Sapessi quanto costa uno schiaffo a Stoccolma.

2 Set

La mia educazione infantile, fortunatamente, non ha previsto l’uso di punizioni corporali, niente schiaffi in pieno viso, niente ceci sulle ginocchia o simili. Solo una volta capitò un episodio spiacevole e ancora lo ricordo, non tanto per il dolore, perché comunque non si trattò di una cosa particolarmente violenta, quanto per l’offesa e ricordo che pensai soltanto “ma come si permette? Non può sgridarmi e basta?”, no, evidentemente, non poteva. Purtroppo, non tutti hanno avuto la mia fortuna ed è da quando ho memoria che sento storie di bambini educati con particolare severità, durezza, rigore, diciamo pure violenza, che è il termine più adatto, sono storie di circa sessant’anni fa, quando l’infanzia era lieta solo fino ai cinque anni di vita, poi diventava infanzia livida. Ogni volta, quei racconti mi facevano e mi fanno venire in mente la stessa domanda “ma come si permette?”, i bambini hanno una dignità pari a quella degli adulti e va rispettata, da chiunque, da chi li ha generati, da chi li educa, da chi si prende cura di loro, nessuno può permettersi di umiliarli con la violenza. Ecco perché ho appreso con soddisfazione (e con ritardo, lo ammetto..) che 25 Paesi vietano le punizioni corporali fuori e dentro le mura domestiche: il primo Stato ad avviare il cambiamento è stato la Svezia nel 1979, seguita da Finlandia (1983), Norvegia (1987), Austria (1989), Cipro (1994), Danimarca (1997), Lettonia (1998), Croazia (1999), Bulgaria (2000), Israele (2000), Germania (2000), Islanda (2004), Ucraina (2004), Romania (2004), Ungheria (2005), Grecia (2006), Paesi Bassi (2007), Nuova Zelanda (2007), Portogallo (2007), Uruguay (2007), Venezuela (2007), Spagna (2007), Costarica (2008) e Moldavia (2008). L’Italia non è nell’elenco, non ancora. Come me, neanche il papà italiano in vacanza a Stoccolma con la famiglia, era informato sulla legislazione svedese in materia di maltrattamenti sui minori e ha pensato bene di dare uno schiaffo al proprio figlio dodicenne per strada, davanti a persone meglio informate che hanno chiamato la polizia: «C’erano lì vicino due persone di nazionalità libica, hanno chiamato la polizia che erano nella zona e certo la mancanza reciproca di conoscenza della lingua ha fatto il resto, ma tutto questo, avendo anche sentito i testimoni italiani dell’accaduto, sembra davvero assurdo, esagerato». Non c’è bisogno di essere poliglotti per riconoscere uno schiaffo e il papà rimarrà in Svezia ad attendere il processo.

Dal sito di Save the Children:

Il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia definisce le punizioni corporali come “qualsiasi punizione per la quale viene utilizzata la forza fisica, allo scopo di infliggere un certo livello di dolore o di afflizione, non importa quanto lieve. Nella maggior parte dei casi consiste nel colpire (“picchiare”, “schiaffeggiare”, “sculacciare”) i bambini, utilizzando la mano o un utensile – frusta, bastone, cintura, scarpa, cucchiaio di legno, ecc. Può però anche consistere, per esempio, nel dare calci, scossoni, spintoni al bambino, oppure graffiarlo, pizzicarlo, morderlo, tirargli i capelli o le orecchie, obbligarlo a restare in posizioni scomode, provocargli bruciature, ustioni o costringerlo con la forza ad ingerire qualcosa (per esempio, sciacquargli la bocca con il sapone o fargli inghiottire spezie piccanti). Il Comitato ONU ritiene che la punizione corporale sia in ogni caso degradante, e che altre forme di punizioni non fisiche siano ugualmente crudeli e degradanti e pertanto incompatibili con le disposizioni della Convenzione. Tra queste figurano, per esempio, le punizioni che mirano a denigrare il bambino, umiliarlo, sminuirlo, disprezzarlo, farlo diventare un capro espiatorio, minacciarlo, spaventarlo o schernirlo.

2 Risposte to “Sapessi quanto costa uno schiaffo a Stoccolma.”

  1. Regina Madry 4 settembre 2011 a 11:11 PM #

    ho letto anche io la notizia, con un pò di sconcerto. da una parte, il genitore che non si controlla (in generale, a maggior ragione in pubblico) è inquietante; dall’altra, vogliamo dire che uno sculaccione è diverso da “…dare calci, scossoni, spintoni al bambino, oppure graffiarlo, pizzicarlo, morderlo, tirargli i capelli o le orecchie, obbligarlo a restare in posizioni scomode, provocargli bruciature, ustioni”??? detto da una sostenitrice di Save the children eh! 🙂

    • lagiraffa 5 settembre 2011 a 3:16 PM #

      e certo che uno sculaccione è diverso dalla bruciatura, ma non credo che il papà italiano si sia limitato a dare un buffetto sulla guancia del figliolo 😉

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