Domani, 15 maggio e lunedì 16, in Sardegna si terrà il referendum consultivo regionale sul nucleare, credo che abbiamo una grande fortuna, quella di dare un esempio di civiltà, di senso civico, di forza e di unione. Sì contro il nucleare!
Referendum contro il nucleare in Sardegna, diamo il buon esempio.
14 Mag- Commenti 17 commenti
- Categorie ambiente, attualità
- Autore LaGiraffa
17 Risposte to “Referendum contro il nucleare in Sardegna, diamo il buon esempio.”
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La giraffa
Quattro zampe; un lungo collo per permettere agli occhi di vedere lontano; un cuore troppo distante dalla testa per poter dialogare con il cervello; uno zoccolo duro per non farmi trasportare troppo dai sogni e, allo stesso tempo, per non farli scappare via; un piccolo monte, per accogliere le persone che amo, i nuovi amici e chi passa di qui per caso: benvenuti!
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siamo stati bravi, no? 🙂
Siamo stati bravissimi! Praticamente il 60% dei sardi è andato a votare per il Sì, direi che è un buon esempio 🙂
Clap, Clap, Clap…
come sempre lo avete dato il vostro importante buon esempio 🙂 e spero in tanti lo seguano, già nei referendum di giugno !!
Speriamo bene!
Ha vinto l’ignoranza e la disinformazione.L’eolico italiano è una presa in giro http://www.sustainableenergyworld.eu/wp-content/uploads/2009/03/wind_map_of_western_europe.gif
o per offshore http://www.pib.gr/usrimage/wind%20resources%20europe.jpg siamo la nazione meno ventilata d’Europa (un KWh eolico italiano costa 4 volte uno irlandese o scozzese. Se manteniamo questi incentivi al fotovoltaico (e lo portassimo al 10% nazionale) la bolletta aumenterebbe del 47% con conseguenze nefaste per l’economia e la produzione industriale ecc. ecc. Ma la disinfomazione trionfa…
Fermare l’energia nucleare non significa diffondere indiscriminatamente le altre fonti di energia, ma purtroppo questo è l’argomento che viene utilizzato dal governo per convincere i cittadini della bontà delle proprie scelte scellerate. I costi e i tempi del nucleare sono, al momento, fuori controllo, e non si limitano solo all’energia prodotta ma ai costi relativi alla costruzione delle centrali: per farti solo un esempio, il reattore epr (quello di III generazione) in costruzione in Finlandia avrebbe dovuto iniziare a funzionare già nel 2009 con un costo di 3 miliardi di euro però, siccome la sua costruzione ha incontrato un’infinità di problemi tecnici, i tempi si allungheranno, secondo le previsioni, fino alla fine 2012, con costi raddoppiati. Chi pensi che paghi per questi costi aggiuntivi? Pensi che in Italia la situazione sarebbe diversa da quella finlandese? Probabilmente sì, perchè da noi bisogna mettere in conto anche i tempi e i costi aggiuntivi della mafia coinvolta negli appalti. In Italia da quando il settore è stato privatizzato i costi dell’energia elettrica sono i più alti d’Europa perchè il sistema è inefficiente non perchè ci mancano le centrali nucleari. Tutti, poi, dimenticano di parlare delle scorie e minimizzano sui possibili incidenti, sull’inquinamento e sui danni a persone, animali, paesaggio. Messo da parte il nucleare, bisogna rivedere l’intera politica energetica italiana, con sviluppo delle fonti di energia alternative, con uno stop all’eolico selvaggio e, sopratutto, con il risparmio energetico attraverso la diffusione di stili di vita più intelligenti e sani per la salute e per il portafogli. Naturalmente, non posso non essere d’accordo con te sul fatto che la disinformazione e l’ignoranza sono delle brutte bestie da mandar via, ti consiglio di leggere due testi di Angelo Baracca, fisico nucleare, professore di fisica presso l’Università di Firenze, “A volte ritornano. Il nucleare” (2005), “L’Italia torna al nucleare?” (2008), troverai senz’altro delle informazioni utili e molto precise.
