di immaginazione, ci si può riferire alle cronache dell’epoca: per esempio, la tedesca Melanie Jonasch ha subito un trauma cranico cerebrale, con fattura della rocca petrosa sinistra, ematomi cranici vari, policontusioni al dorso, spalla e arto superiore destro, frattura della mastoide sinistra, ematomi alla schiena e alle natiche; il tedesco Karl Wolfgang Baro, un trauma cranico con emorragia venosa, e l’inglese Mark Covell la perforazione del polmone, trauma emitorace, spalla e omero e trauma cranico (dal sito www.veritagiustizia.it ). La realtà, come spesso accade, supera la fantasia mentre le sentenze superano, in parte, la giustizia. Infatti, qualche giorno fa, la Cassazione ha confermato le condanne per falso aggravato, nei confronti di alcuni alti funzionari della Polizia di Stato coinvolti nella vicenda (reclusione e pena accessoria dell’ interdizione dai pubblici uffici) i quali hanno ricevuto le parole di solidarietà da parte di De Gennaro, all’epoca capo della Polizia (assolto) e oggi Sottosegretario del Governo Monti, il quale ha espresso “un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata“. Peccato che alla Diaz non ci fossero nè terroristi nè mafiosi. La Cassazione, poi, pur riconoscendo la responsabilità degli agenti-macellai che materialmente hanno fracassato le teste di quei ragazzi, non ha potuto far altro che dichiarare la prescrizione dei reati, senza alcuna pena accessoria, perciò, staranno ai loro posti, non si sa se migliorati o incattiviti ancor di più.  Santa prescrizione può fare miracoli ma non rende giustizia e la sensazione è sempre quella di vivere in un Paese in cui lo Stato è un padre padrone da temere e non ha alcuna pietà per i propri figli. Viva l’Italia.