Se un giorno vi capitasse di voler passare un po’ di tempo in un bosco di sabbia, pieno di storia e di profumi…
La stradina che porta al bosco di sabbia è stretta e sterrata, una stradina “bianca” che, in origine, era una piccola ferrovia a scartamento sulla quale viaggiavano i vagoni che trasportavano il materiale estratto dalle miniere di Ingurtosu fino al mare, dove venivano imbarcate verso Carloforte e verso il Continente, ossia verso l’Italia. La vecchia ferrovia prosegue fra i boschi della valle del rio Naracauli, e costeggia il letto del fiume, dal quale defluivano le acque di lavorazione delle miniere. Si cammina per un po’ immersi nel verde, poi la vegetazione inizia a cambiare, diventa meno fitta, il colore del bosco diventa più chiaro più chiaro e, poco prima della fine della stradina, tra due montagne dorate si intravede il blu del mare, il mare di Piscinas, sul quale si affaccia il bosco di sabbia, ossia le dune più alte ed estese di tutta l’Europa, si spingono nell’entroterra per circa due chilometri e raggiungono un’altezza massima di cento metri. Lo spettacolo offerto dalla Natura, alla fine della stradina, lascia, a dir poco, ammutoliti: la lunghissima spiaggia di sabbia bianca porta al mare, quello della costa occidentale della Sardegna, più “grande” e minaccioso che io abbia mai visto, l’acqua è subito profonda, ci sono correnti piuttosto pericolose e lo spazio è così aperto da avere l’impressione che lui, il mare, voglia sommergerti da un momento all’altro. Invece, resta lì, va avanti e indietro con le sue onde, a volte gigantesche, ma resta lì, bellissimo, grande, impetuoso, libero. Il rifugio naturale dalle gigantesche onde è il bosco di sabbia, le dune altissime, che qualcuno chiama il deserto d’Italia, ricche di vegetazione, ginepri plurisecolari, lentisco, ginestra, euforbia e visitate dal cervo sardo ma anche dalla tartaruga marina Caretta Caretta che, tra giugno e luglio, depone le uova anche in questo tratto dell’Isola (si sa, d’estate non c’è niente da guardare in televisione, bisogna pur passare le lunghe notti stellate a far qualcosa…loro depongono!).
P.S. e se poi, aveste pure voglia di dormire a 150 metri dal mare, in tutte le stagioni, un signore assai intelligente ha trasformato un vecchio deposito delle miniere, poi diventato colonia per i bambini dei minatori, in albergo, ed è l’unica struttura vicina al bosco.
meravigliosa!! proprio questi giorni avevo in mente una gita nella zona di nebida, masua fino a porto flavia 🙂
Ciao Mat, fai bene, è il periodo giusto.. allora, se vai in gita da quelle parti, racconta!!:-)
Nebida, Masua, Porto Flavia (che è chiuso, purtroppo) sono raggiungibili da un’altra strada (dal bivio per Fontanamare). Da lì non si arriva al “bosco di sabbia”…sarà per un’altra volta…
e che c’entra? o hai letto che devo arrivare al bosco di sabbia..
quando uno ha poco da dire (nulla nel tuo caso) commenta gli altri ( cosa si fa per avere un po di attenzione)
se per caso domani sei a nebida, sulla passeggiata sopra la laveria..dimmelo. magari ti do una mano a scendere 😉
a Mat, ti stavo solo dando un’indicazione..scendi a Nebida e fatti un bagno…
Mi ricorda tanto un tratto di spiaggia della mia Toscana..
Peccato che da noi non ci depongano le uova le tartarughe! =P
Ovetto, c’è una spiaggia che la ricorda, in Maremma, ma è molto, molto più piccina..qui si parla di quindici km. di dune e macchia, per 2-3 km. verso l’interno..se ‘l paradiso l’è in terra, l’è costì…..
che posto splendido!