Il crimine secondo Ringrazio Deledda.

18 Ago

smontataSul monte torna il grande scrittore Ringrazio Deledda, la penna, o la matita? O la tastiera?, più acuta, più ironica, più surreale della capitale del Mediterraneo (Kasteddu – Cagliari) che stavolta si occupa di un crimine assai diffuso nella capitale: il rapimento di auto indifese. Per chi non conoscesse il cagliaritano, ho preparato un piccolo vocabolario, così, per capirci qualcosa 😉

 

Crimini impuniti nella mitica capitale del Mediterraneo!

Che bregungia!  Sarà stata cosa dei parigini che, si sa, ne odiano alla nostra grandevole Kasteddu, la mitica capitale del Mediterraneo, perché da loro il mare c’è solo a cartolina, sarà stata cosa di quei biddai burdi di quartesi che disperatamente fanno anche la festa della patata aggratis per portarne via gli abitanti, sarà stata anche cosa dei sassaresi che, con un caldo inconsapevole e lestofante, scendono ceri grandi come obelischi, a farne il miracolo la Madonna di farli avvicinare a Kasteddu e non ci riescono mai, che d’è impossibile, ma la nostra fantastichevole capitale del Mediterraneo che tutti ci invidiano è attanagliata perdutamente dal crimine. Sì, che d’è appropriatamente così. E non sono nemmeno quei quattro balossi di onesti commercianti di cose trovate per caso, ma che d’è un crimine fatto bene bene da chi governa questa povera città. Si avvicinano in silenzio, loro. Ci hanno uno o due pali, muzzicasurdi, che si riconoscono in quanto che portano un cappellino bianco, a visiera, ma si nascondono sempre. Dietro gli angoli, dietro i bidoni dell’aliga, dentro i portoni. Poi, alla coatta, ne saltano fuori veloci veloci, ci legano tutta bene bene alla macchina e la portano via a salame al loro covo, tutto controllato che non ci passa ago in su panèri. Che d’è un prodotto tipico di noi, di tutta la Sardegna. Che se non paghi, alla tua macchina non la vedi appropriatamente nemmeno a binocolo. E non c’è niente da fare, che d’è aicci. Alla settimana scorsa la disgrazia è capitata a Dedde Cambuli, conosciutissimo orèri con amigusu e amighixeddusu, ma tottu pren’e dinài, di babbo notaio de is meris, che voleva fare scioro con la sua cupè tutta fighetta a dragarne pischelle alla discoteca del Lido. Soprattutto a Suellen Cogotti, una slanciata verso il pavimento e i tacchi 14, con i capelli tutti gialli a mèsc, che lo colava troppo pure.   Ci aveva appena comprato L’Unione Sorda per ridere delle callonate spensierate che ci scrivono sopra e l’aveva messa al sedile e poi l’aveva messo poco poco, al suo cupè, al parcheggio con le strisce gialle di unu tottu strumpiau, che quando l’aveva vista si era messo tutto a gridare, per l’invidia appropriatamente. Ma già l’avevano presa, alla cupè, tutta legata a catene, saltandone felici come pioccusu, loro. E Dedde se ne era tutto buttato a terra dal dispiacere che anche quello tottu strumpiau se ne era tutto commosso e buttavano lacrime grosse a due euro. Ne aveva mandato a emissario a Lollo Depalmas, s’amigu che ne aveva esperienza, ma loro gli avevano detto di tornare che non c’era il capo che doveva decidere il riscatto. Però doveva dare subito subito 100 euro per il disturbo, ma s’amigu non lo aveva capito e loro si erano girati a ventola. Così avevano iniziato a togliergli, al cupè, lo specchietto e poi l’altro. Poi, che ne erano passate altre due ore e nessuno si era visto a dare i soldi, gli avevano tolto il cofano, sempre al cupè. De inzà, dopo altre tre ore, gli avevano mandato a dire con calincunu burdo che ne doveva dare, a loro, 5 milioni di euro se lo voleva vedere di nuovo, al cupè. Dedde era tutto disperato, che nemmeno il babbo di lui, che lo considerava uno scalandrone malu pèrdio ma i soldi glieli dava a secchi, non ne aveva, così, pronti in sa busciacca. E loro, burdi come pochi, ne avevano allora tolto prima una portiera e poi l’altra, al cupè. Alla fine ne erano andati currendi currendi dall’ispettore Gargiulo, alla questura, per sistemare alla cosa. Dopo averlo tutto coperto di regali, pure alla vestaglia tutta sexi per la sorella de issu, che tanto la disigiava, e anche alla canna da pesca telescopica per su pippìu della sorella, l’incomparabile ispettore Gargiulo ci aveva mandato all’agente Gianginetto Vacca, noto Giangi, burdo comenti a loro, a trattare la cosa. Giangi ci teneva molto ad essere servile e a mettersi in mostra con su meri, che gli veniva comodo, e aveva sistemato tutto. Con mille euro, a loro, gli tornavano il cupè. E già glielo avevano tornato, il cupè, a Dedde, tutto rubato dei pezzi che ne avevano tolto e non glieli davano più che se li erano dati a Otello Pistis, carrozziere a via Seruci che li commerciava e poi facevano a metà. E Dedde era tutto triste, che poi Suellen, alla discoteca del Lido, se la era tutta approppuddata William del Portogallo, uno burdo e deciso di Sant’Elia, che le cose se le sgobba fino a che non lo mettono con il sole a quadri di mala manèra

Ma ve ne sembra, o accallorato pubblico inconsapevole e iconoclasta della TV della Giraffa che ne vedete solo su questa TV queste belle scene di vita vissuta inverecondamente della mitologica capitale del Mediterraneo, che si può continuare così, troppo cattivi in questo modo? All’Unione Sorda lo dovevano tornare subito indietro, a Dedde, almeno a metterlo di buonumore, è o no?

Ringrazio Deledda

 Per capirci qualcosa:

bregungia – vergogna

biddai burdi – paesanotti figli illegittimi di qualcuno che non hanno mai conosciuto

scendono ceri – si fa riferimento alla suggestiva discesa dei Candelieri di Sassari

muzzicasurdi – personaggi infidi, apparentemente innocui, anche detti spina asutt’e ludu, ossia le spine sotto il fango

aliga – rifiuti

oreri – personaggio che passa il tempo contando le ore, richiede un certo impegno pure quello

amigu, amighixeddu – amico, amichetto

3 Risposte a “Il crimine secondo Ringrazio Deledda.”

  1. indierocker 18 agosto 2009 a 5:35 PM #

    ehi, ma li’ sul monte vacanze gia’ finite?
    ciao!!!

  2. giraffa 18 agosto 2009 a 10:35 PM #

    Ma qui è sempre vacanza! 😉 Ciao Indie e bentornato!

  3. No Blogger 18 agosto 2009 a 11:27 PM #

    mi pare che anche per i “rapitori di auto” sia sempre vacanza 😉 ..poveri Kasteddai sotto la dura legge del crimine 😀

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