Archivio | società RSS feed for this section

Vaffanculo.

31 Ott

L’aspetto affascinante delle batoste è che nessuno può prevedere la reazione di chi la riceve. Qualcuno si chiederà perché a me? e si darà una risposta, altri negheranno che sia mai successo, altri ancora resteranno ammutoliti per ore, altri penseranno che magari sarebbe dovuto capitare a chi scioglie i bambini nell’acido, altri piangeranno di rabbia, altri capiranno, altri rideranno, altri avranno crisi isteriche, altri si rassegneranno, altri invece faranno tutto questo, con l’aggiunta di una parola, una sola: vaffanculo. Vaffanculo alle cose superflue, alle persone superflue e a quelle moleste, ai pensieri inutili, alla buona educazione, all’ego, alle scuse, alle bassezze, alle illusioni. Ok, sono pronta. Vaffanculo.

Baciamo le mani.

21 Ago

“Vittorio hai conquistato Roma, ora conquista il Paradiso”: il povero Vittorio dentro la bara, passato a miglior vita con il compito di conquistare l’Altro Mondo, era un mafioso, e il funerale del filmato si è svolto a Roma, non in uno sperduto paesino siciliano in mano ai clan mafiosi, proprio nella nostra capitale. Il video parla da solo, e fa male, ma a mio modestissimo parere, deve essere visto. Un po’ come quando si ha a che fare con una brutta ferita o con una brutta verità, bisogna guardarla in faccia, per capire e, se possibile, per guarire e migliorare. Sopratutto, per capire che se una cosa del genere è potuta accadere a Roma, e quindi se la mafia è arrivata ad espandersi oltre il proprio orticello, la responsabilità non è soltanto della politica, dei “politici” che siedono su qualche comoda poltrona, ma è di tutti noi che, a volte, preferiamo farci rubare la dignità, voltandoci dall’altra parte. Viva l’Italia.

Il business plan all’amatriciana.

17 Lug

_business-planChiunque voglia avviare qualsiasi tipo di attività, anche la più piccola, dalla vendita di peli incarniti alla manicure delle pulci d’acqua, sa che deve, DEVE, preparare un “business plan”. Lo dicono gli esperti, lo dicono gli imprenditori che ce l’hanno fatta, sopratutto lo dicono gli entrepreneurs di successo che hanno realizzato grandi progetti fuori dall’Italia (in rete trovate milioni di siti e blog di imprenditori-motivatori, primo fra tutti quel genio di Richard Branson). Devi studiare il mercato, devi capire cosa vuole la gente, devi capire cosa puoi offrire al mercato, quali sono le tue risorse, devi credere in te stesso e nella possibilità di farlo. Studi-lavori-credi-ottieni: un bellissimo messaggio. Viva viva il business plan. Però, va detto, ‘sto benedetto business plan va calibrato sulla base dell’area geografica di residenza dell’aspirante imprenditore o lavoratore o professionista. Per esempio, se per uno strano gioco di congiunzioni astrali, di karma incrociati, di decisioni universali, uno si dovesse trovare ad operare in Italia e, sempre per bizzarri allineamenti di Marte/Plutone/Venere, ad avere a che fare con delle Entità misteriose chiamate pubbliche amministrazioni, per esempio in Sardegna, be’, il business plan, andrebbe studiato per benino.

Biz Plan

Nel caso, credo sia giusto  fornirvi qualche utile suggerimento, ok, andiamo con ordine:

Dati dell’imprenditore: specializzato in manicure e massaggi relax per pulci d’acqua.

Descrizione del progetto: realizzare una grande spa nei pressi delle Terme di Acquaferma, dove ospitare milioni di pulci d’acqua, provenienti da tutte le parti del mondo, che intendono rilassarsi con un buon massaggio.

Analisi di mercato: non ci sono concorrenti, le pulci d’acqua abbondano e vogliono rilassarsi.

Strategia di marketing: conoscere un assessore, meglio due, del Comune di Acquaferma, preferibilmente il Sindaco, anzi, puntare principalmente al Sindaco, invitarlo a pranzo, fargli trovare almeno due maialetti arrosto, ma vanno bene anche il capretto o il cinghiale e gli uccellini di frodo, garantirgli la partecipazione a successivi appalti importantissimi, come la vendita dei peli incarniti agli orsi della Tanzania, o la coltivazione di nani da giardino destinati al mercato asiatico, ordinare un buon Nepente.

Previsioni economico-finanziarie: minimo 2 maialetti, 2 capretti, 3 kg di uccellini, 1 bottiglia di Nepente, poi si vedrà.

Fondi di copertura investimenti: fondi da precedenti appalti concordati, o finanziamenti a fondo perduto molto agevolati dal vino rosso.

Stato patrimoniale, conto economico: tanta roba.

