Eccole, infine, le femministe esultare per il grande traguardo raggiunto dalle donne, dopo anni di lotte: trascorrere l’intera giornata in ufficio mentre il marito accudisce la figliolanza, strofina le stoviglie e rifà i letti. Un’idea abbastanza banale di progresso dell’umanità, presa in prestito dagli uomini d’altri tempi, quelli che, appunto, stavano fuori casa tutto il giorno, in ufficio o chissà dove, a far carriera, e si accontentavano di avere, e trascurare, una moglie/badante/madre/cuoca/talvolta amante tra le confortevoli mura di casa. Un’idea che, tra l’altro, in passato ha fallito, creando insoddisfazione, frustrazione e tristezza, perciò non mi spiego per quale motivo, oggi, riscuota tanto successo. Eppure, pensavo che noi donne avessimo più fantasia, più estro nell’immaginare il progresso e mi illudevo che, alla fine dei conti, in concreto, saremmo state più generose e più intelligenti degli uomini d’altri tempi, nel realizzare la parità tra i sessi. E invece.
9 Risposte a “Uomo schiavo, zitto e bravo.”
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La giraffa
Quattro zampe; un lungo collo per permettere agli occhi di vedere lontano; un cuore troppo distante dalla testa per poter dialogare con il cervello; uno zoccolo duro per non farmi trasportare troppo dai sogni e, allo stesso tempo, per non farli scappare via; un piccolo monte, per accogliere le persone che amo, i nuovi amici e chi passa di qui per caso: benvenuti!
Eccomi!

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Continuo a sostenere, passando a volte per maschilista, che le donne, nel tentativo di “raggiungere” l’uomo, siano riuscite a copiarne sopratutto i difetti…
così come continuo a sostenere – ipergeneralizzando – che nel mio lavoro preferisco avere a che fare con dieci colleghi uomini piuttosto che con una collega donna.
Salvo eccezioni, ovviamente…. sennò mi gioco il visto sul colle 😆
Il fatto è che, in questa specie di società, sembra non sia possibile una parità di diritti, di occasioni, di condizioni, tra uomo e donna, o le cose sono tutte sbilanciate o non ci piacciono, o in casa sta la donna o ci sta l’uomo, non si riesce ad andare oltre! Però, ammetterai che, anche nel tuo lavoro, una donna deve lavorare come e più di dieci uomini per dimostrare che vale qualcosa.. Il visto è rinnovato senza limiti, a patto che ti sforzi sempre di trovare le eccezioni 😆
Vero… ma la necessità di lavorare dieci volte per dimostrare di valere (nei confronti dei propri committenti, non certamente dei colleghi) non autorizza comportamenti aggressivi (che riscontro maggiormente nelle femminucce).
Poi – continuo a ribadire – sono forse io ad essere fin troppo pacifico e probabilmente poco portato al lavoro che faccio (ancora per poco?) 😉
il punto è la parità di possibilità di scelta. In assenza di questo, e in presenza di pallide imitazioni e sbiditi tentativi di ottenere gentilmente quel che dovrebbe essere un diritto ovvio, alle donne non resta che scopiazzare, talvolta, gli uomini, nei loro peggiori atteggiamenti (così perlomeno io considero lo stare 15 ore al giorno in ufficio sapendo che a casa la figliolanza in qualche modo s’arrangia). E’ una mentalità diffusa, inestirpabile:e allora, visto che la strada è lunga, intanto arrangiamoci agendo d’imperio (quote rosa? mah…perchè non belle sanzioni salatissime per chi non pratica le pari opportunità, comprese le istituzioni che non forniscono abbastanza servizi alle famiglie?)…
Mah, io il casalingo lo farei volentieri…
* Kalo, ho sperimentato sulla mia pelle a quali livelli di “bassezza” possano arrivare le donne, e ti dirò che lo stile finto bonario è dannoso quanto quello aggressivo/isterico, però non posso generalizzare perchè anch’io sono una donna, ho conosciuto e conosco donne “normali”, corrette e leali che, però, faticano a farsi strada (o sarà proprio la correttezza a bloccare il cammino?). E, infine, tutto cio premesso ( 😀 ) se uno non è portato è gusto che cerchi altrove qualcosa di più “consono”, e tirerà fuori la grinta necessaria per realizzarsi, nel lavoro, anche perchè dentro ogni pacifista c’è un guerriero (oh, quest’ultima perla di saggezza mi è venuta così :lol:).
* Madry, è proprio l’idea dello scopiazzare che non mi va proprio giù, ma è mai possibile che per essere “strafighe” in carriera (o in carriera) bisogna fare come i super machi? Sono d’accordo con te, se le istituzioni pensassero a creare servizi per le famiglie, invece di preoccuparsi se la famiglia è composta da persone di sesso diverso o uguale, il problema non ci sarebbe e le quindici ore fuori casa potrebbero essere molte di meno, uff.
* Baol, il mondo casalingo ti aspetta!
Evidentemente la donna sta tentando di ricoprire il ruolo dell’uomo anche perchè quest’ultimo è venuto meno ( causa i troppi agi ? ) e non è più in grado di comportarsi come tale; l’unico problema è che la donna non è nata per fare l’uomo e la confusione regna sovrana.
Un saluto
Forse si tratta solo di riequilibrare i ruoli, senza ripetere vecchi schemi e senza scimmiottare vecchi comportamenti deleteri, insomma, credo si tratti di progredire insieme, uomini e donne 😉
Potrei dire che nel mio settore la pregiudiziale verso le donne è sepolta da tempo, sarà perché in Italia si riteneva che le relazioni pubbliche fossero un passatempo per annioiate signore della buona società o per disinvolte scalatrici sociali, tant’è che la sigla P.R. veniva tradotta come Pranzi e Ricevimenti oppure come P#####e e Rufffiani. Tuttavia anche in comunicazione (pubblicità, marketing e relazioni pubbliche) vale la legge non scritta che impone alle donne una ipercompetitività e, soprattutto, una totale dedizione al lavoro. Decidere di fare un figlio, ad esempio, può costare caro: dal ritrovarsi al rientro retrocesse al gradino più basso al mobbing. Il peggio è che spesso la regia dei più calcolati e feroci comportamenti verso le donne è di altre donne.