Giraffa e il Bosco incantato delle Sette Cascate (XIV Puntata – La Cascata Silenziosa)

8 Mag

langhe2.jpg_2008729104445_langhe2«Sai qual è il problema con la Silenziosa, sore’?».
«No, non lo so, non l’ho mai vista…».
«Il problema è che se non vedi quella, non riesci ad andare alla Cascata della Luce, quella che realizza i desideri più grandi. Però per vedere la Silenziosa, bisogna stare tranquilli e concentrarsi, mentre noi siamo abituati a muoverci, ad andare avanti e indietro per il Bosco, a fare delle cose, a percorrere sentieri, radure, arrampicarci, scivolare negli avvallamenti, tuffarci nei torrenti. Per arrivare alle altre Cascate, il movimento va bene ma con la Silenziosa è tutta un’altra storia».
«Frate’, me la stai facendo complicata…».
«Ma lo è! Io ho impiegato tanto tempo prima di vedere la Cascata Silenziosa e realizzare il mio desiderio più grande».
«Io non posso aspettare troppi tempo per andare alla Cascata della Luce, voglio realizzare il mio grande desiderio».
«Ti confesso una cosa, sore’, una cosa che non ho mai detto a nessuno. Però non voglio che ci sentano, ti va di andare al Giardino delle Nuvole?».
«Certo che mi va, andiamo».
Il Giardino delle Nuvole è un piccolo promontorio, posto quasi ai confini del Bosco, molto particolare, poiché in quel punto, in alcune giornate, alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera, le nuvole scendono fino a toccare la terra e avvolgono ogni cosa, come una soffice ragnatela impalpabile.
«Qui va meglio», disse Nando.
Non l’avevo mai visto così triste.
«Sai perché, per me è stato così difficile vedere la Cascata Silenziosa?».
«No, forse perché è lontana?».
«No, non è quello il motivo. Ti ricordi cosa dice la Grande Quercia, a proposito delle Cascate e dei desideri?».
quercia«Per ogni Cascata, possiamo esprimere un desiderio, e più è difficile raggiungerla più potrà essere grande il nostro desiderio».
«Dice anche un’altra cosa: “bisogna credere fortemente in ciò che si desidera realizzare e nella possibilità di realizzarlo” ricordi?».
«Sì, lo ricordo».
«Io, quella volta, non ci ho creduto, pensavo fosse impossibile, pensavo di non esserne capace e così ho perso tanto tempo, mi ripetevo che non ci sarei mai riuscito, e più lo ripetevo, più non ci riuscivo».
«Ma perché?».
«Perché avevo gli occhiali sbagliati».
«Gli occhiali sbagliati? Scusa, Nando, ma questa cosa non la capisco per niente…».
«Ora ti spiego. Quando ero piccolo, avevo un difetto alla vista, non vedevo bene gli alberi e andavo a sbatterci contro, scambiavo i lombrichi per bisce, insomma combinavo pasticci, così i miei genitori mi accompagnarono da Lindo, il maestro delle lanterne, una vecchia talpa esperta nel creare lumi protetti dal vetro, adatti a tutte le stagioni, però non proprio esperto in lenti da vista. Lindo si impegnò per creare un paio di occhiali che aiutassero la mia vista. Però, gli occhiali realizzati erano, semplicemente, delle lanterne, posizionate ai lati degli occhi, che illuminavano la visuale.