Lagiraffa, sono pienamente d’accordo sul risparmio energetico, solo che la maggior parte degli italiani, intende il risparmio degli altri… La centrali finlandese di Okiluoto è un prototipo, ma l’analoga centrale di Flammenville costerà 5,2 miliardi e sarà realizzata nel tempo previsto. Comunque anche gli oltre 6 miliardi per Okiluoto, sono riferiti a 1,60 GW di potenza quindi 3,7 MLD/GW per una produzione, nell’arco dei 60 anni di vita di quasi 800 miliardi di KWh; quindi anche se volessimo ridurre il tempo di ammortamento a soli 20 anni avremmo: 6MLD/1.60GW x (24x365x20)h x 0.92 (considerando un 8% di manutenzione); un costo di 2.3 centesimi di €/KWh. Sapendo che il costo d’impianto incide per il 65% (2/3) sul costo totale, potremmo dire che un KWh da un reattore di 3° generazione costa meno di 4 centesimi.
I costi dell’energia italiana non dipendono dall’inefficienza, a pari tipo di centrale i costi di produzione sono analoghi; solo che a noi mancano le potenzialità idroelettriche austriache o svizzere, il petrolio del Nord o il nucleare (francese, belga, tedesco ecc.) che produce a prezzi decisamente inferiori, o permette l’uso di centrali a carbone rimanendo in Kioto. La Germania, che vuole abbandonare il nucleare, già vede una lievitazione della bolletta.
Noi non abbiamo eolico (vedi mappe), le 2000 centrali idroelettriche italiane stanno praticamente sfruttando tutto il nostro potenziale idrico; il fotovoltaico è un inganno tenuto in vita da pesanti e scandalosi incentivi. Il KWh FV lo paghiamo 0.40€ (incentivo) + costo commerciale 0.085€= ovvero (0.40+0.085)/0.085 = 5,7 volte il prezzo commerciale (non quello netto di produzione o di acquisto all’estero che è minore del comm. del 30%). Se raggiungessimo il 10% nazionale di fotovoltaico con gli attuali incentivi, avremmo 90% tradiz + 10% FV = 0.90 + 0.10 x 5.7 = 1.47; ovvero il costo del KWh aumenterebbe del 47% con conseguenze nefaste per l’economia e la produzione industriale.
A parte il fatto che in Italia non arriverebbero le centrali di terza generazione, e non ci hanno detto quali sarebbero i costi reali delle opere, tu credi veramente che i tempi verrebbero rispettati? La questione del nucleare implica tantissimi problemi che, però, vengono sempre sminuiti da chi sostiene ad oltranza l’installazione delle centrali: dove mettiamo le scorie? Cosa facciamo in caso di incidente?
Le centrali che erano state programmate per l’Italia erano EPR di 3° generazione (anche perché tutte le 65 centrali in costruzione e le 158 pianificate, sono di 3°)
Per le SCORIE il discorso è piuttosto lungo, sintetizzandolo bisogna comunque partire dalla radioattività naturale (in media 360 mRem/annui molto variabili al variare del terreno, dell’altitudine ecc.) che ci investe giornalmente tramite raggi cosmici, solari, radiazione emesse dal suolo (visto che dei 340 isotopi naturali ben 70 sono radioattivi), acqua e aria (dove è consistente il Radon). Le scorie possono essere trattate per annullarne la radioattività (ad esempio il progetto di Rubia); o più economicamente sotterrati ad una profondità tale che le radiazione che arrivino in superficie siano infinitesime rispetto a quella naturale. Bisogna tener presente che la radiazioni affioranti sono inversamente proporzionali al quadrato della profondità ovvero se la profondità raddoppia (per es. da 10 a venti metri), le emissioni diventano ¼; se decuplica (da 10 a 100 m) le radiazioni diventano 1/10 al quadrato, ovvero 1/100 e così via. Non dimentichiamo che i minerali di uranio provengono da sottoterra, e sottoterra si trovano grandi quantità di elementi naturalmente radioattivi. I costi di vetrificazione (inglobamento il matrici vetroceramiche) e di sotterramento, dovrebbe essere di circa 1000€/Kg di scoria di 3° livello trattata. Consiglio questo file, http://www.focus.it/natura/ambiente/multimedia/i-rifiuti-nucleari.aspx è elementare ma sostanzialmente corretto e non di parte.
per cortesia, capisco che i commenti su un blog devono essere necessariamente sintetici, ma evitiamo le semplificazioni imbarazzanti.
Se fosse così banalmente semplice risolvere il problema delle scorie derivanti dalle centrali nucleari, il problema sarebbe stato risolto da un bel pezzo. Purtroppo così non è e anche gli U.S.A. – che pure stanno lavorando al “sito unico” di Yucca Mountain da decenni (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26481) – non hanno risolto un bel niente, nonostante la spendita di decine di miliardi di dollari.
