L’onda emotiva è come il NIMBY (Not In My BackYard, Non Nel Mio Giardino) cioè una buona scusa usata da chi ha un grande potere decisionale, per fare le peggiori nefandezze sulle nostre teste di cittadini, utilizzando l’argomento dell’emotività e dell’ipocrisia del popolo: caro popolo, noi abbiamo deciso di farti vivere dentro una fogna, se ti opponi significa che sei emotivo o che vuoi la vita facile, tu. Ovviamente, l’unico modo per contrastare l’onda emotiva è la grande diga razionale di chi intende fare la famose nefandezze e, in questi giorni, di dighe parlanti ne ho sentite parecchie: politici razionali, imprenditori razionali, scienziati razionali, intellettuali razionali provano a convincere il popolo perplesso che l’energia nucleare sia l’unica possibile e se il popolo chiede che venga rivista l’intera politica energetica italiana, con potenziamento delle fonti rinnovabili e senza la realizzazione di centrali atomiche, significa che l’onda emotiva si è impossessata di lui. Ho sentito politici sostenere che le centrali nucleari ci farebbero risparmiare un sacco di soldi, ho sentito la scienziata Margherita Hack dire addirittura che, da che mondo è mondo, l’uomo ha fatto progressi solo con la sperimentazione di nuove tecnologie e spesso quella sperimentazione ha comportato delle vittime ma è il progresso che impone di andare avanti, nonostante tutto. Insomma, ventimila, cinquantamila, centomila morti per volta, ogni tanto, poco poco, più altrettanti malati, economie annientate, vite distrutte, ci possono stare, per il progresso. Ma di quale progresso parlano? Mi sa che dobbiamo intenderci sul significato che diamo al progresso: si tratta di quello che serve a farci andare più veloci verso l’autodistruzione? O quello che serve a farci vivere felici su questa Terra? Per come la vedo io, progredire significa trovare il modo migliore per vivere in armonia con tutti gli esseri viventi, significa far crescere esseri umani, animali, alberi, fiumi in salute, significa garantire agli uomini uguaglianza e libertà, attraverso una distribuzione equa delle risorse, senza sprechi, senza bambini che mangiano mosche e vecchi miliardari che mangiano bambini. Si tratta di obiettivi semplici, e se per vivere meglio, più sani e più felici, dobbiamo rallentare, chiudere una fabbrica o una centrale nucleare, chiudiamole, subito. Se l’utilizzo di una fonte di energia ha effetti potenzialmente (e concretamente) catastrofici, è da folli, e pure da idioti, ostinarsi ad usarla, è anche questo un concetto semplice, basta usare il cervello per capirlo, basta imparare dall’esperienza altrui, basta guardare. Guardare, accidenti. Guardare, ascoltare e leggere cosa sta accadendo in Giappone, cosa è accaduto negli Stati Uniti, in Russia. Ma chi si è arroccato sulla diga nuclearista non vede, non guarda, non ascolta, sostiene tesi ideologiche, elogia la bellezza astratta e la perfezione irreale delle centrali nucleari e non si cura di altro, mi dispiace per loro ma l’onda di chi vuole salvare pezzi di questa Terra e tramandarli il più possibile salubri a chi verrà dopo, li sommergerà.
Sentite cosa c’è nella centrale di Fukushima e, soprattutto, che brave persone sono i costruttori:
Sulla TEPCO:
http://www.cinquew.it/articolo.asp?id=2793;
http://www.dirittodicritica.com/2011/03/15/fukushima-tepco-falsificazione-controlli-nucleare/;
http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/tepco_godzilla_nucleare_giappone.html.
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