Sul monte, in questi giorni, prepariamo l’atterraggio dell’aereo autunno e del suo carico di piogge, di foglie rosse, di giornate luminose e corte, di terra bagnata e profumata, di fiumi ricchi d’acqua, di temperature più fresche. Lo facciamo sempre con tanto impegno, poiché alcune attività vanno seguite con molta attenzione, per esempio, aiutiamo gli scoiattoli, le marmotte e le tartarughe a preparare con cura la nicchia per il letargo, li dovrà ospitare per gran parte dell’autunno e per tutto l’inverno, quindi deve essere confortevole e sicura, e siccome in quel periodo loro sono molto vulnerabili e deboli bisogna anche organizzare un buon servizio di vigilanza per evitare che qualche malintenzionato li disturbi. E poi, naturalmente, aiutiamo i nostri amici pennuti a fare le valigie per i loro viaggi lunghi e avventurosi, pieni di insidie, soprattutto create dall’uomo, sono fatti così, non riescono a stare in un posto per troppo tempo, nemmeno loro sanno il motivo del loro vagabondare ma noi li accettiamo per quello che sono, è la loro natura, e sappiamo che torneranno sul monte, non tutti, ma torneranno. Ogni anno gli propongo una tuta antiproiettili per evitate le schioppettate dei cacciatori ma loro preferiscono essere liberi, nonostante tutto, e io li comprendo. I cacciatori. Oggi è un giorno particolare, infatti dopo l’idiozia della pre-apertura di qualche giorno fa, oggi si è aperta ufficiamente la caccia, qui sul monte la caccia è vietata, però ci prepariamo ad accogliere tutti gli animali in fuga e tutti quelli feriti che riusciranno a raggiungere il monte per essere curati, abbiamo allestito come sempre un ospedaletto da campo per le prime cure. Insomma, tra giacigli da rendere morbidi, valigie da riempire, pallini e lacci da togliere, c’è da fare. Per non parlare dei pennuti che, invece, tornano sul monte per svernare, sono tutti stanchi, mezzo spelacchiati e indeboliti, bisogna ristorarli e aiutarli a recuperare le forze. Perciò il pranzo dell’amicizia deve essere particolarmente consistente per dare più energie a tutti. Lo faremo nella radura dei ginepri secolari, un luogo molto discreto e protetto dove ospitare tutti, e stavolta, io mi occuperò del dessert, sarà una cosetta leggera e molto semplice da preparare: un gelato alla panna innaffiato con il mirto bianco. Per prepararlo basta togliere il gelato alla panna dal cassetto del ghiacciaio perenne e disporne la giusta quantità (eh, regolatevi un po’ voi) dentro una coppa di fantasia, versarvi sopra, a mo’ di cascatella, il profumatissimo e delicato liquore al mirto bianco, preparato in primavera con le foglie del mirto (volete la ricetta? La trovate qui) dovrete poi munirvi di un cucchiaino dotato di sana golosità e assaggiare con la pacata gioia delle vostra papille gustative. Come sempre, siete tutti invitati, portate qualcosa, mi raccomando, una bottiglietta di energia, un pacchetto di ottimismo, o un sorriso, qua serve tutto 🙂
Il sorriso è una delle cose più semplici del mondo la ma sua ricetta vera è ancora segreta 🙂
ed è sempre molto gradito 🙂
Grazie per la ricetta del mirto bianco… mio papà fa quello con le bacche rosse, gli dirò di provare questa novità 😉
Sì, sì, te lo consiglio, è più delicato e molto, molto buono! Poi, quando lo fa, se vuoi portarne un goccino al pranzo.. 🙂
Ultime notizie:
Il Monte è stato dichiarato “Patrimonio dell’Umanità, dell’Animalità, delle Vegetalità e della Mineralità, dall’UNESCO-Più-DaLì.
Ragione dopppia per una bella festa e una bella sbornia collettiva di mirto bianco!!!
Wow! Grazie! Ma non ci danno la targa da appendere alla grande quercia che accoglie i viandanti? Doppio mirto per tutti 😀