Anche questo è amore.

24 Set

Gianni guardava la piccola Guendalina scartare i regali e pensava che, in fondo, le cose non gli erano andate così male: aveva una bella casa, due figli che adorava, Gianluca e la piccola Guendalina, una moglie, Paola, della quale non sopportava nemmeno l’odore, un buon lavoro, amici e parenti acquisiti che, a volte, rallegravano la sua tavola e, spesso, approfittavano della sua generosità. Le cose non erano andate così male per lui, anche se quella non era la vita che aveva sognato e desiderato tanti anni prima, anche se quella non era la donna di cui si era follemente innamorato, anche se gli occhi di Paola non brillavano quando lo vedevano ma brillavano solo di lacrime quando aveva bisogno dei suoi soldi, quegli occhi non brillavano nemmeno dopo che avevano fatto l’amore, per abitudine e per non perdere l’esercizio, e Gianni aveva smesso di chiedersi cosa mai avrebbe dovuto fare per vederli illuminati, da tempo la cosa non lo interessava. Chissà, poi, se l’aveva mai amata. Erano cresciuti insieme, lui con la sua voglia di conoscere il mondo, lei con la sua voglia di stare attaccata al proprio microcosmo, molto micro, senza altri interessi all’infuori delle riviste di moda. Ma nemmeno questo lo interessava più, gli interessavano i suoi figli, soprattutto Gianluca che ormai era un adolescente e aveva bisogno di qualcuno che badasse a lui, considerata la distrazione della madre, ora più che mai interessata solo all’abbigliamento dell’ultima arrivata, e gli interessava avere una vita tranquilla, nient’altro. Non aveva più pensato a Laura, alla follia che si era impossessata di lui molti anni prima, qualche tempo prima della data delle sue nozze ma quel pomeriggio, in un programma televisivo, aveva visto una donna che le somigliava in modo incredibile e si era chiesto se il tempo avesse infierito su quel viso d’angelo oppure se l’avesse trattato con gentilezza. Eh, già, perché lei era bella, era bella come il sole, aveva una carriera come modella e, solo per un caso, quell’estate era arrivata nella sua piccola città per trascorrere le vacanze al mare con un’amica e si erano conosciuti proprio in spiaggia, sguardi, parole e amore folle, pazzo, incontrollabile. Lei era giovane, dolce, innamoratissima. Lui un trentenne bello, inquieto e insoddisfatto della propria vita. L’estate era finita presto ma non la follia, lei era tornata a Milano, lui la raggiungeva appena possibile e, praticamente, era accaduto ogni settimana, per tutto l’inverno, tutta la primavera, tutta l’estate successiva, fino ad un mese prima del matrimonio, quando qualcuno aveva raccontato ogni cosa alla sua futura sposa la quale, impassibile, aveva fatto di niente, com’era sua abitudine e la follia di un’estate era stata catalogata come un banalissimo errore. Un errore che la sorella di Gianni, Clelia, ricorda ancora con gli occhi umidi, perché lei era l’unica a sapere di quella storia fin dall’inizio, insieme alla sua bambina, Priscilla, alla quale lo zio Gianni commissionava la preparazione di fogli da lettera con le righe create dalla bambina, con le sue penne colorate e profumate. Clelia era l’unica persona con la quale Gianni si confidava, forse per via della sua storia matrimoniale piuttosto travagliata, l’unica che lo aveva accompagnato a scegliere l’abito per il matrimonio: “vuoi sapere una cosa, Clelia? La vuoi sapere”, “cosa?”,noi adesso stiamo camminando su questa strada, tu vedi le persone che passano, vero? Vedi le vetrine dei negozi, giusto? Io vedo lei, la vedo qui, davanti a me, lo capisci? La vedo, allungo la mano e la tocco, è qui davanti ai miei occhi e mi sorride, bella, con i suoi capelli sottili e biondi, innamorata”, “ma sei sicuro di quello che stai facendo?”, “ormai..è andata così” e, dopo essersi asciugato le lacrime era entrato insieme alla sorella nel negozio di abiti da sposa per scegliere l’abito giusto per le nozze.

Non aveva più pensato a Laura, ma quel pomeriggio, quella donna in tv gliel’aveva ricordata e la sera, durante la festa per il compleanno della piccola Guendalina, si era seduto accanto a Priscilla, ormai cresciuta e inquieta come e, forse, più di lui: “ricordi le tue penne colorate e profumate?”, “sì, certo!”, “che fine hanno fatto?”, “è passato tanto tempo, credo di averle buttate via…”, “hai fatto bene, è andata così”.

9 Risposte a “Anche questo è amore.”

  1. Baol 24 settembre 2009 a 12:43 PM #

    Ecco…il problema è pensare che “è andata così”…

  2. giraffa 24 settembre 2009 a 3:30 PM #

    Baol, in effetti, sembra un problema, però in certe situazioni è l’unica cosa che si può pensare.. 🙂

  3. Fede 24 settembre 2009 a 3:59 PM #

    Non ci si dovrebbe accontentare di una relazione clandestina e di una donna che non si ama al proprio fianco. Sincerità, con sè stessi e con il/la partner.

    Per non dover dire “è andata così”.

    Se poi non ci sono alternative, allora è giusto.

  4. giraffa 24 settembre 2009 a 4:13 PM #

    Fede, la relazione è finita con il matrimonio e Gianni non aveva molte alternative, e forse anche la storia con la bellissima modella non avrebbe avuto vita lunga, chissà.. è andata così 🙂

  5. la coniglia 24 settembre 2009 a 6:15 PM #

    e mica è facile essere onesti sempre con gli altri e tanto meno con se stessi…quante persone vedo infelici assieme ed è triste perchè spesso nessuno se ne accorge. E’ anche per questo che guardo in faccia il coniglio lo vorrei consumare di baci, perchè sento che sono stata fortunata!

  6. eppifemili 24 settembre 2009 a 7:42 PM #

    la felicità è dura da conquistare.
    però bisogna provarci.
    lo dobbiamo a noi stessi.

  7. lagiraffa 24 settembre 2009 a 11:08 PM #

    * Coniglia, consumatevi di baci!!

    * Eppi, sono d’accordo, d’altra parte abbiamo una sola vita!

  8. Kekkasino 25 settembre 2009 a 6:28 PM #

    come canta vasco “la vita non è facile a volte bastaun complice e tutto è già più semplice…”

  9. giraffa 25 settembre 2009 a 11:27 PM #

    Kekkasino, Vasco è sempre saggio 🙂

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