Flussi di cassa: e devo anche rispondere?

Io vi ho avvisato, ora non siate pigri, create il vostro business plan.

 

Richard, leggi e impara.

 

Il piacere della salita.

1 Giu

downloadFabio Aru, il giovane ciclista di San Gavino Monreale, è arrivato secondo al Giro d’Italia che si è concluso proprio nei giorni scorsi. Non ha vinto, eppure è un piccolo eroe della vita, di quelli che non conquisteranno mai un regno ma riescono comunque ad essere fonte di ispirazione per tutti e questo, per me, è più importante di qualsiasi trono sulla faccia della terra. Un trono lo puoi ereditare, lo puoi rubare, lo puoi conquistare con l’inganno o con la prepotenza, mentre le tappe vinte in questo Giro, Aru le ha conquistate con la tenacia, con la fatica, con la forza fisica e mentale, con il sacrificio, con l’umiltà, letteralmente con le proprie gambe. Ecco perché abbiamo iniziato ad amarlo, perché siamo stanchi di personaggi inconsistenti che si beano degli altri quando li sorpassano con l’inganno, e perché, in fondo, le mete che preferiamo sono quelle in salita, quelle che raggiungiamo con le nostre forze, senza sconti.

Intervallo pop.

22 Apr

La mia canzone energizzante di questo periodo. Non badate al solito ohohooohohohohohooo, ha un bel testo e il video racconta una storia di vita e di coraggio contagioso (il coraggio può essere contagioso? Non so, ma può indubbiamente essere fonte di ispirazione per altri esseri umani).

.. and when the sun goes down hope you raise your cup 😉

Assuefazione.

20 Apr

Dal vocabolario Treccani online: “Assuefazióne s. f. [der. di assuefare]. – L’assuefare e l’assuefarsi: a. a un clima, a un genere di vitto; a. a un farmaco (e farmaco che dà, o non dà,effetti d’a.), fenomeno che si verifica nell’organismo per effetto della somministrazione continua di un farmaco (analgesici, tranquillanti, ecc.), per cui viene a diminuire, o addirittura ad annullarsi, la sua efficacia; analogam., a. all’alcol, progressiva tolleranza dell’organismo nei confronti delle bevande alcoliche; con altra accezione, a. alla droga, agli stupefacenti, stato di schiavitù nei confronti della droga, provocato da una prolungata assunzione, che genera uno stato di bisogno imperioso, con dipendenza psichica e spesso anche fisica”.

Ci si può assuefare anche alla morte, quando è continua, costante, abbondante. Quando dai barconi vengono giù centinaia e centinaia di esseri umani, ogni giorno, come se fossero centinaia di merluzzi sfuggiti al controllo dei pescatori, l’organismo umano inizia ad assuefarsi e la morte dovuta alla disperazione o alla malvagità, non ha più alcun effetto, a parte le dovute, necessarie, parole di circostanza, legate più che altro all’apparenza, a “ciò che in questi casi ci si aspetterebbe” ossia una reazione. Ma che sia una reazione seria.

Se un magistrato è più morto degli altri morti.

13 Apr

In un momento di forte tensione sui magistrati e su tutta la giurisdizione, di fronte a quei morti non possiamo non fare una riflessione sulla solitudine in cui siamo stati lasciati, con gravi falle nella sicurezza (..) troppe tensioni si concentrano sulla giustizia in questa epoca di crisi: bisogna respingere ogni forma di discredito della giurisdizione, tema richiamato ieri dal Capo dello Statoparole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, nelle ore successive alla terribile sparatoria avvenuta al tribunale di Milano nei giorni scorsi. Allo stesso modo, il nostro Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in teoria rappresentante di tutti gli italiani, ha sentito il bisogno di affermare che “i magistrati sono sempre in prima linea e ciò li rende particolarmente esposti: anche per questo va respinta con chiarezza ogni forma di discredito nei loro confronti“. Ora, vogliamo ricordare che in quella che ormai viene chiamata “la strage del tribunale di Milano” sono morte tre persone, e una quarta è rimasta ferita, e si trattava di un giudice, di un avvocato, di due imprenditori? Qualcuno vuole farci capire perché invece la sparatoria è immediatamente diventata la strage dei magistrati? E qualcuno ci vuole spiegare perché della solitudine, della esposizione, della situazione di svantaggio nella quale si trovano gli avvocati e gli imprenditori non si sente il bisogno di parlare? Qualcuno, ancora, ci vuole illuminare sul perché sia considerato normale screditare e avvilire, ogni giorno, con leggi inique e totale assenza di tutele, avvocati e imprenditori? Qualcuno vuole prendersi la briga di guardare oltre il proprio orticello e rendersi conto che soltanto lavorando insieme sarà possibile uscire dalle sabbie mobili nelle quali stiamo sprofondando?