Fondi pubblici che l’Italia non ha.
Solo questo basta e avanza per affermare che, al di là di tutti gli ulteriori rischi ambientali e sanitari, al di là di tutti gli ulteriori costi, all’Italia l’uso dell’energia nucleare non conviene in alcun modo.
Mi sembra che l’articolo su Yucca Mountain sia, quanto meno, un po’ “partigiano”. Quando si dice: da parte di molti esperti…, bisogna alzare le antenne ed esaminare i contenuti. Ad una prima veloce lettura direi: 10.000 anni non mi sembrano una bazzecola, circa il doppio della storia umana (fra 10.000 anni chissà che succede?). Inoltre i periodi geologici durano milioni di anni se una zona di una placca tettonica è stabile, lo rimane per milioni di anni; la corrodibilità del vapore acqueo è tutta da dimostrare (è l’acqua che corrode per via dell’aereazione differenziata); la produzione d’idrogeno mi sembra molto improbabile, visto il processo a cui le scorie sono state sottoposte. Quando si parla di masse di materiale radioattivo in fase di dismissione, si fa molta confusione fra i livelli di scorie; la stragrande maggioranza è di 1° livello con periodi di dimezzamento molto brevi; ecc.
Sono d’accordo sui dubbi di seppellire definitivamente le scorie; è probabile che tali scorie, in un futuro non lontano, rappresentino una ricchezza; anche se attualmente non abbiamo le tecnologie adatte al loro riutilizzo. Sono pur sempre al 95% uranio (di cui l’1% U235); 3-4% prodotti di scissione piuttosto interessanti; l’1% plutonio; tracce di altri attinidi.
La questione delle scorie esiste, e per noi italiani è anche molto attuale, dal momento che ancora non abbiamo risolto il problema delle scorie delle vecchie centrali nucleari, nonostante siano trascorsi oltre vent’anni dalla loro chiusura. Per me, questo è un problema attuale e concreto, dal momento che viviamo in Italia e non in Finlandia e nemmeno sulla luna, così come lo è la durata della radioattività e così come lo è il rischio di incidenti. In futuro, tra milioni di anni, magari qualcuno preparerà insalate di plutonio da servire al ristorante ma, per ora, le previsioni e la realtà ci mostrano un lato dell’energia nucleare (non ultimo il suo potenziale utilizzo a scopi militari) che a me non piace e pretendo che il governo mi lasci esercitare il mio diritto di decidere cosa voglio o non voglio a casa mia, è un concetto semplice, si chiama democrazia.
È un po’ ipocrita accusare le vecchie centrali italiane dismesse di gravare sul contribuente. È evidente che se avessero funzionato in questi 25 anni, avrebbero prodotto notevole ricchezza: la sola Caorso con 860 MW (potenza) in 25 anni circa avrebbe prodotto 150-170 TWh; considerando 6 cent/KWh, una ricchezza di 9-10 miliardi di euro (attualizzati) ben più del necessario per ripagare, da sola, i costi di costruzione, dismissione e funzionamento di tutte le centrali nucleari costruite. Ed una prospettiva di altri 15 anni di funzionamento. Avrebbero inoltre messo a disposizione dell’ente gestore un profitto tale da poter creare strutture idonee (in Italia o altrove) necessarie al dismissing ed al trattamento scorie.
sì…e le scorie a casa tua 😉
Perchè tutti voi nuclearisti convinti “dimenticate” sempre questo piccolo particolare?!
A parte che l’attuale referendum metterebbe fuori gioca anche le future centrali autofertilizzanti di 4° generazione (ed eventualmente anche quelle a scissione) che sicuramente non avranno problemi di scorie.
Sulle scorie bisogna partire dalla radioattività naturale (raggi cosmici, sole, 70dei 340 isotopi naturali, magma, aria, acqua) per vedere il trattamento ti consiglio http://www.focus.it/natura/ambiente/multimedia/i-rifiuti-nucleari.aspx è elementare ma sostanzialmente corretto e non di parte (a parte qualche obiezione sull’ultimi argomenti)
vabbè…fingiamo pure che le centrali nucleari non producano scorie ma solo fiorellini di campo 😉
Non ha senso discutere con nuclearisti a oltranza, per cui ciao.
Deciderà il popolo italiano.