2174834_cd7722d4d1_mIniziai a vedere  un po’ meglio gli alberi, ma continuavo a scambiare scarafaggi per cinghiali, lombrichi per serpenti. In definitiva, gli occhiali non mi permettevano di vedere le cose in modo nitido e mi facevano fare un po’ di confusione. Anche quando mi capitava di abbeverarmi al piccolo lago, vedevo la mia immagine riflessa sullo specchio d’acqua, e vedevo una bestiola minuscola, con il manto spelacchiato e lo sguardo strano, poco intelligente, una creatura non adatta alla vita nel Bosco, incapace, quindi, di arrivare alla Cascata Silenziosa, la seconda cascata più difficile da raggiungere. E poco importava che gli altri mi dicessero che ero un tipo giusto e sveglio. Passava il tempo ed io mi sentivo sempre più incapace di fare qualsiasi cosa, anche procurarmi da mangiare. Volevo, però, migliorare, tornare com’ero un tempo e decisi di andare a trovare Calandra, nota, oltre che per gli scherzi, per la sua la capacità di risolvere i dilemmi più difficili. Calandra era sempre contenta di vedermi, perciò anche quella volta mi accolse con un grande sorriso. “Bentornato! Quale venticello ti porta da me?”. “Un vento di scirocco misto a levante, con raffiche di maestrale e ondate di tramontana”. “Ah, bene, vedo che sei in grande forma. Su, racconta, cosa ti turba?”. “Non riesco più a nutrirmi, gli altri continuano a dirmi che sono un cinghiale sano e sveglio, ma che occhi hanno?!”. “Hanno occhi buoni. Senti un po’, ti capita di scambiare rospi per coccinelle?”. “Sì”. “E stelle per tovaglie?”.“Sì”. “Ti capita, quindi, di non vedere bene le altre cose, gli altri animali?”. “Sì“. “E, allora, ti viene il dubbio che quando ti specchi alla fonte, forse non vedi bene nemmeno la tua immagine?”. “Uhm..in effetti…”. “Hai pensato di cambiare gli occhiali?”. “Ehm, no, non ci avevo pensato”. “Hai voglia di vedere meglio? Hai voglia di vedere il tuo muso? Hai voglia di vedere la creatura che sei, giusta al posto giusto?”. “Sì”. “Bene, togli quelle lanterne, ti preparo un paio di occhiali nuovi”. Da quel giorno, con i nuovi occhiali, iniziai a vedere in modo più nitido, le stelle, i lombrichi, le pulci, gli altri cinghiali,  i germogli. Tutto era esattamente come era sempre stato ma ora lo vedevo con le nuove lenti. Bastava solo cambiare gli occhiali. E, una volta, cambiati gli occhiali, riuscii a vedere anche me stesso come ero nella realtà: un cinghiale con i peli ispidi, le zampe corte e la mente sveglia! Solo grazie ai nuovi occhiali, riuscii a vedere la Cascata silenziosa, poi quella della Luce e, quindi, a realizzare il mio grande desiderio».

«Che storia, Nando! Le cose importanti, alla fine, sono state la tua volontà di migliorare e l’umiltà di chiedere aiuto. Sei stato bravo!».
«Tu non devi fare come me, sore’. Vai da Isadora, lei ti spiegherà cosa fare per vedere la Cascata silenziosa. Ora possiamo rientrare a casa» e abbandonammo il Giardino delle Nuvole, per tornare da Cirisbonzia,  Cristobalbo, Sirbo e Neddu.

La mattina successiva, prima dell’alba, andai a trovare Isadora, la mia amica aquila, per capire quale fosse il sentiero giusto per arrivare alla Cascata Silenziosa.

«Il sentiero è breve, non ti preoccupare, e, soprattutto, sarà la Cascata a venire da te».
«Per tutti i leoni del Bosco! Sarò travolta dal fiume?».
«In un certo senso, sì, ma stai tranquilla, l’acqua non ti sommergerà».
«Mi sa che aveva ragione Nando, la cosa è complicata».
«Lo è soltanto se tu pensi che lo sia. Adesso ascoltami, senza parlare».
«…».
«Chiudi gli occhi e non pensare a nulla».
Chiusi gli occhi e mi vennero in mente un sacco di cose, gli alberi, i sentieri, tutti gli abitanti del Bosco, le Cascate che avevo già visitato, le nuove avventure che avrei voluto vivere, la mia casa in Africa, la mia famiglia, le nuvole.
«Non ci riesco, la mia mente è affollatissima!».
«Riprova, e pian piano togli qualcosa».
Chiusi nuovamente gli occhi e, incredibilmente, i miei occhi continuavano a vedere un sacco di cose, come durante il pranzo del Bosco, «proprio non ci riesco». La mia amica aquila non si scompose, «quando riuscirai a vedere la Cascata Silenziosa, sarai pronta per la Cascata della Luce, quindi, più tempo impiegherai a vederla più te ne servirà per il tuo ultimo grande desiderio. Decidi cosa vuoi fare, Giraffa».

Aquila_tramontoIsadora sapeva essere molto convincente.

Volevo con tutte le mie forze arrivare alla Cascata della Luce, e mi impegnai ancora di più. «Immagina il cielo di notte», «ma è pieno di stelle!», «inizia a toglierne qualcuna», non è facile togliere milioni di stelle ad una ad una dal cielo, sapete? Così optai per una soluzione più veloce, e immaginai di ripulire il cielo dalle stelle e dalla luna con un colpo di coda. Il cielo nella mia mente rimase nero, però ancora pensavo a qualcosa, pensavo proprio al cielo nero, «a nulla» ripeté Isadora, a nulla, mi dissi, e lentamente sentii arrivare una sensazione molto piacevole, di grande pace e di serenità, come se fossi diventata io stessa parte di quel cielo e non avessi più nulla da pensare ma solo da vivere. «È la Cascata Silenziosa» disse Isadora e proseguì «la ritroverai anche quando andrai a visitare la Cascata della Luce, ti sarà d’aiuto». Il desiderio? Sì, l’ha esaudito.

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