Non in nome mio.

8 Apr

imagesNei giorni scorsi, la Corte Europea dei diritti dell’uomo  ha condannato  l’Italia per i fatti della Diaz, avvenuti durante il G8 del 2001, quando la polizia italiana massacrò i manifestanti inermi all’interno della scuola Diaz di Genova.  Ce li ricordiamo bene quei fatti, no? Ce la ricordiamo la “macelleria messicana”, vero? Come raccontò il vice-questore aggiunto Michelangelo Fournier (udienza del 13 giugno 2007) “Arrivato al primo piano dell’istituto ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana. Sono rimasto terrorizzato e basito quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: ‘basta basta’ e cacciai via i poliziotti che picchiavano. Intorno alla ragazza per terra c’erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze“.

Per quei fatti, già nel 2012, la Cassazione con la sentenza  n. 38085 confermò le condanne della Corte d’Appello di Genova, per falso aggravato, nei confronti di alcuni alti funzionari della Polizia di Stato coinvolti nella vicenda (reclusione e pena accessoria dell’ interdizione dai pubblici uffici) riportando nella motivazione lo scempio fatto dagli uomini incaricati di tutelare la sicurezza nazionale. Una delle pagine più buie della nostra democrazia: 93 persone ingiustamente arrestate, e tra queste 87 subirono lesioni due furono dichiarate in pericolo di vita, a causa della furia degli agenti di Polizia, per un comportamento ben descritto dalla stessa Cassazione, come un “puro esercizio di violenza“, caratterizzato da un “massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia” , e ancora“l’assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta, in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che si era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime“.

Ce le ricordiamo anche le parole di De Gennaro (all’epoca dei fatti capo della Polizia (assolto) e poi Sottosegretario del Governo Monti) che, in seguito alla sentenza, espress“un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata“, senza nemmeno una parola per le vittime dei soprusi, le quali, di sicuro, non erano né terroristi né appartenenti alla criminalità organizzata.

E oggi, arriva la sentenza della Corte europea nei confronti dell’Italia, perché quei fatti possono essere qualificati come “tortura” e perché la mancata punizione dei colpevoli è dovuta alla mancanza di leggi al riguardo, che agevola la commissione di soprusi da parte delle forze dell’ordine.

Sentenza doverosa, dura, dolorosa, giusta e, allo stesso tempo, ingiusta. Ingiusta per tutti gli italiani onesti, perché gli autori di quello scempio della dignità umana e della democrazia hanno un nome e un cognome, un volto, e hanno scatenato la propria ferocia non in nome degli italiani, non per la sicurezza nazionale, ma in nome dei propri istinti, delle proprie frustrazioni e sarebbe bastato un briciolo di cervello (se non di umanità, probabilmente sentimento troppo evoluto) per evitare l’umiliazione di quelle povere vittime e di tutti gli italiani. Non l’avete fatto in nome mio.

The Simple Interview- by Jack N John (“Non so chi è un down ma posso raccontare chi è Giovanni”).

5 Apr

Anche questa è poesia. E io non ho altre parole da aggiungere.

Le faccine come antidoto per l’infelicità :-) :-) :-)

23 Mar

logo-bandiera-madauLa notiziona è di qualche giorno fa: il campionato mondiale italiano della felicità è stato vinto da Cagliari, il capoluogo di un’isola spuntata qualche milione di annetti fa, in mezzo al Mediterraneo, terra di bronzetti, di nuraghi, di pecore, di mare cristallino, di sottosegretarie inette, di gloriosi politici, di Presidenti della Repubblica luciferini, di buon vino, di pabassinas,  di gente con le pezze al culo, splendore ai confini dell’Impero. Cagliari, in base alle vagonate di faccine sorridenti infilate nei tweet  analizzati da un indicatore chiamato “iHappy”, è la città più felice d’Italia. La notizia sembrerebbe stonare con gli altri dati della realtà, quelli dell’indicatore “iFame” che ci dice quanti fanno (quasi) la fame in Sardegna e ci indica tassi di disoccupazione e povertà spaventosi, che potrebbero agevolare un certo livello di infelicità. E invece no, noi, come i cubani che ballano sempre e sono allegri nonostante tutto, e come Bocca di Rosa che metteva l’amore sopra ogni cosa, mettiamo le faccine sorridenti su ogni cosa, su Twitter, e anche sugli spaghetti al pomodoro, nel ripieno dei culurgiones, fra un po’ persino sulla bandiera dei Quattro Mori, perché questo è il nostro modo di reagire e perché, in fondo, noi l’abbiamo sempre saputo che il maestrale risolve ogni cosa e, alla fine, ci porta pure la felicità. A chent’emoticons 🙂 🙂 🙂