Ogni tanto, mi capita. Non spesso, ogni tanto, solo ogni tanto, capita che mi innamori di un posto, di un luogo, ed è la stessa sensazione che si prova quando ci si innamora di un essere umano, si amano anche i difetti, si ama nonostante le difficoltà. Ecco, io, di questo posto, mi sono innamorata e non m’importa delle difficoltà. La strada per raggiungerlo è lunga e non è delle migliori, soprattutto percorsa nelle ore piccole del mattino, illuminata solo dalle stelle e dalla luna, quando il cielo non è coperto dalle nuvole, dai fari delle auto e dei mezzi pesanti , dalle fredde luci degli stabilimenti industriali, che lasciano anche intravedere le sagome delle enormi pale eoliche che danno energia pulita ma sono veramente brutte da vedere. Nel tragitto, la pioggia mi accompagna quasi sempre, è dall’autunno scorso che scende giù almeno un giorno alla settimana, ogni settimana, per coincidenza proprio il giorno in cui faccio il mio giro del Sulcis, una delle zone più antiche dell’Isola più antica d’Italia, allo stesso tempo bella e malinconica e, per fortuna, mi accompagnano anche le voci familiari della radio, dei ragazzi di Caterpillar a.m., pimpanti nonostante la levataccia. Qualche volta, la pioggia lascia il posto alla nebbia, che avvolge le vecchie montagne di fanghi rossi della zona mineraria di Monteponi e la rende ancora più inquietante ma affascinante, essendo le vere testimoni della fatica e del sudore lasciati lì dagli uomini che un tempo ci lavoravano, però, quando inizio a scorgere quel profilo rossastro, mi preparo, so che manca poco ai piccoli tornanti che mi porteranno in un’altra zona industriale, ormai tristemente nota per le promesse, per i licenziamenti, per il devastante inquinamento ambientale e, come si è scoperto negli ultimi mesi, politico. Ma tutto questo non m’interessa, mi dirigo verso il porto e vedo arrivare il traghetto che mi accompagnerà verso l’altra isola, quella che mi ha osservato con curiosità e diffidenza, e mi ha conquistata, mostrandosi in tutta la sua bellezza, nelle giornate cupe e grigie e in quelle piene di luce, sempre viva, vitale, un po’ malinconica e indipendente. E ora sono qui, in mezzo alle raffiche del libeccio che impediscono la navigazione, rischio di rimanere sull’isola per la notte, non ho nemmeno un cambio, non so quando i traghetti ripartiranno, non ho un posto dove dormire, eppure, non riesco a smettere di sorridere.
In love (ogni tanto m’innamoro).
16 Apr- Commenti 12 commenti
- Categorie amenità, attualità, sardegna
- Autore LaGiraffa
12 Risposte a “In love (ogni tanto m’innamoro).”
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La giraffa
Quattro zampe; un lungo collo per permettere agli occhi di vedere lontano; un cuore troppo distante dalla testa per poter dialogare con il cervello; uno zoccolo duro per non farmi trasportare troppo dai sogni e, allo stesso tempo, per non farli scappare via; un piccolo monte, per accogliere le persone che amo, i nuovi amici e chi passa di qui per caso: benvenuti!
Eccomi!

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Un bellissimo brano. E d’altra parte era inevitabile: l’innamoramento è il miglior catalizzatore dell’ispirazione poetica.
Visitai l’isola di San Pietro (a cui mi sembra tu alluda) in anni ormai remoti, ma me ne rimane un ricordo fortissimo.
E, a proposito, l’hai letto questo, del tuo quasi concittadino Flavio Soriga? Parla (e lo fa molto, molto bene) sia di innamoramenti sia dell’isola in questione.
Caro Franz, l’innamoramento, in questo caso, rende anche meno faticoso il viaggio verso l’Isola 😉 non ho ancora letto il libro di Soriga, vediamo se quest’anno ci riuscirò..
Che bel viaggio, l’ho vissuto con l’immaginazione 🙂
Son contanta di averti portato in viaggio con me!
avrei tanta, tanta voglia di andarci, organizziamoci amichetta! 🙂
yes, naturalmente sempre con l’ombrello in borsa 😉
Carloforte forever!!!
non ho mai visto questi posti, ho visitato la Sardegna ma non quelle parti, però da quel che ho scrivi sento tanta tanta invidia per te che vivi in un posto tanto meraviglioso!
Sono stata una volta in Sardegna,a Santa Margherita da Pula,sono stati dieci giorni indimenticabili.Chissà se un giorno potrò tornarci. 🙂
Ciao a presto.
* No Blogger, of course 😉
* Fra Puccino, merita, è un pezzo di Sardegna e, allo stesso tempo, per ragioni storiche, è un pezzo di Genova, la lingua parlata sull’Isola, il tabarkino, ha origine dal ligure (infatti, ancora non la capisco bene) però, sempre per ragioni storiche, ha influenze tunisine e molti piatti, per esempio, ricordano quelli arabi (come il casc-ca, il cous cous locale). Insomma, è una piccola isola piena di risorse, nonostante i limiti legati al mare, ai venti, alle distanze, prenota, prenota 😉
* Gibran, sei stata in uno dei posti con le spiagge più belle, lo conosco molto, molto, molto bene, immagino sia andata anche a Chia e dintorni..torna!!!
Non conosco personalmente i luoghi di cui parli ma la curiosità (supportata dalla tecnologia) mi ha consentito di fare un giro virtuale da quelle parte… che dire? Molto suggestivo, quasi un luogo fuori dal tempo…
Sicuramente suggestivo, un po’ per la posizione geografica, un po’ per la storia, con una comunità molto attiva. Tra l’altro, stanno portando avanti un progetto per diventare un’isola “ad impatto zero” dal punto di vista ambientale, per curiosità, puoi andare su questo sito http://www.carlofortegreen.info/.